Prato

Sette religiose, territorio a rischio

di Gianni Rossi

Sette religiose, è allarme. Patrizia Santovecchi, tra le massime esperte a livello italiano, che ogni venerdì tiene in palazzo vescovile uno sportello di SoS rivolto alle vittime e ai loro familiari, non ha dubbi: «Prato, insieme alla Versilia e al pistoiese, ha la più alta concentrazione del fenomeno in Toscana». Ciarlatani, maghi, satanisti, fino a gruppi religiosi o pseudo religiosi, nel gran miscuglio di fede, superstizione e sfruttamento il nostro territorio è ai vertici del fenomeno.

«Sicuramente il tenore di vita, più alto che in altre città, rappresenta paradossalmente un elemento di favore. In più, nell’entroterra pistoiese, proprio al confine con Prato, la tradizione magica ha radici molto antiche: si trova di tutto, dall’occultismo ai movimenti messianici». Impossibile quantificare il fenomeno nella nostra provincia: in Toscana, stando alle indagini della Santovecchi, si registrano almeno 500 gruppi e sette religiose.

Allo sportello del venerdì mattina sono arrivate in tre anni di attività decine e decine di persone: «Si tratta perlopiù di familiari disperati, che non sanno più cosa fare per aprire gli occhi ai loro congiunti finiti nelle trappole di santoni artigianali o di raffinate organizzazioni internazionali – spiega Santovecchi – ma da noi vengono anche adepti che hanno iniziato ad aprire gli occhi e cercano con grande sofferenza e fatica una strada per uscire». Al servizio si rivolgono pratesi, ma anche forestieri, benché un analogo sportello sia funzionante, sempre con la Santovecchi, anche presso gli uffici delle curie diocesane di Firenze, Pistoia e Fiesole.

Dalla magia alle sette religiose e ai culti abusanti, il passo può essere breve. Internet, negli ultimi anni, si sta oltretutto consolidando come un terreno particolarmente propizio per la diffusione di questi fenomeni. «Il culto abusante – spiega Santovecchi – si presenta come risposta al bisogno di sicurezza dell’individuo, utilizza il suo codice di linguaggio per stimolare e orientare il suo apprendimento intellettuale».