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Pastorale del turismo, il Convegno mondiale
Dal 5 all’8 luglio si è svolto a Bangkok (Thailandia) il VI Congresso Mondiale sulla Pastorale del Turismo sul tema: “Il turismo al servizio dell’incontro fra i popoli”. Pubblichiamo di seguito il Documento finale del Congresso:
Il VI Congresso Mondiale sulla Pastorale del Turismo si è svolto presso il “Pastoral Training Centre” di Bangkok, Tailandia, dal 5 all’otto luglio 2004. Esso è stato organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, in collaborazione con la Commissione Cattolica per il Turismo della Conferenza Episcopale di Tailandia ed ha avuto per tema “Il turismo al servizio dell’incontro fra i popoli“, nel contesto della Pastorale del Turismo.
I lavori sono stati aperti da Sua Eminenza il Card. Stephen Fumio Hamao, Presidente del Pontificio Consiglio. Nel salutare i partecipanti, egli ha messo l’accento sull’incontro che è nel cuore del messaggio evangelico. Gli ha fatto seguito l’Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Dicastero, il quale, dopo aver ricordato le tre raccomandazioni dell’ultimo Congresso Mondiale di Efeso, che sono state tutte ottemperate, ha affermato che è compito specifico della Chiesa quello di fornire orientamenti per la Pastorale del Turismo e di assicurarne la realizzazione, senza per questo impegnarsi nell’organizzazione pratica del turismo stesso.
Durante il Congresso, gli argomenti sono stati studiati grazie a relazioni, testimonianze dai cinque continenti e a una tavola rotonda sul tema specifico del turismo sessuale.
PUNTI CHE HANNO RICEVUTO PARTICOLARE ATTENZIONE DURANTE IL CONGRESSO:
Come è noto, il turismo può essere internazionale e nazionale. Nel 2003, i turisti internazionali sono stati 694 milioni, il che ha comportato un movimento di capitali di 514 miliardi di dollari. Per il 2010 si stima che il numero di tali turisti raggiungerà la cifra di 900 milioni. Ad ogni modo, il turismo rappresenta una delle più importanti voci del commercio internazionale e riguarda molti Paesi, dando lavoro a circa 200 milioni di persone. Come disse il Santo Padre Giovanni Paolo II, il turismo è occasione provvidenziale di incontri nel mondo intero. Esso, tuttavia, presenta aspetti positivi e negativi.
L’Organizzazione Mondiale del Turismo ha approvato un Codice Etico Mondiale per il Turismo, che ha già ispirato la legislazione di alcuni Paesi e dovrà essere ancora applicato in altri.
I partecipanti al Congresso hanno ascoltato con attenzione coloro che sono intervenuti in materia di adozione di detto Codice Etico. L’importanza, in particolare, di un’etica sessuale in rapporto al turismo è stata sottolineata nella tavola rotonda sulle “Dimensioni del Turismo Sessuale” e circa le iniziative per combatterlo.
La Pastorale del Turismo non deve dimenticare l’importanza della solidarietà nei riguardi di quanti sono svantaggiati e poveri, considerando con particolare attenzione le conseguenze della povertà sulla vita delle loro famiglie. Questa solidarietà deve includere il dialogo e la difesa dei diritti dei poveri con le autorità responsabili, allo scopo di porre rimedio all’impatto negativo del turismo sulla loro vita.
Qui di seguito si indicano le
RACCOMANDAZIONI DEL CONGRESSO:
Procedere a un approccio pastorale più integrale e olistico in rapporto al mondo del turismo.
Stanziare maggiori fondi, da parte dei Governi, per la formazione morale e umana di quanti sono impegnati nel turismo, riconoscendovi anche la necessità di una cura pastorale.
Promuovere la consapevolezza che il turismo è un potente strumento per realizzare la giustizia e per fare la pace, in un autentico incontro di popoli.
Per combattere efficacemente il problema del turismo sessuale in rapporto ai bambini, le agenzie di viaggio, le compagnie aeree e gli alberghi devono informare i loro clienti sulla sorte dei bambini vittime della prostituzione e delle implicazioni legali e criminali dei viaggiatori che trasgrediscono le relative leggi.
Creare, a livello nazionale, diocesano e anche parrocchiale, commissioni o sotto-commissioni o nominare dei Promotori, che si occupino della Pastorale del Turismo, e stabiliscano un “network” con corrispondenti agenzie o strutture simili, governative e non.
Facilitare una migliore collaborazione tra Conferenze Episcopali, affinché i sacerdoti e gli operatori pastorali dei Paesi d’origine dei turisti siano adeguatamente accolti dalla chiesa locale e aiutati nel loro ministero a favore di un gruppo specifico di turisti.
Celebrare la Liturgia, specialmente l’Eucaristia, nella lingua materna dei turisti. Testi liturgici possono essere trovati anche nei siti web esistenti.
Sviluppare programmi di formazione spirituale permanente per chi è impegnato nel turismo, inclusi direttori di alberghi, guide turistiche, autisti, e tutti coloro che cercano di soddisfare le necessità dei turisti.
Celebrare la Giornata Mondiale del Turismo il 27 settembre, in comunione con l’Organizzazione Mondiale del Turismo. Tuttavia, laddove ci siano ragioni pastorali, le diocesi o le Conferenze Episcopali possono rinviare la celebrazione a una data più conveniente. Il messaggio del Santo Padre per l’occasione dovrebbe essere ampiamente diffuso e studiato, al fine di rendere le persone sempre più consapevoli dell’importanza della Pastorale del Turismo.
Creare siti web nelle diocesi e nelle parrocchie ove esistono santuari o luoghi religiosi di interesse turistico, per dare ai turisti tutte le informazioni necessarie su:
* identità religiosa della popolazione locale;
* significato dei monumenti cristiani locali;
* valore storico e architettonico del patrimonio cristiano;
* celebrazioni ecumeniche, ecc.
* orari e iniziative riguardanti le celebrazioni liturgiche cattoliche per facilitare la partecipazione dei turisti, specialmente in rapporto alla lingua e ai simboli.
Istituire corsi circa il fenomeno del turismo nelle Università cattoliche e pontificie, come pure nei centri di formazione per sacerdoti e religiosi/e. Le Chiese locali dovranno impegnarsi a far conoscere, tradurre e diffondere i documenti ufficiali sulla Pastorale del Turismo.
Preparare psicologicamente e liturgicamente le comunità di partenza e di accoglienza, affinché l’incontro, attraverso il turismo, sia motivo di reciproco arricchimento.
Elaborare un programma per motivare, da una parte, membri delle comunità di arrivo a impegnarsi, come volontari, nella pastorale turistica, e dall’altra, i turisti ad aiutare come volontari la comunità locale.
Incoraggiare le comunità cristiane locali a svolgere un’appropriata cura pastorale con gli equipaggi e i passeggeri delle navi da crociera che fanno scalo nei loro porti.
Gli operatori pastorali non devono aspettare che i turisti vadano a loro, ma siano essi ad andare loro incontro.
Fare attenzione a che, nella Pastorale del Turismo, l’accoglienza sia espressione di autentico ministero, e non una strategia metodologica.
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Durante il Congresso è stato infine sottolineato che il turismo, diventato ora un fenomeno sociale ed economico di dimensioni mondiali, dovrebbe contribuire all’incontro fra Nazioni e culture, a valorizzare l’ambiente senza danneggiare le risorse naturali, a far giungere a pienezza e ad arricchire la vita culturale ed economica della popolazione locale, a combattere ogni forma di discriminazione e sfruttamento o, peggio ancora, di violenza sessuale verso donne e minori.
In questo contesto, i partecipanti al Congresso, ispirati dall’amore speciale di Cristo per i poveri, considerano la pastorale delle persone sfruttate dal turismo sessuale come una importante priorità per la Chiesa. Tra queste persone, le più vulnerabili e bisognose di particolare aiuto sono certamente donne, minori e bambiniun’attenzione speciale che ci spinge a raccomandare, per questo speciale gruppo di persone, quanto segue:
vengano concesse loro compassione e protezione giuridica, aiutandoli a ritrovare la loro dignità umana.
I bambini non siano criminalizzati, nei casi in cui vi è stata violazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, come ad esempio per abusi sessuali. Inoltre, i responsabili dell’immigrazione dovrebbero prestare particolare attenzione a questa realtà.
Le autorità governative diano priorità e agiscano con urgenza per combattere il traffico e lo sfruttamento economico dei bambini, specialmente nel turismo sessuale.
Le istituzioni governative coordinino gli sforzi a tutti i livelli della società e collaborino intensamente e con coordinamento anche con le organizzazioni internazionali, per realizzare un quadro giuridico che protegga i bambini dallo sfruttamento sessuale nel turismo, e permetta di perseguire legalmente i delinquenti.
Le diocesi e comunità interessate prestino la dovuta cura pastorale ai bambini sfruttati sessualmente dall’industria turistica. Esse devono sensibilizzare la società sulla gravità di tale situazione e condividere informazioni su questo flagello sociale e sulle strategie per combatterlo.
Le diocesi e comunità interessate creino strutture per la cura pastorale dei bambini sfruttati, considerandole un elemento importante della loro missione evangelizzatrice; cooperino, inoltre, in dialogo e azioni concrete con le autorità governative locali, per combattere lo sfruttamento sessuale dei bambini.
Le diocesi e comunità sostengano le strutture esistenti di questo apostolato, o ne creino di nuove, al fine di occuparsi delle vittime con compassione e amore e di fornire loro assistenza giuridica, terapia e reinserimento nella società e, nel caso di cristiani, anche nella comunità dei fedeli.
Siano organizzate conferenze nazionali e regionali sulla Pastorale del Turismo, ove partecipino responsabili della vita sociale e pastorale, affinché si mettano in pratica le raccomandazioni di questo Congresso.