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Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia (I)
6. Negli ultimi anni, in particolare, ci siamo sentiti fortemente coinvolti nell’itinerario di preparazione all’evento giubilare. La lettera apostolica Tertio millennio adveniente ci ha aiutati a riporre al centro Cristo, salvatore ed evangelizzatore, invitandoci a un rinnovato studio del Vangelo, per approfondire la figura di Gesù, la sua storia, fino a comprendere con sempre maggiore profondità la sua vera identità5. Siamo stati quindi guidati a riscoprire la presenza e l’azione dello Spirito, che costituisce il culmine del mistero dell’Incarnazione e che compagina i cristiani nella Chiesa, rendendoli testimoni della speranza nell’avvento del Regno6. Infine, nell’ultimo anno di preparazione al Giubileo, il nostro sguardo si è rivolto al Padre, verso il quale tutti gli uomini quale che sia la loro razza, la loro cultura o la loro religione sono incamminati e nel cui abbraccio si incontreranno alla fine della storia7.
13. La storia della salvezza non è segnata solo dalle ripetute chiamate di Dio, ma anche dai ripetuti rifiuti da parte dell’uomo di accogliere la via della vita. Lo stesso Verbo di Dio, ci ricorda l’evangelista Giovanni, “venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto” (Gv 1,11). Gesù, nel Vangelo di Giovanni, indica la radice profonda del rifiuto, dell’incredulità, e lo fa servendosi di un linguaggio duro, che richiede di essere decifrato: “Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro! Chi è da Dio ascolta le parole di Dio: per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio” (Gv 8,38.47). La radice della fede biblica sta nell’ascolto, attività vitale, ma anche esigente. Perché ascoltare significa lasciarsi trasformare, a poco a poco, fino a essere condotti su strade spesso diverse da quelle che avremmo potuto immaginare chiudendoci in noi stessi. Le vie che Gesù indica sono segnate dalla bellezza, perché bella è la vita di comunione, bello lo scambio dei doni e della misericordia; ma sono vie impegnative. Di qui la tentazione di non aprirgli la porta, di lasciarlo fuori dalla nostra esistenza reale. La storia del peccato, infatti, è sempre radicata nella storia del non ascolto. Anche se va detto con forza nessuno di noi può giudicare l’ascolto degli altri, neppure di coloro che si dichiarano lontani dalla fede.
15. In tal modo l’abbassamento divino, manifestato dall’Inviato del Padre, diviene rivelazione di ciò che regge l’universo: l’amore di Dio, un amore tale da prevedere e superare anche l’infedeltà dell’uomo, il cattivo uso che questi avrebbe fatto del dono della libertà; in una parola, il peccato. L’Apocalisse di Giovanni, spingendosi fino alle profondità ultime del mistero dell’Inviato del Padre, arriva a riconoscere in lui l’Agnello immolato “fin dalla fondazione del mondo” (Ap 13,8), Colui dalle cui piaghe siamo stati guariti (cf. 1Pt 2,25; Is 53,5).
17. Gesù ha conosciuto come ogni uomo le tappe della crescita fisica, psicologica, spirituale. Emblematiche, al riguardo, sono le parole dell’evangelista Luca, che descrivono la vita di Gesù a Nazaret con i suoi genitori e la partecipazione alla vita religiosa del suo popolo (cf. Lc 2). Ciò significa che anch’egli, come ogni uomo, ha dovuto accettare la famiglia in cui è nato, il contesto culturale in cui è cresciuto, nonché le potenzialità e i limiti della propria corporeità. Sono queste le condizioni umanissime per crescere in età e sapienza. Ma, come ogni figlio di Israele, egli ha altresì letto e ascoltato le parole del Dio dei padri, cogliendovi la propria storia e quella del suo popolo. Lo vediamo pertanto frequentare le sinagoghe e il tempio, per pregare e per ascoltare e interrogare i maestri del suo tempo. Luca riassume, in forma assai breve ma efficace: “Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52).
18. I Vangeli narrano poi il suo battesimo (cf. Mt 3,13-17), evento denso di significati. Recandosi dal Battista, Gesù mostra come farà per tutta la vita il proprio grande amore per i peccatori, facendosi solidale con loro; ma, soprattutto, egli riceve la testimonianza dall’alto di essere il Figlio, l’Amato, colui nel quale il Padre ha posto ogni compiacimento. L’esperienza del battesimo segna una svolta decisiva nella vita di Gesù: lascia la casa e si prepara a svolgere un ministero pubblico, ad assumere fino in fondo la propria missione di Inviato del Padre, predicando l’avvento del regno di Dio.
19. A questo punto, i Vangeli sinottici narrano di un tempo vissuto da Gesù nel deserto, a lottare contro Satana, armato soltanto delle Scritture e della consapevolezza di essere amato dal Padre (cf. Mt 4,1-11). Egli ripercorre l’esperienza della tentazione, come Adamo nel giardino dell’Eden, come Israele nel deserto e come ciascuno di noi nella vita quotidiana, uscendone però vincitore: è lui il nuovo Adamo, l’uomo che ha saputo crescere nella propria libertà fino a essere capofila di una nuova umanità, condotta, al suo seguito, dal deserto del peccato alla terra promessa del Regno. Ascoltare la Parola di Dio e lottare contro le tentazioni, contro i “pensieri malvagi” (Mc 7,21) che allontanano dalla via della vita: è il cammino necessario a ogni cristiano per imparare a usare la propria libertà amando Dio e i fratelli.