di Fabio BarniParlano di vita e di futuro, condividono sogni e combattono una gran brutta malattia con quel cocktail di medicine, fatto d’amore e di voglia di comunicare sul serio, sempre meno comune di questi tempi. Sono una coppia di fidanzati, Salvatore Mineo e Daniela Sgobbo. Lei fu colpita poco meno di dieci anni fa dai primi terribili esiti di una rara malattia genetica fino ad allora silente. La neurofibromatosi di tipo 2, che l’ha resa sorda, le ha corrotto una corda vocale, le ha intaccato i muscoli e non le ha detto quale esito avrà, e quando. La sua, e quella del fidanzato, è però una storia molto diversa e molto normale. Anzi, che va oltre la norma. Di recente, per dirne una, sono stati in Tanzania, per volontariato, in una missione. «Abbiamo coronato un sogno», dicono.Insieme hanno scritto un libro, «Riaccedente la musica – Diario dal silenzio», presentato lunedì sera a Villa Fiorelli davanti a un pubblico che in pochi si sarebbero aspettati. Nato dalla forte collaborazione con la cooperativa Arcobaleno, dove Daniela lavora, e dal contributo della Provincia, il libro è consigliato a tutti, senza distinzione d’età, genere e stato di salute.Autori e cooperativa Arcobaleno sono d’altra parte grati alla Circoscrizione nord, visto l’inserimento della serata di presentazione in un programma che prevedeva, in queste ultime settimane, la presenza di scrittori e artisti famosi.Il libro è il diario della malattia o, meglio, della vita di una coppia, d’una ragazza di nemmeno 29 anni e di un ragazzo di 32. È il loro dialogo, aperto a tutti, scritto in forma semplice, che fluisce bene e che non abbandona mai il lettore a pensieri angosciosi. Contro la malattia, certo, è in corso la battaglia. Ma dopo aver subito interventi chirurgici ed esami invasivi spiega Daniela adesso è una lotta personale dalla quale l’autrice è certa di uscire vincitrice. Perché la malattia stessa assicura le ha insegnato molto, le ha fatto scoprire doti, dalla pazienza alla forza d’animo alla voglia d’ascoltare, che non pensava proprio di possedere. Insomma, Daniela Sgobbo è riuscita a mettere all’angolo il nemico, a vivere e a sognare, e (quasi) a batterlo con le armi che la malattia stessa le ha consegnato.Il messaggio di questo diario e, soprattutto, di una coppia che non si è mai persa e che spera di andare presto a vivere insieme, è un messaggio di speranza. Di vita. «Spero che possa servire dice Daniela Sgobbo anche a tutti coloro che, colpiti dalla malattia, finiscono per chiudersi in se stessi». L’autrice, del resto, ha fatto e fa l’esatto contrario. Una vita più che normale, con un lavoro, il fidanzato, l’automobile e il volontariato. Preferisce parlare meno della malattia e più del libro, del diario-dialogo di una coppia di fidanzati, appunto. Anche perché, a chiederle che cosa le piace, Daniela parla di decoupage, pittura e, soprattutto, «leggere, scrivere e Salvatore». Occhio, però. Il libro non è neppure un romanzo rosa. In una coppia che si rispetti, del resto, non è mai tutto rose e fiori.