Benedetto XVI
Messaggio al presidente della Camera (14 novembre 2005)
Testo integrale del Messaggio che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato al Presidente della Camera dei Deputati, On.le Pier Ferdinando Casini, in occasione della Commemorazione della Visita al Parlamento della Repubblica Italiana di Papa Giovanni Paolo II
Il 14 novembre 2002 il Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, compì una storica visita al Parlamento della Repubblica Italiana, riunito in seduta congiunta di Camera e Senato nell’Aula di Montecitorio. La commossa e calorosa accoglienza, che fu riservata a Lui e al memorabile discorso che Egli pronunciò in tale circostanza, costituisce il tributo più solenne di stima che i Rappresentanti del Popolo italiano abbiano conferito a quel grande Pontefice. Ho pertanto appreso con vivo compiacimento, Signor Presidente, che l’avvenimento, nel suo terzo anniversario, sarà commemorato con un’apposita targa, collocata nella medesima Aula, e sono lieto di assicurare per l’occasione la mia spirituale partecipazione.
In effetti, la visita del mio amato Predecessore al Parlamento italiano non aveva precedenti e poté realizzarsi con l’affermarsi di una visione serena delle relazioni fra Chiesa e Stato, nella consapevolezza a cui fece cenno il Pontefice nella sua allocuzione degli “impulsi altamente positivi” che da tali relazioni hanno tratto, nel corso del tempo, sia la Chiesa che la Nazione italiana (n. 2: cfr Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XXV, 2 [2002], 713).
In questo felice anniversario non mi resta, pertanto, che auspicare che tale spirito di sincera e leale collaborazione si approfondisca sempre più. Nell’assicurare il costante impegno in tal senso della Santa Sede, vorrei ancora una volta ribadire che la Chiesa, in Italia e in ogni Paese, come pure nei diversi Consessi internazionali, non intende rivendicare per sé alcun privilegio, ma soltanto avere la possibilità di adempiere la propria missione, nel rispetto della legittima laicità dello Stato. Questa, del resto, se bene intesa, non è in contrasto con il messaggio cristiano, ma piuttosto è ad esso debitrice, come ben sanno gli studiosi della storia delle civiltà.
Confido che gli illustri Membri del Parlamento italiano continuino anche in futuro ad onorare la memoria del compianto Papa Giovanni Paolo II, ispirandosi fattivamente ai suoi insegnamenti e promuovendo la formazione della persona umana, la cultura, la famiglia, la scuola, una piena e dignitosa occupazione, con una sollecita attenzione per i più deboli e per le antiche e nuove povertà.
“Un’Italia fiduciosa di sé e internamente coesa costituisce una grande ricchezza per le altre Nazioni d’Europa e del mondo” (ivi, n. 9: Op. cit., 717) affermò il Pontefice il 14 novembre 2002. Tale coesione presuppone un centro, un nucleo di significato e di valore intorno al quale possano convergere le diverse posizioni ideologiche e politiche. Questo centro non può che essere la persona umana, con i valori inerenti alla sua dignità individuale e sociale, che la Chiesa, per mandato di Cristo, desidera ardentemente servire. Il mio auspicio è che la Santa Sede e lo Stato italiano sappiano cooperare sempre più in tale nobile impegno. Assicuro per questo la mia speciale preghiera, mentre a Lei, Signor Presidente, e a quanti si uniscono nel devoto gesto commemorativo invio di cuore la mia Benedizione.