Prato

Quando la missione entra in parrocchia

di Maria Cristina Caputi

Per conoscere più da vicino l’impegno e le attività dei gruppi missionari presenti in diocesi abbiamo rivolto alcune domande a Alberto e Laura Bardazzi, responsabili dell’ufficio diocesano per la Pastorale missionaria.Quali sono i compiti dell’Ufficio Missionario diocesano?Il Centro Missionario Diocesano (Cmd) e l’Ufficio per la Pastorale Missionaria e la Cooperazione fra le Chiese sono organismi al servizio della realtà missionaria della chiesa diocesana di Prato. Il loro compito è di coordinare ed animare i vari gruppi missionari presenti in diocesi e di promuovere la concreta responsabilità della diocesi in ordine all’evangelizzazione dei popoli attraverso specifici servizi missionari diocesani complementari e mai in alternativa agli strumenti di servizio missionario. Il fine ultimo è quello di rendere missionaria tutta intera la Chiesa diocesana.Quanti sono i gruppi missionari attivi in Diocesi?In diocesi esistono circa 30 gruppi missionari ufficiali. Tuttavia alcuni di essi sono composti solo di una o due persone e molte volte anziane, pertanto effettivamente funzionanti se ne possono contare circa una ventina.Fanno sempre capo ad una parrocchia?Generalmente sì, anche se non mancano gruppi autonomi come per esempio quello denominato Operazione Mato Grosso, quello dedicato alla Madonna della Fiducia, il Masci ed i «Missionari per caso» di Pastorale giovanile & Caritas.Quali attività comuni vengono proposte solitamente?La mostra fotografica e la mostra mercato del mese di ottobre sono oramai una consuetudine consolidata; così come la veglia di preghiera sempre nel mese di ottobre; un altro appuntamento fisso è quello per il martirologio, il 24 marzo; mentre, a fine anno pastorale, è prevista una riunione di verifica; un incontro insieme alle altre realtà missionarie della regione si tiene invece nel mese di giugno. Fra le attività concrete comuni segnaliamo le adozioni a distanza di seminaristi (Pontificie Opere Missionarie) e le adozioni a distanza di bambini. Inoltre, mensilmente, è fissata una riunione dell’equipe del Cmd, composta da una decina di persone facenti parte dei vari gruppi missionari per auto-formarsi e fraternizzare.Che tipo di risposta ottenete, in genere, dai singoli gruppi per le attività comuni proposte?In genere la risposta è buona anche se, trattandosi sempre di volontari, già molto impegnati nelle loro attività, a volte incontrano qualche difficoltà a partecipare a tutte le iniziative.Come nasce un gruppo missionario?In genere la spinta a dar vita ad un gruppo missionario nasce dall’esigenza di aiutare materialmente qualche missionario che invia una richiesta per dei progetti da realizzare. A volte è il parroco stesso che sollecita la nascita di un gruppo in parrocchia, a volte alcune persone più sensibili si ritrovano e poi coinvolgono, sempre in accordo con il parroco, anche altri. Subito dopo, accanto all’attività concreta del reperimento di aiuti, nasce anche l’esigenza di formazione per una migliore conoscenza dei vari problemi che sono tipici di una missione, ma che ora stanno diventando attuali anche da noi. In particolare, abbiamo notato che nei due gruppi nati più di recente, quello alla Castellina e quello al Soccorso, si stanno affrontando contemporaneamente entrambi gli aspetti: l’aiuto materiale da un lato e la formazione dei partecipanti al gruppo dall’altro.Quali progetti avete per il futuro?Dopo il successo ottenuto con il primo incontro-testimonianza, quello sulla realtà della chiesa in Cina, che ha visto il salone Vescovile praticamente pieno ed ha dato anche diversi stimoli su un possibile modo per entrare in relazione con la numerosa comunità cinese di Prato, abbiamo in programma un secondo incontro aperto a tutta la cittadinanza al quale parteciperà padre Alex Zanotelli. Si terrà il 17 marzo e affronterà il tema «Rieducare la chiesa alla missionarietà».