Prato

Ilaria e Marco, se il matrimonio è una missione

di Emanuela Pietraroia«Lascia tutto e seguimi». Destinazione Guanare, Venezuela. Questa è la missione di Marco Petri e Ilaria Dabizzi, giovani sposi della parrocchia dello Spirito Santo. I due coniugi, sposati da appena un anno e mezzo, hanno fissato la data della partenza per il 15 dicembre. «La decisione di partire – dice Ilaria – è maturata all’interno di un cammino di formazione che ci ha portati a diventare Terziari dell’ Ordine francescano e che, tra l’altro, ci ha fatti incontrare» Nella diocesi di Guanare Marco e Ilaria svolgeranno il loro servizio in un centro sociale, situato in una parrocchia animata da Frati Francescani Conventuali. La loro iniziativa è infatti stata seguita dal Centro Missionario dell’ Ordine Francescano Secolare (Cemiofs), che li ha destinati a questo Stato dell’ America latina e ha scritto un progetto della durata di tre anni, alternato da soste per le verifiche periodiche. «La nostra scelta – continua Ilaria – è stata seguita e sostenuta senz’altro dai francescani, ma anche dal nostro parroco don Enrico Bini e soprattutto dal Vescovo, che come un padre ha accompagnato la decisione dei suoi figli». Dalle mani del vescovo mons. Gastone Simoni lo scorso 3 dicembre Marco e Ilaria hanno ricevuto il mandato missionario nella loro parrocchia. Non a caso sono stati invitati per quella missione due sposi cristiani: la loro vita matrimoniale vuole essere una testimonianza per quelle famiglie che vivono il disagio di relazioni non “paritarie” tra l’uomo e la donna. La preparazione di questo progetto è passata attraverso varie tappe: « Un aiuto per la conoscenza della cultura e della lingua del luogo – ci raccontano – è stato il corso di due mesi organizzato dal Centro Missionario Unitario (Cum)». Marco aggiunge: «Prima di arrivare a questa scelta insieme abbiamo vissuto, singolarmente, altre esperienze di missione, in Albania, in Croazia e in Tanzania, fino al viaggio di nozze appunto in Venezuela, dove abbiamo visitato i luoghi che ci ospiteranno tra poco». I preparativi per la partenza hanno poi avuto una pausa alla notizia dell’arrivo di un figlio: Ilaria aspetta da quattro mesi un bambino. «Questa notizia – dice Marco -ha meritato una pausa di riflessione, ma non ha impedito alla fine la decisione di partire». «Non mi dispiace l’idea – dice Ilaria – di poter spiegare un giorno a mio figlio che è nato in altra parte del mondo dove i suoi genitori sono andati a incontrare altri figli di Dio». Con tutta naturalezza i due giovani sposi a chi si congratula con loro rispondono:«È un’ esperienza come le altre. » E con quella umiltà che richiama la loro spiritualità francescana aggiungono: «A noi è stato chiesto di rispondere a questa chiamata e noi non abbiamo fatto altro che accordare fiducia al progetto di Dio». Entrambi gli sposi hanno lasciato il lavoro. Ilaria che lavorava al Centro di solidarietà avrà un’aspettativa non retribuita. Marco ha dovuto licenziarsi dal suo impiego in un’azienda metalmeccanica e, con la determinazione di chi vive secondo la speranza cristiana, ci dice:«È un’altra la “carriera” che mi interessa». Per tutto il tempo della missione l’assistenza sanitaria e i contributi previdenziali saranno loro garantiti grazie ad una convenzione della Cei del 2002 per i missionari laici. Prima di salutarci i coniugi Petri ci confessano che non amano parlare troppo di quello che li aspetta: « Non vogliamo partire con un piano prestabilito. Dall’ascolto e dall’osservazione capiremo come potremo dare il nostro contributo». Una piena disponibilità a mettersi in gioco quella di Marco e Ilaria che bene fa comprendere quale maturità di fede chiede una vocazione missionaria.