Prato

Editoriale/Elezioni, perché non votare candidati cattolici?

Mancano ormai due settimane al voto per le elezioni amministrative e quelle per il rinnovo del Parlamento europeo. Un appuntamento di grande importanza, come ogni consultazione elettorale del resto, su cui – alla vigilia di Pasqua – è giunto anche un significativo richiamo da parte dei Vescovi toscani. «Il prossimo appuntamento elettorale – spiegano i Pastori nel documento che si può scaricare dal nostro sito internet www.toscanaoggi.it – ci offre due obiettivi grandi e belli a cui pensare e di cui preoccuparci: il bene e il miglioramento delle nostre comunità locali, e anzitutto del nostro Comune, e l’avvenire dell’Europa Unita, la quale – a dispetto di non poche delusioni e difficoltà – resta pur sempre un ideale storico moralmente e civilmente alto e avvincente, tanto più se lo si vede in rapporto ai grandi orizzonti e ai gravi problemi internazionali e mondiali». I nostri vescovi, dunque, ci richiamano al significato dell’appuntamento elettorale a cui siamo chiamati. Non a caso aggiungono: «Per questo esortiamo tutti a proporsi fin d’ora il compimento del dovere elettorale e a superare la tentazione dell’assenteismo, comunque motivato».Nelle nostre comunità cristiane si registra ancora non poco disorientamento. D’altronde non era pensabile che la fine dell’unità politica dei cattolici fosse digerita in pochi anni.I Vescovi, ovviamente non danno indicazioni di voto, ma richiamano alla coerenza dei valori. C’è un passaggio, però, che vale la pena di richiamare, già presente peraltro nel documento: «Di fronte al voto. E oltre il voto. Ridare respiro e speranza alla politica», scritto da mons. Simoni nel 2001 (si trova sul sito www.prato.chiesacattolica.it): è bene che i cattolici, nello schieramento o partito scelto per il voto, privilegino i candidati cattolici. «Si ricordi che i primi passi verso l’unità europea – scrivono al riguardo i vescovi toscani – furono compiuti anzitutto da politici cattolici, uomini di grande valore spirituale, morale e politico, i quali allora potevano godere di un forte apporto elettorale. Del resto, dall’esperienza del movimento cattolico nella società (…) ci giungono luminose testimonianze di vita e di attività politica e amministrativa che a nessuno giova dimenticare (…). Per questo – ecco il passaggio importante – nessuno si dovrebbe meravigliare se, anch’oggi, i cattolici guardano con interesse preferenziale, pur senza obblighi precostituiti, ai candidati che per il loro esplicito e veritiero riferimento all’ispirazione cristiana e la loro personale moralità e competenza, danno maggiori garanzie di rappresentarli».Un passaggio su cui vale la pena riflettere in queste ultime settimane che precedono il voto.G.R.