Prato

L’oratorio estivo… aperto tutto l’anno!

Mons. Agostinelli, lei è stata invitata da alcune parrocchie a conoscere il loro oratorio estivo. Che esperienza si è trovato di fronte? «Davvero significativa, è un aspetto della Chiesa di Prato che ho trovato molto vivo e che mi ha sorpreso. Mi ha fatto piacere sapere che quest’anno oltre tremila bambini e ragazzi hanno frequentato gli oratori pratesi. Questo grazie all’impegno di 800 animatori che hanno deciso di dedicare un po’ del loro tempo agli altri».Cosa l’ha colpita in particolare?«La dedizione e l’impegno nel condurre la gestione degli oratori. Il coinvolgimento pieno degli animatori. Mi sono piaciuti anche vari momenti di una giornata tipo: la preghiera, le riflessioni, il gioco e anche il fatto che si dia importanza allo studio».Perché considera l’oratorio così importante, tanto da chiedere a tutte le parrocchie di proporlo ai propri ragazzi?«Si tratta indubbiamente di un momento molto impegnativo per la vita di una parrocchia, ma pastoralmente è molto utile. Talvolta può sembrare che la fatica spesa non produca i frutti sperati, i ragazzi sembrano svogliati, demotivati, interessati solo a ciò che piace a loro. Ma si tratta pur sempre di un seme gettato, che resterà nella vita dei ragazzi, non solo come ricordo, ma come un fatto che inciderà nella loro formazione umana e cristiana».Lo ha detto lei stesso: il grest è impegnativo per una parrocchia. E le comunità più piccole hanno difficoltà a organizzarlo«Penso che ogni comunità parrocchiale debba offrire ai propri bambini e ragazzi questa opportunità di crescita. Mi rendo conto che non tutti, per vari motivi, sono in grado di organizzare l’oratorio. Chiedo a loro di associarsi con altre parrocchie vicine, della stessa zona o vicaria. Già ci sono esperienze simili. Questo dunque l’auspicio per chi deve iniziare, poi c’è l’invito per chi già lo fa».Quale?«A farlo tutto l’anno e non solo durante l’estate. Questo lo chiedo alle parrocchie più grandi che hanno le strutture adeguate. Il primo passo è quello di formare in modo adeguato gli animatori».Quali competenze deve avere un animatore di oratorio? E chi lo deve formare?«In prima istanza il parroco, che definisco il formatore dei formatori. Quindi alla base ci deve essere una formazione cristiana e spirituale. Ma questa per stare con i ragazzi, pur se necessaria, non basta. Occorre una certa esperienza nella conduzione e nella gestione di un gruppo, sapere tecniche di animazione e avere competenze dal punto di vista sanitario. In questo ho già idea di chiedere alla Misericordia di fare un corso ad hoc per i nostri animatori, in modo che essi sappiamo come comportarsi in caso di emergenza».Sta già pensando all’estate ragazzi 2014?«Considero l’oratorio un momento privilegiato del cammino di tutta la Chiesa pratese, per cui non può essere demandato alla soggettività esclusiva della singola parrocchia o del singolo animatore. Mi piacerebbe che tutti gli oratori avessero lo stesso “tema”, che tenga conto del cammino che la nostra Chiesa sta compiendo; una tematica sulla quale tutti i ragazzi e i giovani possano lavorare, riflettere e confrontarsi. È un lavoro da preparare, insieme ai responsabili dei gruppi giovanili, fin dal mese di gennaio».