Prato

Cardini: “Il Mercatale è il luogo dell’incontro”

di Gianni RossiLa vocazione del Mercatale? «Essere il luogo privilegiato dell’aggregazione dei pratesi». Parola di Franco Cardini. Il principale medievalista italiano, tra i più acuti opinionisti e saggisti italiani, non ne fa certo mistero: è fiorentino doc – anzi, docg – ma ama quella che era «la città della pecora, dei biscottini e dei cenci», come ama dire. Aggiungendo: «Una delle più belle città della Toscana». Quasi un paradosso, per uno nato nella città del fiore: eppure a Prato Cardini ha scelto anche di viverci per alcuni anni e tuttora vi mantiene la residenza ufficiale. E due anni fa ha dato alle stampe una «Storia di Prato dalle origini a Chinatown», corposa ma dall’interessante taglio divulgativo. Professore, qual è il carattere, bisognerebbe dire il genius loci di piazza Mercatale?«I pratesi lo sanno bene e il nome reca in sé l’origine del luogo: la piazza è la sede storica del mercato e della fiera di settembre. È la piazza laica per eccellenza della città. Non tutti tra l’altro sottolineano il fatto che si tratta di uno spazio straordinario anche per dimensioni, configurandosi come una delle piazze più grandi d’Europa. Ma c’è un altro aspetto significativo». Quale?«Il Mercatale è la piazza delle sperimentazioni urbanistiche e sociali, basti pensare all’edificio secentesco delle “Case nuove”, che chiudono la piazza ad est: è uno degli esempi più interessanti di edilizia popolare ante litteram di tutto il Granducato. Ma la piazza è stata anche la cornice e il contesto delle “sperimentazioni” politiche: qui ha sede la Camera del lavoro, ebbe sede la Casa del Fascio, qui prendono avvio i movimenti giacobini e risorgimentali». A Firenze una piazza così grande e con queste caratteristiche non c’è.«Esatto. Che una città di dimensioni storicamente contenute come Prato abbia costruito e conservato una delle più grandi piazze d’Europa, è un elemento che sottolinea l’importanza del commercio e della “mercatura” nella storia ma direi nell’identità di questa città. Prato ha sempre avuto bisogno di larghi spazi per l’economia. A Firenze non c’è invece uno spazio deputato al commercio e agli incontri sociali. E direi che non è casuale il fatto che tra Ottocento e Novecento i pratesi che hanno fatto i soldi si costruiscano le nuove case alla Pietà, ovvero appena fuori Porta Mercatale». Come vede oggi la piazza?«Per lunghi anni il Mercatale, e ancora oggi, è stato ridotto a parcheggio e ad una delle principali arterie di traffico della città. Le due strozzature, quella tra le Case nuove e il santuario del Giglio e quella a nord-ovest con il Canto del Mercatale, sono state a lungo e mi pare ancora oggi due aree degradate urbanisticamente e socialmente. Credo che qualsiasi sistemazione nuova della piazza non possa prescindere dal risanamento di questi due spazi». Diceva del traffico…«Soprattutto in alcune ore della sera quasi non si circola. Non so se con il ventilato nuovo disegno della piazza il traffico sarà deviato: se questo aspetto non verrà risolto rimarrà come un grosso limite». Come sa gli elementi nuovi sono il progetto del parcheggio sotterraneo e quello di una risistemazione della piazza con lo smantellamento del giardino.«Il giardino serviva ad un diverso disegno urbanistico, questo è chiaro. L’elemento che a me pare fondamentale è quello di togliere finalmente il parcheggio di superficie, che ha snaturato la piazza e che oggi davvero non ha più senso». Negli ultimi anni la piazza si è caratterizzata come luogo di ritrovo giovanile con l’apertura di numerosi locali. La storia della piazza può aiutarci a trovare una nuova identità?«Credo che sia fondamentale conservare e tornare a promuovere la funzione di ritrovo e di aggregazione della piazza: il Mercatale è stato pensato per questo già nel XII secolo. In questo senso anche i locali notturni hanno una loro funzione: l’importante sarebbe promuoverne la qualità e fare attenzione all’ordine pubblico, a cominciare dall’indisciplina davvero sgradevole degli automobilisti: c’è da domandarsi se le abitudini cambieranno con il parcheggio sotterraneo. Poi c’è la funzione commerciale, collegata alla prima: promuovere l’artigianato di qualità è un progetto interessante, come il progetto di riportare il mercato settimanale. Un’altra idea affascinante sarebbe quella di riportare nella piazza la Fiera della Madonna: non il luna park, ovviamente, ma una manifestazione pensata ex novo, che al contempo riqualificherebbe la Fiera e la piazza. A me pare però che un recupero del Mercatale non possa limitarsi alla piazza strettamente intesa, ma deve riguardare anche le strade intorno, che sono spesso degradate. È tutta l’area che va ripensata».