Prato

Cresce la povertà. Ed è allarme alcol

Di Maria Cristina Caputi

Decisamente preoccupante quanto emerge dal bilancio dell’attività della San Vincenzo de Paoli, per l’anno 2007, recentemente redatto dal Consiglio Centrale di coordinamento, in base ai dati forniti dai diciotto gruppi operanti sul territorio.Il presidente, Andrea Gori, richiama l’attenzione dell’opinione pubblica e delle Istituzioni soprattutto sul fatto che, per il 2007, si è registrata una crescita del 10%  nel numero di famiglie che si rivolgono all’associazione caritativa, dato considerato quanto mai allarmante visto che, già negli ultimi cinque anni, l’incremento era stato costante.Nell’illustrare i dati raccolti, Gori precisa che non si tratta di una indagine statistica vera e propria, ma che, tuttavia, il campione delle famiglie assistite, ormai attestato intorno ai 550 nuclei, resta comunque significativo e consente di fare una serie di considerazioni utili per comprendere meglio la realtà in cui viviamo.Un incremento del 30% è stato rilevato in quelle che i volontari della San Vincenzo definiscono «povertà da solitudine», ovvero legate al fatto che gli assistiti sono privi di relazioni e legami familiari o affettivi che consentono loro di superare piccole e grandi difficoltà quotidiane. Mentre restano invariate le situazioni di disagio per la mancanza di lavoro, risultano invece aumentati del 67% gli interventi di aiuto per famiglie o donne sole in difficoltà a causa della nascita di un figlio. Come accade a livello nazionale, anche a Prato, gli alti costi di affitti e mutui sono fonte di gravi disagi.Fra le dipendenze, emerge invece un notevole aumento (+57%) di famiglie o singoli assistiti per problemi di alcolismo. Risulta inoltre quasi raddoppiata la segnalazione di casi che necessitano interventi per la carcerazione o scarcerazione di un familiare o dello stesso interessato.Una costante crescita (pari al 7% nel 2007) è stata rilevata anche nell’incidenza di stati depressivi legati alla mancanza o alla perdita del lavoro, come pure ad una più generale insicurezza economica.Gli interventi di aiuto si concretizzano soprattutto in contributi per affitti onerosi o per utenze arretrate, ma consistono anche in forniture di generi alimentari, medicine e capi di abbigliamento.Dalla riflessione sul bilancio emerge inoltre che, in gran parte, le «nuove famiglie utenti» si sono ritrovate quasi d’improvviso nella povertà, pur provenendo da una precedente relativa tranquillità economica. A questo proposito, l’auspicio della San Vincenzo, attraverso le considerazioni del suo presidente, Andrea Gori, è che si prevedano «nuovi e più efficaci strumenti, anche legislativi, preferibilmente preventivi, diversi dalla pura e semplice assistenza, sia essa pubblica o sussidiaria, che, spesso, si trova ad intervenire in situazioni già irrimediabilmente degenerate prima ancora di poter essere prese in carico».Da queste considerazioni, conclude Gori, emergono alcune riflessioni circa i possibili sviluppi all’interno della nostra società civile: le povertà, umane e materiali, sopra descritte hanno infatti un evidente «impatto drammatico sulle persone coinvolte, in particolare sui componenti più giovani» dei nuclei familiari, che potrebbero restarne segnati anche in futuro, accrescendo i fattori di disgregazione e disagio, ma hanno anche un’incidenza sociale, che pertanto implica un doveroso, comune senso di responsabilità.(dal numero 12 del 23 marzo 2008)