di Gianni Rossi Dal sacchetto alimentare della parrocchia ad una tessera elettronica a punti, che permetterà alle persone di scegliere responsabilmente quanto occorre per la loro sussistenza. In estrema sintesi è questo il senso dell’Emporio Caritas che questo venerdì 13 giugno viene inaugurato a Prato, in via Cairoli 60 – 62. Si tratta della seconda esperienza del genere in Italia, dopo quella di Roma.Più che soddisfazione tra i responsabili c’è trepidazione: è un progetto estremamente impegnativo e anche una grande scommessa. Spiega Idalia Venco, direttore della Caritas diocesana: «Con l’Emporio non ci sarà più il dono, da parte di parrocchie e associazioni, del tradizionale pacco di viveri e generi di prima necessità. Ma il soggetto o la famiglia dovranno fare i conti con le proprie esigenze alimentari e di sussistenza, scegliendo responsabilmente i prodotti e venendo coinvolti in un progetto personalizzato». Detto in altre parole, «intendiamo dare dignità alle persone»: lo sottolinea anche mons. Carlo Stancari, vicario episcopale per la pastorale, che come arciprete di Santa Maria delle Carceri ha concesso in comodato gratuito l’ampio locale a pochi passi dal centralissimo Teatro Metastasio. Un rimando casuale eppur quasi simbolico tra uno storico centro d’eccellenza di Prato lo Stabile della Toscana, celebre per il Laboratorio teatrale che Luca Ronconi tenne negli anni Settanta e quest’esperienza pilota a livello italiano. Del resto cultura e solidarietà nella città toscana sono sempre stati nodi importanti di un fitto tessuto sociale che nel lavoro aveva la trama più forte. Ora che l’industria tessile è entrata in crisi, soprattutto per la concorrenza dei mercati emergenti, quel tessuto rischia di lacerarsi. È il fenomeno dei nuovi poveri, famiglie «normali» che per la perdita improvvisa di un posto di lavoro o per un’emergenza familiare rischiano di scivolare sotto la soglia di sussistenza. Anche per loro è pensato l’Emporio, accanto all’emarginazione tradizionale e agli stranieri che a Prato esclusa la comunità cinese meno toccata da fenomeni di disagio economico sono presenza numericamente significativa e a rischio povertà. Qualcuno ha già ribattezzato l’Emporio come «supermercato della solidarietà». E del supermercato ha l’aspetto e l’organizzazione: scaffali con la merce in esposizione, suddivisa per generi, frigoriferi per gli alimentari deperibili, e la cassa all’uscita. Ma nel negozio di via Cairoli non corre denaro. L’Emporio è in realtà un centro di distribuzione gratuita, a cui si può accedere tramite una card elettronica.Lo hanno voluto, con la Caritas, la Provincia di Prato, il Comune di Prato e la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Una rete non nuova la Fondazione Zancan l’ha di recente riconosciuta come un tratto saliente del sociale nel capoluogo laniero che non riguarda soltanto la realizzazione del progetto ma anche la sua gestione futura. Servizi Sociali del Comune, Caritas e associazioni di volontariato seguiranno in modo coordinato i cittadini che avranno necessità alimentari, «all’interno di un progetto personalizzato pensato per favorire l’uscita dall’emergenza», sottolinea l’assessore ai servizi sociali del Comune Maria Luigia Stancari. Ma il lavoro in rete spiega l’assessore provinciale Irene Gorelli «consentirà anche una distribuzione attenta delle risorse, per evitare che ci siano persone che se ne approfittano», «rendendo così possibile aggiunge Silvia Bocci della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato l’eliminazione di sprechi e l’ottimizzazione delle risorse». I furbi, si sa, ci sono anche tra i poveri: si vuole evitare così che una solita persona bussi e prenda a tutte le porte, magari togliendo ad altri che hanno difficoltà a rappresentare le loro esigenze. Al momento l’utenza è calcolata in circa centocinquanta tra persone e famiglie, nel bacino provinciale pratese. Sulle vetrate di via Cairoli c’è la busta della spesa logo dell’iniziativa e lo slogan, che è anche un’augurio: «La solidarietà spesa bene». LA SCHEDA Arrivati alla cassa i clienti dell’Emporio Caritas non devono tirar fuori denaro dal portafoglio. Basta che presentino la speciale carta elettronica precedentemente ricaricata del credito di spesa. Al posto degli euro, i prezzi sono espressi in punti: un barattolo di pomodori pelati, per esempio, costa mezzo punto, uno scatoletta di tonno 1,30 punti. Sarà un apposito gruppi di monitoraggio composto da operatori e volontari della Caritas diocesana, della San Vincenzo, del Centro di Aiuto alla Vita, dei Servizi Sociali del Comune ad ammettere al servizio persone e famiglie che versino in situazioni momentanee di difficoltà economica, dopo un’attenta valutazione delle reali necessità. A gestire l’Emporio sarà un operatore e alcuni volontari dell’associazione «Cieli aperti» della parrocchia pratese di Santa Maria del Soccorso. A loro e a tutta l’organizzazione ha fornito un fondamentale supporto organizzativo Unicoop Firenze, che con il Gruppo Consiag quest’ultimo eroga gratis luce e gas per il punto vendita sono i partner principali dell’iniziativa. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie alla legge 155/2003 («Disciplina della Distribuzione dei prodotti alimentari a fine di solidarietà sociale»), meglio conosciuta come «Legge del Buon Samaritano», che permette alle aziende alimentari di donare i prodotti non vendibili (perché prossimi alla scadenza o per difetti di confezionamento o anche per surplus di produzione) alle onlus, sollevandole da ogni responsabilità circa il loro corretto stato di conservazione, trasporto e, infine, utilizzo. Nello stesso tempo sui prodotti che per vari motivi sarebbero destinati alla discarica, ma recuperabili in base alla legge n° 155, i donatori possono risparmiare il costo dell’IVA e dello smaltimento, dando nel contempo un segnale di attenzione sia alle persone che all’ambiente. Tra le aziende che hanno già aderito, si contano, oltre al partner Unicoop Firenze, Unilever Italia e Ferrero. Aziende e produttori possono prendere contatti con la Caritas diocesana, via del Seminario 36, Prato (tel. 0574-34047 – E mail: caritas@diocesiprato.it). LA STORIAReddito dimezzato e con il mutuo da pagare A Prato Stefano e Chiara (i nomi sono di fantasia), fino a qualche tempo fa erano impiegati in due aziende tessili, con un reddito netto di quasi 2000 euro a testa al mese. Stipendi quindi sopra la media. Entrambi quarantenni, due figli piccoli, hanno deciso di fare il grande passo tre anni fa e hanno acquistato un appartamento sobbarcandosi un mutuo di 900 euro al mese. Poi la crisi, che da anni ha investito il più grande distretto tessile d’Europa, ha toccato anche le loro due aziende. Maria ha perso il lavoro e Carlo è in cassa integrazione. «Il loro reddito familiare si è più che dimezzato raccontano alla Caritas e non sanno più come fare per pagare le rate del mutuo. Se è vero che ora si possono rinegoziare, tuttavia se non si riesce a pagare un paio di volte, alla terza inadempienza scatta il sollecito della banca». Nel caso di questa famiglia, è difficile anche ricollocarsi sul mercato del lavoro. Sono in quella fascia di età in cui anche le agenzie di lavoro interinale faticano ad assumerti a tempo determinato. Stefano e Chiara, grazie anche all’aiuto dei genitori, riescono ancora a sbarcare il lunario. Molte famiglie, invece, in situazioni analoghe rischiano di scivolare sotto al soglia di povertà. L’Emporio Caritas è pensato anche per loro.