Tra la fine degli anni Venti, con lo scatenarsi delle repressioni staliniane, e il 1940, nei 162 lager sovietici (ma forse erano di più) vennero internati, secondo stime approssimative, tra i 10 e i 20 milioni di prigionieri: moltissimi perirono per via delle drammatiche condizioni di vita e di lavoro. Sono i Gulag sovietici, una delle pagine più tragiche della storia del Novecento e, purtroppo, tra le meno conosciute.A Prato, per la prima volta in Toscana, se ne parla con una mostra in corso al Museo della deportazione e della resistenza di Figline, dove, mercoledì 24 maggio, si è tenuto anche un convegno di studi. Spiega l’assessore alla Cultura Andrea Mazzoni: «ripensare con una conferenza e una mostra – grazie al contributo scientifico di autorevoli studiosi – quella pagina di storia che ha provocato così tante vittime, è un modo non solo per diffondere, specie fra le giovani generazioni, una più piena consapevolezza degli orrori che hanno segnato il Ventesimo secolo, ma anche per riaffermare la condanna ed il rigetto di qualsiasi forma di regime totalitario, illiberale».La mostra «Gulag. Storie e immagini dai lager staliniani», a cura dell’Associazione Memorial-Italia, presenta materiale documentario e fotografico proveniente dagli archivi sovietici. I pannelli illustrano la distribuzione dei campi nel territorio, descrivono alcune delle principali «isole» di quello che dopo Solenicyn è ormai conosciuto come «l’Arcipelago Gulag»: le isole Solovki, il cantiere del Mar Bianco-Mar Baltico (Belomorkanal), la zona mineraria di Vorkuta e la Kolyma, sterminata zona di lager e miniere d’oro e di stagno nell’estremo nordest dell’Unione Sovietica, dal clima rigidissimo, resa tristemente famosa dai racconti di Varlam alamov. Le foto, tutte «ufficiali», scattate per documentare quella che per la propaganda sovietica era una grande opera di rieducazione attraverso il lavoro, mostrano gli edifici in cui erano alloggiati i detenuti, la loro vita quotidiana e il loro lavoro.Una parte della mostra è dedicata alle storie di alcuni di quegli italiani che finirono schiacciati dalla macchina repressiva staliniana: soprattutto antifascisti che erano emigrati in Unione Sovietica negli anni Venti-Trenta per sfuggire alle persecuzioni politiche e per contribuire all’edificazione di una società più giusta. Durante il grande terrore del 1936-37 furono arrestati, condannati per spionaggio, sabotaggio o attività controrivoluzionaria: alcuni furono fucilati, altri scontarono lunghe pene nei lager.Gulag: storia e immagini dai lager di StalinMuseo della Deportazione, via Cantagallo, 250 Figline di Prato. Fino a domenica 11 giugno. Orari: Lun-mer-gio-ven: 9.,0 / 12,30; lun-gio: 14 / 17; sab -dom: 15/18; chiuso il martedì.Per informazioni 0574 470728;http://deportazione.po-net.prato.it