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Comunione e solidarietà tra l’Africa e l’Europa
Messaggio conclusivo del simposio sul tema Comunione e solidarietà tra l’Africa e l’Europa che le Conferenze episcopali d’Africa e di Madagascar (SECAM) e il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE), con il patrocinio della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli e la collaborazione di diversi organismi di solidarietà, hanno organizzato a Roma dal 10 al 13 novembre, riunendo 50 vescovi africani e 50 vescovi europei. Eccone il testo nella traduzione dall’originale in francese:
L’incontro si è svolto in un clima di preghiera, di mutuo ascolto, di mutua sincerità. Di vero rispetto dell’altro, in una reale fraternità sacramentale in Cristo che ci chiama e ci manda nelle nostre Chiese particolari.
Attraverso una condivisione rispettosa, un’analisi senza compiacenze, una riflessione arricchita dall’apporto di numerosi relatori, abbiamo messo in luce la nostra preoccupazione per tutte le Chiese (2Cor 11,28). Abbiamo molto da dare e da ricevere gli uni gli altri nella gioia condivisa, nella fede comunicata, nello slancio missionario, nell’azione per trasformare le nostre società in un mondo globalizzato in cerca di senso, in cui i valori più fondamentali sono spesso negati o violati.
Noi vescovi, servi di speranza, conserviamo il desiderio di riflettere insieme sulla nostra responsabilità comune per creare relazioni più giuste tra i nostri paesi e per rafforzare gli scambi tra le Chiese dei nostri due continenti.
Al termine della nostra assemblea, indirizziamo questo messaggio a voi, fedeli delle nostre Chiese particolari dei nostri due continenti, e a voi, uomini e donne di buona volontà. Questo messaggio riassume le nostre analisi e convinzioni, e ci impegna, volgendo lo sguardo verso l’avvenire, ad intensificare la nostra collaborazione, ad unire i nostri sforzi e a sostenerci nel compito che ci attende.
Questi mali richiedono da parte nostra e da parte dei governi e delle istituzioni internazionali attenzione e cura. Rivolgiamo il nostro appello all’Unione africana e all’Unione europea affinché fissino per il prossimo decennio l’obiettivo di sradicare la tragedia della fame. Ricordiamo ugualmente ai paesi ricchi il loro impegno a devolvere lo 0,7% del loro PiL per l’aiuto pubblico allo sviluppo. Cinque paesi lo hanno già fatto; è dunque possibile. Più che di carità, è una questione di rispetto della parola data e di giustizia. La carità presuppone la giustizia.
Riteniamo che il rispetto degli obiettivi di sviluppo del millennio rappresenta la migliore opportunità per mettere fine alla povertà in Africa. Interpelleremo senza sosta i nostri governi e l’Unione europea sulla necessità di una cancellazione del debito e di regole commerciali giuste e di una mondializzazione dal volto umano.
Di fronte alle situazioni di violenza e di ingiustizia, le nostre Chiese hanno il dovere di impegnarsi nel cuore delle situazioni di esclusione sociale e di conflitto. Operiamo ovunque per la Giustizia e per la Pace, con sforzi di riconciliazione e di difesa dei diritti dell’uomo. La dignità della persona e dei bisogni dei popoli rimangono ora più che mai al cuore della nostra responsabilità comune.
Alcuni cristiani partecipano alle decisioni nel campo economico e politico. Noi vescovi, vogliamo essere al loro fianco, illuminati dalla Dottrina Sociale della Chiesa che dobbiamo meglio promuovere nelle nostre Chiese locali, nei nostri paesi e continenti.
Incoraggiamo i laici delle Chiese dei nostri due continenti a testimoniare la loro fede, a rendere conto della loro speranza, e a promuovere gesti concreti di condivisione e di solidarietà attraverso un partenariato equilibrato, che risponda alle richieste pastorali al servizio della missione della Chiesa e agli imperativi di uno sviluppo integrale dell’Uomo.
Nei nostri due continenti siamo chiamati al dialogo con le altre religioni, in particolare con l’islam, seppur in contesti diversi. Dobbiamo conciliare il rispetto dovuto alla libertà religiosa, la stima e la volontà di collaborazione, come ci invita il Concilio Vaticano II (Nostra Aetate 3), con la proclamazione serena, ma senza ambiguità, della nostra fede in Cristo e della nostra tradizione cristiana. Questo dialogo dovrebbe avvenire nella reciprocità.
Affermiamo che l’Europa ha bisogno dell’Africa e che l’Africa ha bisogno dell’Europa e che l’Europa e l’Africa insieme hanno un servizio da rendere al mondo. Invitiamo i cattolici dei nostri paesi ad entrare in relazione rinnovata, in uno spirito di comunione per agire insieme poiché, dall’avvenire degli uni dipende l’avvenire degli altri.
Proponendo alla Chiesa universale un anno particolare consacrato all’eucaristia, il Santo Padre ci ha lanciato una nuova sfida. L’Eucaristia costruisce la Chiesa ed è culmine e sorgente della nostra comunione e della nostra unità ecclesiale. Siamo anche invitati da Giovanni Paolo II ad impegnarci sulla via della solidarietà al servizio dei più piccoli: l’Eucaristia non è solo espressione di comunione nella vita della Chiesa; essa è anche progetto di solidarietà per l’intera umanità (Mane nobiscum, Domine, 27
La nostra terra in travaglio geme e aspetta. Dio fedele spera in noi. Cristo cammina con noi. Lo Spirito ci accorda la sua forza. Che Maria, Madre della Tenerezza, lodata in tutte le nostre lingue, ci accompagni sul cammino della comunione e della solidarietà tra l’Africa e l’Europa!