Cet Notizie
Russia, Kondrusiewicz replica ad Alessio II (13-02-2002)
Dichiarazione del metropolita Tadeusz Kondrusiewicz
1. Considerato che:
· le comunità religiose hanno diritto ad auto-organizzarsi in accordo con le proprie strutture gerarchiche e istituzionali;
· dovere del Pontefice e dei vescovi della Chiesa Cattolica è quello di creare condizioni normali per l’assistenza pastorale dei fedeli;
· la struttura normale della Chiesa Cattolica secondo il diritto canonico è la diocesi e la metropolia (provincia ecclesiastica);
· l’elevazione delle Amministrazioni Apostoliche russe provvisorie al rango di diocesi permanenti, che ha avuto luogo l’11 febbraio 2002, non infrange la legislazione russa vigente;
· questo passo, necessario per i cattolici di Russia, è stato compiuto informando le autorità e la gerarchia della Chiesa Ortodossa Russa secondo la pratica internazionale comune,
noi esprimiamo la nostra perplessità e seria preoccupazione a causa dell’ingerenza nelle questioni interne della Chiesa Cattolica in Russia, che è diventata negli ultimi giorni sempre più evidente.
Noi siamo convinti che i cattolici della Federazione Russa godono degli stessi diritti dei cittadini che confessano altre religioni, e l’uso legittimo di tali diritti non deve essere messo pubblicamente in dubbio per nessun motivo, ne’ tantomeno diventare oggetto di speculazioni politiche.
2. Inoltre noi consideriamo nostro dovere confutare pubblicamente le affermazioni non corrispondenti al vero contenute nella dichiarazione pubblica del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II e del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa del 12 febbraio 2002.
3. Nella dichiarazione si afferma che la forma istituita in Russia “della vita ecclesiastica cattolica non è tipica nemmeno nei paesi cattolici, dove abitualmente non esistono provincie ecclesiastiche le cui diocesi siano realmente amministrate da un metropolita”.
Tale affermazione non corrisponde al vero. Il Codice di Diritto Canonico della Chiesa Cattolica stabilisce che per la collaborazione a una comune attività pastorale di diverse diocesi vicine, e per il buon sviluppo delle necessarie relazioni tra i vescovi diocesani, diocesi tra loro confinanti vengano unite dalla suprema autorità ecclesiastica in provincie ecclesiastiche metropolie (cfr. Can. 431).
A capo della metropolia sta il metropolita, che è arcivescovo dell’arcidiocesi da lui presieduta. Questa carica è legata alla cattedra episcopale, determinata dal Sommo Pontefice Romano (cfr. Can. 435). Ci sono metropolie nelle città più svariate: Parigi, Washington, Praga, Milano, Varsavia (nella sola Polonia ce ne sono 13), e ce ne sono attualmente anche nei paesi dell’ex-Urss: Riga, Minsk-Mogilev, Vilnius, Kaunas, Lvov.
Le altre diocesi comprese in una provincia ecclesiastica vengono chiamate “diocesi suffraganee”. L’autorità del metropolita nei loro confronti viene definita dal diritto canonico:
· vigilare sulla fede e la disciplina ecclesiastica, e informare il Pontefice romano degli abusi (cfr. Can. 436 par.1);
· con il consenso della Sede Apostolica, effettuare la visita canonica nel caso che il vescovo della diocesi suffraganea la trascuri (cfr. Can. 436 par.1);
· nominare l’amministratore della cattedra episcopale vacante, nel caso questi non venga nominato entro 8 giorni (cfr. Can. 436 par.1);
· il metropolita non ha altre facoltà nelle diocesi suffraganee (cfr. Can. 436 par.3).
4. Nella dichiarazione dei gerarchi della Chiesa Ortodossa Russa si afferma anche che “non esisteva alcuna suddivisione del territorio della Russia in diocesi”.
Vorremmo ricordare che:
· le strutture diocesane della Chiesa Cattolica esistevano nel sud della Russia già nel XIV-XV sec, e nei secc. XVII-XVIII era funzionante la diocesi di Smolensk;
· il centro della metropolia di Mogilev era la capitale dell’Impero russo, Pietroburgo, mentre la diocesi di Tiraspol faceva base a Saratov. Inoltre, nel 1923 fu istituita la diocesi di Vladivostok. L’Arcivescovo di Mogilev era chiamato metropolita di tutte le chiese cattoliche dell’impero russo;
· dalla creazione della metropolia di Mogilev fino all’ultimo metropolita Jan Cepljak, condannato a morte nel 1923 con conseguente espulsione dal paese, la cattedra di Pietroburgo è stata occupata da 27 gerarchi;
· anche sul territorio dell’attuale regione di Kaliningrad esistevano strutture della Chiesa Cattolica;
in questo modo, entro gli attuali confini della Federazione Russa esistevano diocesi cattoliche, una metropolia con i propri metropoliti e diocesi suffraganee.
5. Tenuto conto di quanto esposto sopra, noi riteniamo che il cambiamento dello status delle strutture della Chiesa Cattolica in Russia e l’istituzione della provincia ecclesiastica non può essere vista come la creazione di una struttura cattolica nuova, parallela alla Chiesa Ortodossa Russa.
In primo luogo, le diocesi non prendono la propria denominazione dalle città dove si trovano le loro sedi. Non c’è un metropolita di Mosca o russo, ma c’è un metropolita a Mosca.
In secondo luogo, nella Chiesa Ortodossa Russa esiste, ad esempio, il metropolita di Vilnius e di Lituania, o l’Arcivescovo di Bruxelles e del Belgio, di Berlino e della Germania, e nessuno nella Chiesa Cattolica solleva obiezioni a ciò, in quanto i titoli di metropolita sono un affare interno alla Chiesa Ortodossa, che nomina i suoi pastori secondo le proprie necessità.
In terzo luogo, il metropolita non ha alcun potere reale nelle altre diocesi, in quanto esse sono autonome e vengono amministrate dai propri vescovi.
6. Nella dichiarazione citata viene ripetuto per l’ennesima volta il rimprovero relativo a numerosi episodi di attività missionaria del clero cattolico tra la popolazione russa. “Proprio tale attività è da noi ritenuta di proselitismo, e la indichiamo continuamente come uno degli ostacoli principali al miglioramento delle relazioni tra le nostre Chiese”, si dice nel documento.
Noi, da parte nostra, nel corso degli ultimi 11 anni abbiamo sollecitato più volte i gerarchi della Chiesa Ortodossa Russa a condurre il confronto sulle cose concrete e cominciare finalmente a valutare fatti concreti di proselitismo dei cattolici in Russia. Vorremmo sapere chi, dove, quando, in quali circostanze si è reso protagonista o è protagonista attualmente di azioni di proselitismo. Purtroppo, a tutt’oggi non ci è stato dato di sapere nulla al riguardo, come non c’è stata risposta al nostro invito a sedersi intorno a un tavolo per precisare il significato del termine “proselitismo”
7. Nonostante la situazione piuttosto tesa creatasi nelle relazioni tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa Russa, io spero e prego Dio che il dialogo continui e sia fruttuoso. Sono convinto che la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa possano rispondere insieme alle sfide del nostro tempo per il bene della civiltà umana.
Metropolita Tadeusz Kondrusiewicz
Mosca, 13 febbraio 2002
Dichiarazione diffusa dal Centro informativo della Conferenza dei Vescovi cattolici della Federazione Russa. Riferimento obbligatorio.