Prato

Contro gli sprechi per chi ha fame

di Giacomo CocchiQuando eravamo bambini ed andavamo a scuola capitava di mangiare a mensa, erano momenti speciali, non c’erano il babbo e la mamma a controllare se avevi mangiato tutto quello che c’era nel piatto e spesso l’odiata verdura finiva direttamente nel cestino dei rifiuti. Ripensandoci col senno di poi ci accorgiamo di quanto cibo preparato e non consumato resti inutilizzato e quindi buttato via. Mense scolastiche, aziendali, imprese di ristorazione organizzata distribuiscono ogni giorno migliaia di pasti e alla fine della giornata sono molte le eccedenze alimentari fresche e cotte che nessuno mangia ma che farebbero comodo a più di una persona. Uno spreco, questo, che il nostro settimanale ha più volte denunciato in passato. Secondo stime recenti fatte dagli enti caritativi la richiesta di un pasto caldo da parte di persone bisognose è cresciuta sensibilmente e le mense dei poveri sempre affollate non bastano a coprire la domanda. Per risolvere il problema il primo passo fatto in questa direzione è avvenuto a livello nazionale con l’approvazione della legge n.155 del 2003 detta «del buon Samaritano» la prima di questo genere in Europa e già in vigore negli Stati Uniti. La ratio della norma è quella di incoraggiare e facilitare le organizzazioni non lucrative di utilità sociale a scopo benefico al recupero di cibo e prodotti alimentari ancora perfettamente commestibili, il cui unico svantaggio è quello di avere perso valore commerciale e di essere quindi esclusi dal mercato tradizionale. A livello locale l’Associazione Emmaus di Prato ha deciso di impegnarsi in tal senso: «Grazie a questa legge si aprono delle possibilità importanti sotto vari aspetti – ci dice Lorenzo Frasconi presidente dell’associazione -. Per prima cosa possiamo aiutare le persone bisognose donando del cibo ancora buono, poi c’è l’aspetto di tipo sociale, portando assistenza a domicilio entriamo direttamente in contatto con la persona che aiutiamo ed infine ci sono dei risvolti ambientali importanti». Infatti se ci pensiamo bene oltre all’odioso spreco di cibo il fatto che le aziende ogni giorno debbano buttare via i pasti rimanenti costituisce, per esse e per le istituzioni, uno sforzo notevole dal punto di vista economico e ambientale, ad esempio per lo smaltimento dei rifiuti. Non a caso il progetto nasce col sostegno e in collaborazione con l’assessorato all’Ambiente del Comune di Prato. Da qualche tempo è partita un’iniziativa analoga anche a Firenze, chiamata «Last Food», iniziata quasi per gioco ben presto è diventata una realtà molto importante tra le attività di solidarietà operanti in città, al progetto hanno poi aderito Coop, Conad e il Quadrifoglio, l’azienda locale per lo smaltimento dei rifiuti. «Siamo convinti – conclude Frasconi – che appena il progetto partirà anche a Prato molti ci daranno una mano; i primi sono stati gli scout che hanno organizzato per noi un mercatino dell’usato per raccogliere fondi destinati alla realizzazione dell’iniziativa».Il progetto ormai sta per partire: «Tra non molti giorni inizierà la distribuzione dei primi pasti ad una quindicina di famiglie individuate con l’aiuto degli assistenti sociali».Per informazioni, ci si può rivolgere alla sede della Comunità di Emmaus, presso la parrocchia di Castelnuovo (tel. 0574-541104).