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Messaggio Cei per la Giornata del ringraziamento 2006
Pubblichiamo il testo integrale del Messaggio per la Giornata Nazionale del Ringraziamento del 12 novembre 2006, redatto dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.
La terra: un dono per l’intera famiglia umana
Ci conforta il Messaggio che Benedetto XVI ha offerto alla nostra riflessione la scorsa Quaresima Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione (Mt 9,36): «Anche oggi lo sguardo commosso di Cristo non cessa di posarsi sugli uomini e sui popoli. Egli li guarda sapendo che il progetto divino ne prevede la chiamata alla salvezza. Gesù conosce le insidie che si oppongono a tale progetto e si commuove per le folle: decide di difenderle dai lupi anche a prezzo della sua vita. Con quello sguardo Gesù abbraccia i singoli e le moltitudini e tutti consegna al Padre, offrendo se stesso in sacrificio di espiazione. Illuminata da questa verità pasquale, la Chiesa sa che, per promuovere un pieno sviluppo, è necessario che il nostro sguardo sull’uomo si misuri su quello di Cristo. Infatti, in nessun modo è possibile separare la risposta ai bisogni materiali e sociali degli uomini dal soddisfacimento delle profonde necessità del loro cuore».
In una realtà, inoltre come quella italiana, articolata e ricca di protagonisti che incarnano una pluralità di interessi di fronte alle sfide della globalizzazione, è importante identificare e costruire insieme un orizzonte imperniato su un’attività agricola multifunzionale, capace di valorizzare tutte le dimensioni del suo rapporto con il territorio.
Questo orizzonte è, allo stesso tempo, un obiettivo percorribile e un ideale, perché in esso convergono numerose istanze che ne delineano lo spessore strategico e valoriale: dall’esigenza di diversificazione all’interno di mercati internazionali in cui le spinte alla standardizzazione potrebbero lasciare ben pochi spazi alla nostra produzione agricola, alla rigenerazione dell’agricoltura e delle realtà socio-economiche locali secondo percorsi attenti alle radici dell’identità e aperti all’interdipendenza globale, all’informazione e responsabilizzazione del rapporto fra il cittadino-consumatore e i produttori agricoli, del rapporto tra consumo e alimentazione.
Alla luce di quest’ultimo punto, anche la questione agricola locale e nazionale, oltre a quella del rapporto tra agricolture e mercati del Nord e del Sud del mondo, viene ad incidere su quella libertà e responsabilità del cittadino-consumatore che, insieme alla responsabilità sociale delle imprese e delle istituzioni, è al centro di ogni percorso di superamento dei limiti, personali e comunitari, del consumismo di massa.
Quest’orizzonte orienta verso un contesto economico agroalimentare internazionale di competizione-collaborativa, piuttosto che di competizione-conflittuale. Esso prefigura una tavola imbandita con i prodotti e il contributo delle tradizioni alimentari del pianeta, invece dell’omogeneizzazione e delle manipolazioni dei grandi fenomeni consumistici. In breve, esso rappresenta un modello di sviluppo che include, sollecita la partecipazione, la responsabilizzazione degli agricoltori e degli imprenditori agricoli, promuove il dialogo con l’intera società; adattandosi e calandosi nelle diverse situazioni delle realtà rurali del pianeta, apre la porta alla promozione dello sviluppo umano di tutte le persone e di tutta la persona.