Prato
Ma non chiamateci “Cervelli in fuga”
Spiega Marina Vannucci, 40 anni e già full professor (l’equivalente di un nostro professore ordinario, titolo cui si arriva mediamente molto dopo da noi) alla A&M University in Texas: «Non capisco perché usare il termine fuga. La vedo più come un’esperienza per arricchire il proprio bagaglio di conoscenze. La scelta di una carriera all’estero, come ho fatto io, è naturalmente più complessa». E Cristina Gabellieri, ricercatrice all’Istituto di ricerca sul cancro a Londra aggiunge: «Non mi piace parlare di fuga dall’Italia perché non sento di esserne fuggita». Per tutti è un’opportunità importante lavorare in centri d’avanguardia, a contatto con ricercatori da tutto il mondo. «È molto bello confrontarsi con persone di altre culture e religioni», racconta Max Manfrin che a Bruxelles studia l’Intelligenza artificiale. Le speranze di tornare in Italia? Conclude Lorenzo Meriggi, vulcanologo all’Unam, università di Città del Messico: «Sarebbe bello, ma per ora per il rientro vedo poche prospettive».