Prato

Associazioni, l’altro lato della comunità cinese

di Damiano FedeliUn ruolo ufficiale lo hanno avuto giovedì scorso, quando sono state chiamate attorno a un tavolo un Comune. La questione su cui dibattere era spinosa: dove e con quali modalità svolgere il Capodanno cinese, dopo lo stop dell’assessore alla Città multietnica Andrea Frattani alla richiesta della sfilata del dragone in via Pistoiese. E loro, le associazioni dei cinesi di Prato, hanno accettatodibuongrado di partecipare a quel tavolo di trattativa, insieme ad altri giovani rappresentanti della comunità asiatica, allo stesso assessore e al viceconsole Liu. E alla fine la soluzione è arrivata: il capodanno cinese si festeggerà all’anfiteatro del Pecci, domenica 18 febbraio.

Ma quali sono e di cosa si occupano le associazioni dei cinesi a Prato? Sono veramente rappresentative dell’intera comunità? Secondo l’assessore Frattani, questi gruppi, per le loro dimensioni ristrette, rappresentano solo parzialmente il totale della popolazione cinese. Nonostante ciò «possono costituire un punto di osservazione importante su questa realtà». Frattani dice di essere entusiasta particolarmente di come si sta comportando la seconda generazione dei cinesi di Prato, molto attiva nelle loro associazioni: «Mi piacciono questi giovani che possono dare un contributo alla mediazione culturale e aiutare un approccio appropriato». L’ultima nata fra queste associazioni – ha preso il via nell’ottobre del 2005 – è anche quella che ha il più alto profilo. Si chiama «Toscana Cina Insieme» e fra i soci fondatori ci sono nomi che vanno dal ministro Giuliano Amato al presidente dell’Istat Luigi Biggeri, dai rettori dell’università di Firenze Augusto Marinelli e del Sant’Anna di Pisa Riccardo Varaldo, fino ai sindaci di Firenze Leonardo Domenici e di Prato Marco Romagnoli. E ancora: il presidente della Giunta regionale Claudio Martini e degli Industriali toscani, Sergio Ceccuzzi. «Oltre a queste personalità italiane, c’è un bel gruppo di giovani cinesi, fra cui molti studenti universitari», spiega Huang Yanting, 27enne vicepresidente, studente di Giurisprudenza a Firenze. «Siamo stati anche in Cina con la delegazione guidata da Prodi e con Martini. L’impegno della nostra associazione è quello alla promozione economica e culturale, come l’attivazione, avvenuta ad esempio al Sant’Anna, di corsi universitari e master che preparino figure professionali legate alla Cina. Non nego che ci siano alcuni problemi di integrazione, ma il rapporto conPratoè particolarmente positivo.Prossimamentesvilupperemo una serie di iniziative insieme a Pratofutura per la collaborazione imprenditoriale e lo sviluppo. Ci saranno seminari a partire da marzo, aperti a imprenditori italiani e cinesi. Se la comunità cinese finora è stata un po’ chiusa, c’è una spiegazione: la prima generazione ha avuto e ha difficoltà comunicative: c’è il grosso problema della lingua. Per la seconda le cose sono più facili: ci stiamo integrando sempre di più: e anche il Capodanno sarà un’occasione importante per testimoniarlo»

.Nata nel 1997, l’associazione «Commercio Italia Cina» riunisce circa 150 associati, fra ditte cinesi del ramo commerciale. Racconta Luciano – così ha italianizzato il suo nome – commerciante cinese e presidente dell’associazione: «Aiutiamo i commercianti cinesi, fornendo loro assistenza fiscale, aiutandoli a districarsi nella burocrazia e nelle leggi italiane, traducendo loro le documentazioni necessarie. Siamo poi attivi in diversi gemellaggi e collaboriamo con Comune e Provincia. Il problema principale dei nostri associati? Direi quello della lingua». Per il Capodanno, il 23 pomeriggio, i commercianti cinesi organizzano uno spettacolo al Palaconsiag di Maliseti: «Invitiamo tutti i pratesi a vederlo», sorride Luciano, la cui associazione è stata protagonista anche di diverse iniziative di solidarietàcon la Caritasdiocesana cui ha regalato la scorsa estate oltre 3mila capi di abbigliamento. Altra associazione di vecchia data – è nata nel marzo 1997 e anche questa si avvicina, così, ai dieci anni di vita – è «Amicizia», presieduta attualmente dal signor Giovanni. Racconta Kehe Zheng, primo presidente dell’associazione: «Siamo un ente senza scopo di lucro, un’associazione di volontariato. Ci occupiamo di cinesi in difficoltà, persone cadute in disgrazia o malate. A loro favore promuoviamo raccolte di denaro. O, ancora, lo scorso anno abbiamo donato circa 60mila euro al reparto di Ginecologia dell’ospedale di Prato, che aveva bisogno di più attrezzature proprio per l’alto numero di donne cinesi che vanno a partorire. Abbiamo collaborato per iniziative di solidarietà anche con i Vigili del fuoco. Fra le altre iniziative che la nostra associazione promuove nella nostra sede di via Filzi c’è poi una serie di corsi di lingua, pensati per i bambini cinesi nati qua».