Vescovi Toscani
Betori, omaggio all’Immacolata
Pubblichiamo il testo integrale del discorso pronunciato l’8 dicembre, dall’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, in occasione dell’Omaggio alla Madonna nella solennità dell’Immacolata, tenutosi presso la Loggia del Bigallo, in piazza del Duomo.
Come ogni anno veniamo ai tuoi piedi, Beata Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra, nel giorno in cui ti veneriamo sotto il titolo di Immacolata, e a te presentiamo la vita, le attese e le necessità del popolo di Firenze e del territorio tutto dell’Arcidiocesi.
Poniamo sotto il tuo materno sguardo la vita tutta della nostra gente, avendo particolare cura dei suoi momenti estremi, quelli più delicati del suo inizio e della sua fine, perché in essi sia sempre rispettata la dignità propria della persona umana.
Ma non minore preoccupazione anima il nostro cuore per i tempi intermedi della vita, in specie per i grandi interrogativi che sorgono in ambito educativo, che sentiamo essere la vera sfida dei tempi odierni; come pure per le prospettive della situazione economica del nostro territorio, tra crisi e sviluppo, con le inquietudini a ciò connesse per il lavoro di tanti e quindi per il futuro di troppe famiglie.
Poniamo sotto il tuo materno sguardo, Madre nostra, le situazioni di fragilità che in varie forme insidiano la piena appartenenza all’umanità di tanti poveri. Sentiamo il dovere di chinarci verso questi fratelli, come ha sempre fatto questa città.
Nel fare memoria di questo impegno non siamo guidati da sentimenti di orgoglio ma dalla serena consapevolezza che siamo eredi di una grande storia di carità e di solidarietà. Abbiamo consapevolezza che questa è la vera anima di Firenze.
Poniamo sotto il tuo materno sguardo, o Beata Vergine Maria, le risorse spirituali e operative con cui promuoviamo le forme più svariate e più pertinenti a servizio dei più deboli. Lo facciamo in questo momento con oltre 400 realtà e attività strutturate di presenza, che vedono all’opera oltre 23.000 volontari e circa 2.200 persone retribuite, con una diffusa collocazione sul territorio, una pluralità di servizi, che incontrano decine di migliaia di poveri ogni anno.
È una presenza che si affianca alle istituzioni e occupa largo spazio della vitalità della società civile fiorentina, non per inseguire interessi di parte ma per offrire un contributo al bene comune. Una presenza straordinaria nelle forme di ordinaria vicinanza a chi soffre, una presenza che si innesta con naturalezza nel tessuto della nostra comunità. Una presenza che non fa clamore, che non si impone con gesti stravaganti alle pagine dei giornali, né frequenta i salotti televisivi, ma nel silenzio continua ad assicurare costantemente una mano amica e un cuore compassionevole.
È questa nostra presenza una grande risorsa per tutta la società, che non può però ridursi a un puro prodotto sociale, ma va riconosciuta e vissuta come un’espressione della radice feconda della fede.
A te, Maria, chiediamo che questa presenza sia accolta da tutti nella sua autentica intenzione di servire la persona umana e la società tutta, senza distinzioni e discriminazioni. A te chiediamo che il nostro agire sia sempre più alimentato dal mistero del tuo Figlio, avendo come unico fondamento e orizzonte la sua Croce e Risurrezione. Così il nostro servire potrà essere un riflesso del solo amore da cui proviene ogni vera carità, il mistero stesso di Dio, lui che è l’Amore.