di Maria Cristina Caputi«Carissimi [ ] viviamo in un periodo difficilissimo, non ci sono più viveri e non sappiamo più come fare. Molte famiglie poverissime che non hanno nulla da mangiare, per lo più persone anziane e sole, che sopravvivono solamente grazie ai viveri che gli diamo tutti i mesi. Così sono disperato, non so cosa dare da mangiare alla mia gente, a quelli che sento come i miei figli. [ ] Sono quindi a bussare alla vostra porta, alla porta di ogni pratese, di cui conosco l’innata generosità, come i poveri che vengono ogni giorno a bussare alla mia porta e che non conoscono ragioni a spiegazioni: “Non ho niente da darti”, “Ma io ho fame, aiutami”, “Il magazzino è vuoto”, “Ma io ho fame, i miei figli piangono, aiutami”». È uno stralcio della lettera giunta al Centro Missionario Diocesano da Armando Zappa, il missionario laico che, insieme alla moglie Marta ed alla loro figlia adolescente, dal 2001 opera a Tomanga, in Perù, con l’Operazione Mato Grosso. La loro casa è la casa dei ritiri per i gruppi OMG, se ne tengono 15 ogni anno e vi passano tutti i ragazzi delle scuole delle missioni; hanno un oratorio sempre attivo e coltivano un orto per la missione. Armando ha seguito la locale scuola di archeologia: ora i ragazzi che l’hanno frequentata hanno completato gli studi, perciò li sta aiutando nella ricerca di un lavoro. Padre Ugo, il fondatore dell’OMG, ha infatti pensato che attraverso la valorizzazione dei siti archeologici, il turismo potrebbe aiutare la popolazione locale.Per le feste natalizie, quando sono chiuse le scuole a Tomanga, la famiglia Zappa ha trascorso qualche giorno a Prato. Abbiamo colto l’occasione per incontrare Armando. Partiti per la Bolivia nel 1991, i coniugi Zappa hanno scelto di dedicarsi completamente al servizio degli ultimi. Nel 1993, dopo dodici anni di matrimonio, è arrivata Anna. Una gravidanza difficile, ma conclusa felicemente. «Il nostro – ci ha detto – è un cammino che non si può fare a mezza misura. Bisogna andare avanti, sempre; nel fare ogni passo, – ha aggiunto – siamo spesso spaventati, però, se guardiamo indietro, vediamo una serie di conferme e questo ci incoraggia a continuare, nonostante le difficoltà». Quando se ne vede il bisogno, spiega Armando, «apriamo una nuova opera, così la missione cresce più di quanto l’OMG cresca in Italia». Armando non sa spiegare il perché della mancanza di cibo, benché ogni anno, nelle missioni dell’OMG, arrivino circa 150 container. «Forse, – ipotizza – sarà perché le missioni crescono o perché, con lo tsunami, si è spostata l’attenzione dell’opinione pubblica ». Resta il fatto che, solo a Tomanga, si dà da mangiare a 100 persone al giorno e, ogni sabato e domenica, a 1100 bimbi dell’oratorio; da metà gennaio, per tre settimane, si aggiungeranno 1000 ragazzi, impegnati in piccoli lavori con i quali aiutano la famiglia; e poi i viveri servono per «pagare» metà del compenso giornaliero anche degli operai.«Il nostro messaggio – spiega Armando – è: la tua vita ha un valore perché puoi aiutare qualcuno! In questo modo facciamo conoscere il Signore attraverso la carità». Grande è infatti l’impegno dei missionari anche sul fronte della catechesi: solo lo scorso anno 800 bambini hanno ricevuto la Prima Comunione.La richiesta di aiuto non può cadere nel vuoto: è lacerante l’evidenza con cui si fa sapere che la gente «ha fame» e che Marta e Armando non sono in grado di provvedere. Per sostenerli, il Centro Missionario Diocesano e la Caritas Diocesana, accanto all’OMG, hanno promosso un’iniziativa di solidarietà che prevede la raccolta di generi alimentari nelle parrocchie e nei supermercati della Diocesi (vedi riquadro). Si raccoglieranno: pasta, riso, farina, zucchero, pomodori in scatola e olio di semi in lattina.