Prato
Inquinamento luminoso: A Prato 99 su cento non vedono la Via Lattea
Non è solo un problema estetico. Gran parte di lampioni e fari all’esterno di aree pubbliche o private diffonde la propria luce verso l’alto, non concentrandola dove effettivamente è necessaria. Un uso più corretto dell’illuminazione consentirebbe minori sprechi e un notevole risparmio energetico. La Toscana si è dotata di un’apposita legge fin dal 2000 (aggiornata poi lo scorso anno). «Ma ancora si vedono impianti, pur nuovi, realizzati non a norma. E poi ci si regola sempre sui valori massimi di luminanza consentiti dalla legge», prosegue Ghiandai. Punti luce non regolamentari sono spesso preferiti, perché meno costosi. «Le norme dicono che i lampionidevonoesserecut-off, ossia non devono disperdere luce in alto. E poi, anche quelli a norma devono essere montati a regola d’arte, altrimenti sono inutili. Le commissioni urbanistiche, prima di dare gli ok, dovrebbero vagliare i progetti anche da punto di vista illuminotecnico».
«Capisco le amministrazioni: anche per la sicurezza è difficile lasciare al buio le strade», spiega Giovanni Pratesi, lo scienziato «anima» del Museo di Scienze planetarie. «Ma si potrebbero mettere in atto politiche per una riduzione progressiva dell’emissione luminosa». Sottolinea Serafina Carpino, astronoma presso lo stesso Museo: «Ci sono tante industrie nella piana, è vero. E poi siamo in una zona dove l’alta umidità contribuisce a disperdere la luce nell’atmosfera. Ma a lasciare perplessi sono anche i tanti fari e laser di locali e discoteche». L’astronoma conclude sorridendo: «A Prato sono 99 su cento quelli che non vedono la Via Lattea? Fatemi conoscere quell’uno che dice di vederla: di sicuro ha mentito ».