di Gianni RossiL’immagine più forte, cruda, che gli è rimasta impressa è quella di un ricovero, ma forse sarebbe meglio chiamare lazzeretto, a Cochin, la capitale del Kerala: «Quando ho saputo della sua esistenza – ci racconta mons. Simoni appena rientrato dal suo viaggio in India – ho voluto visitarlo, accompagnato dal sindaco della città. Sono rimasto esterrefatto dal degrado inimmaginabile: malati di mente accanto a bambini, sporcizia ovunque». È con esperienze come questa che il Vescovo ha potuto «toccare con mano povertà e ingiustizie», come lui stesso afferma. Dal 25 novembre al 5 dicembre Simoni ha compiuto un lungo viaggio in India tra le missioni delle Suore domenicane di Iolo. Migliaia e migliaia di chilometri percorsi in aereo, treni e automobili nei tre stati del sud in cui le religiose hanno aperto dieci comunità: Kerala, Karnataka, Andhra Pradesh. Ad accompagnare il Vescovo madre Domenica Farinaccio, superiora generale della Congregazione, suor Paola Collotto, vicaria, e don Joseraphy Panyathusery, il sacerdote del Kerala che presta servizio in duomo a Prato.Simoni racconta delle grandi contraddizioni di questo paese, che meglio sarebbe chiamare continente, tra una modernità che sempre più avanza, e povertà e ingiustizie vecchie e nuove che sembrano non avere vie d’uscita. Ma chi torna dall’India è come «stregato»: «Sì – continua il Vescovo – il fascino di questo mondo è straordinario, come la sua complessità. Un fascino innanzitutto spirituale: ovunque tanta gente di ogni fede mi avvicinava per chiedermi la benedizione». Qui indù, musulmani e cristiani convivono da sempre, anche se negli ultimi anni non mancano segnali preoccupanti per l’azione di gruppi estremisti, sia induisti che islamici. A questi si aggiungono frange marxiste-leniniste: «Sono rimasto sorpreso dalla loro presenza, molto visibile in alcune zone: la gente è preoccupata, li considera veri e propri banditi».Il viaggio ha fatto tappa anche nelle comunità delle fiorentine Oblate Ospitaliere di Monna Tessa e in quelle delle Suore Agostiniane della SS. Annunziata, presenti nella nostra Diocesi a San Martino. In programma c’è stata anche una visita nella costa orientale, sull’Oceano indiano, dove un anno fa arrivò lo Tsunami, seminando morte e distruzione. Mons. Simoni ha potuto vedere di persona le barche che sono state acquistate per i pescatori del villaggio di Samaladivi, nell’Andhra Pradesh, grazie al contributo che la Diocesi ha erogato alle suore di Iolo. «Vorrei poter aiutare ancora questi pescatori, che mi hanno colpito per la loro dignità, pur così poveri. Come – spiega Simoni – vorrei coinvolgere soggetti pubblici e privati per trovare una sistemazione appropriata alle persone ricoverate in quel lazzeretto di Cochin. Non possono continuare a vivere lì».