Prato

Malaparte a 50 anni da quell’ultimo viaggio

L’ultimo in ordine di tempo, a rimettere in discussione la conversione di Malaparte, è stato Franco Riccomini, storico giornalista pratese de La Nazione: nella vita del grande scrittore, regalata a fascicoli in questi giorni dal quotidiano, afferma senza mezzi termini che, sulla vicenda, «ci sono molte, troppe perplessità su cui personaggi, anche illustri, hanno sollevato più di un dubbio». I dubbi di Riccomini sono quelli ampiamente noti del giornalista e polemista Giordano Bruno Guerri, riportati anni fa nelle sue due biografie di Malaparte. Eppure, come scrisse nel 1998 don Giuseppe Billi nel volumetto da lui curato per il Centro Culturale Cattolico «L’ultimo viaggio di Malaparte», «è un fatto che di questa sua conversione ne hanno parlato e scritto – per diretta e personale esperienza – persone di autorevolezza culturale e morale riconosciuta. […] Per i termini e le precise circostanze con le quali la descrivono, si possono ritenere sufficientemente credibili. Anzi, con tratti di straordinaria e commovente originalità».

D’altra parte, stando a diverse testimonianze «al di sopra di ogni sospetto» e anche ad un articolo pubblicato a pochi giorni dalla morte di Malaparte da un giovane Igor Man – di cui pubblichiamo a lato ampi stralci – la conversione dello scrittore non appare certo come un fatto sorprendentemente repentino.Mons. Fiordelli, che ebbe un lungo colloquio con lo scrittore nella clinica romana dov’era ricoverato e un successivo scambio epistolare, nell’omelia funebre disse: «Voleva vivere, non voleva morire. Si ribellava alla morte. Fu nei lunghi mesi della malattia che la sua mente fatta più viva e più profonda e più pura, scoperse che l’uomo non perde del tutto la vita. E mentre il suo corpo si disfaceva, divorato dalla malattia, la vitalità della sua anima si dilatava e Malaparte faceva il suo incontro con Cristo». «Vignaiolo dell’undecima ora» ebbe a definirlo il sen. Guido Bisori, nell’orazione funebre ufficiale.

(dal numero 27 del 15 luglio 2007)

Vedi anche: Malaparte, 50 anni dopo fa ancora discutere la conversione