Prato

San Paolo viaggia online

Sono catechesi molto agili, adatte per gli incontri nelle parrocchie ma anche nei caseggiati o nelle associazioni, quelle predisposte sulla Prima Lettera ai Corinzi dall’Ufficio catechestico. Le quindici schede, si soffermano su un brano del testo paolino, che viene proposto dopo una preghiera iniziale; seguono spunti di riflessione, altri di attualizzazione; viene poi proposto un momento di silenzio e uno di risonanze; alcune intenzioni di preghiera e il Padre Nostro concludono lo schema dell’incontro. Ovviamente – e in questo la disponibilità on line del testo è particolarmente comoda e funzionale – la catechesi può anche essere in parte personalizzata.Tutte le catechesi si trovano all’indirizzo: www.diocesiprato.it. Dove possiamo leggere la lettera?Nel Nuovo Testamento, la cosiddetta Prima Lettera ai Corinzi si trova inserita, seguendo l’esempio dei più antichi codici, come seconda tra le lettere di Paolo, preceduta solo da quella ai Romani, che è la sua lettera più lunga tra quelle destinate ad una comunità. In realtà, però, non si tratta della prima lettera scritta ai Corinzi in senso assoluto, ma soltanto la prima di quelle a noi giunte, vedi 1 Cor 5,9. Chi è l’autore?Anche gli studiosi più critici non hanno quasi mai messo in discussione il fatto che la lettera sia stata scritta dall’apostolo Paolo (non si riesce a comprendere bene quale ruolo abbia svolto nella elaborazione dello scritto Sostene, indicato da Paolo accanto a se stesso come mittente in 1 Cor 1,1). Chi sono i destinatari?La città di Corinto. Dopo la sconfitta della lega greca contro Roma nel 146 a.C., l’antica Corinto era stata rasa al suolo. Un secolo dopo, essa era stata ricostruita come colonia romana da Cesare nel 44 a.C., grazie al fatto che si trovava in posizione strategica, in collegamento diretto, sull’istmo di Corinto, con ben due porti che si trovavano su due mari diversi (Cencre sull’Egeo e Lecheo sullo Ionio): in poco tempo era così divenuta rapidamente una delle città più grandi dell’impero, punto di collegamento imprescindibile per tutto ciò che viaggiava, sia per commercio che per trasporto, nell’impero tra Occidente e Oriente e viceversa (terza città di tutto l’impero dopo Roma e Alessandria d’Egitto)Come spesso accade a città di mare e di porto, Corinto era una città dalle caratteristiche particolari:estremamente cosmopolita, dal momento che alla colonia cesariana costituita da cittadini romani ed italici, si erano aggiunti, grazie anche a vari incentivi legislativi e fiscali degli imperatori, cittadini di ogni parte del mondo che vi avevano preso dimora, stabile o solo passeggera: si trattava soprattutto di greci, ma anche di giudei e di orientali, di uomini e donne soprattutto attratti dalla possibilità di lavoro e di commercio;visto il suo ruolo essenziale nei commerci era divenuta una città addirittura proverbialmente ricca da un punto di vista economico (ricchezza che si era concretizzata in molte realizzazioni architettoniche di grande valore e imponenza, sia religiose che civili); vista la sua composizione sociale così variegata, era comunque una realtà culturalmente aperta e tollerante: ne siano esempio la presenza abbondante dei nuovi culti misterici orientali e la stessa accoglienza data alle comunità giudaica e cristiana; era poi famosa in tutto il mondo antico per il tempio a Esculapio (con l’annessa cura dei malati) e per i giochi sportivi detti «Istimici», secondi per fama e importanza solo a quelli «Olimpici», e che si svolgevano ogni 2 anni. Questa crescita rapidissima e un po’ scomposta era stata suggellata dal fatto che era divenuta quasi subito capitale della provincia romana dell’Acaia (da qui la presenza del proconsole della provincia, vedi At 18,12-16).La comunità di Corinto. Si tratta di una comunità che vive in pace con l’ambiente circostante: non si parla di nessun movimento di rigetto da parte della società, e anzi si testimonia positivamente una coabitazione pacifica e rapporti di buon vicinato (vedi ad esempio 1Cor 8,10; 10,27ss). Si tratta soprattutto di una comunità composita, composta da uno spettro socialmente, culturalmente, economicamente, religiosamente ed etnicamente molto differenziato. La sua composizione è dichiarata in modo esplicito da Paolo stesso in 1,26: «Considerate infatti la vostra vocazione, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili».