Prato
Quando l’estate diventa una missione
Con padre Corrado, responsabile del centro missionario regionale dei Padri Cappuccini che ha sede a Prato, sono 18 le persone che trascorreranno il mese di agosto nella diocesi di Dodòma, in Tanzania. A loro si affiancheranno, per 10 giorni, quattro professionisti, ingegneri e architetti. Tre sono le sedi interessate all’esperienza di condivisione fraterna, preghiera e lavoro a cui si dedicheranno i giovani volontari provenienti da Prato, Livorno e Siena. A Mkoka si completerà la costruzione di un asilo e una chiesa; alcune ragazze andranno a Kongwa per affiancare le suore infermiere del dispensario; infine gli altri, inclusi due giovani frati, presteranno la loro opera a Mlali, nel centro di riabilitazione dell’unico ospedale ortopedico pediatrico della nazione. Qui, in estate, alcuni chirurghi italiani operano i piccoli pazienti che poi necessitano di cure e fisioterapia: ai volontari è dunque chiesto di collaborare in questa attività. Infine, un piccolo gruppo, realizzerà un affresco nel chiostro della struttura. «È bene che si sappia che ci sono tanti bravi giovani che si dedicano ad opere così importanti», racconta padre Corrado che, nonostante i suoi 71 anni e i 58 voli effettuati fra Tanzania e Nigeria, ha sempre un grande entusiasmo e un’incredibile vitalità.
Sono circa 30 i giovani partiti lo scorso 23 luglio per la Calabria. Suddivisi fra Gerace montagna e Gerace città, Agnana calabra e Grotteria, trascorrono una settimana con i bambini del luogo per aiutarli a comprendere, attraverso il gioco, il concetto di legalità; incontreranno suor Carolina, che ha lavorato con padre Puglisi, ucciso nel 1992 dalla ‘ndrangheta; e infine si troveranno con alcuni esponenti del Consorzio Goel che cerca di offrire ai giovani calabresi opportunità lavorative oneste, all’insegna della legalità. «Il nostro impegno spiega Alessia, del gruppo Betania è volto, da un lato, ad avvicinare la popolazione della Locride per far sentire la nostra presenza e solidarietà, dall’altro, cerchiamo di prepararci per comprendere e trasmettere il concetto di turismo responsabile».