Prato

«Grave peccato non investire la ricchezza per creare lavoro»

di Gianni Rossi «Chi avesse grandi capitali e li tenesse fermi anziché investirli per creare ricchezza da condividere con tutti, ovvero nuovo lavoro, commetterebbe un grave peccato». È forte il monito che il Vescovo di Prato Gastone Simoni ha lanciato al termine dell’omelia nella messa vespertina celebrata sabato 29 novembre nella cattedrale di Prato. È un richiamo all’impegno di tutti. «Chi ha più responsabilità, chi ha più potere, chi ha più soldi, è chiamato ad adoperarsi con questi mezzi per il bene complessivo della nostra comunità». Ma nelle parole del presule, che ha voluto nella prima domenica di Avvento una speciale preghiera per il lavoro nel distretto tessile pratese, c’è anzitutto un richiamo alla speranza, che è «la virtù dei tempi difficili, non di quelli facili». È in questo spirito che mons. Simoni ha celebrato la messa, come momento centrale della corale invocazione al Signore a cui ha chiamato la diocesi pratese. Una preghiera per la tenuta dell’economia del distretto tessile, attraversata da una «grave e profonda crisi», come mons. Simoni l’ha definita più volte. Le intenzioni dei fedeli, durante la celebrazione eucaristica, sono state quelle appositamente composte dal Vescovo per questa occasione; lo stesso testo è stato letto in diocesi a tutte le messe vespertine del sabato e di domenica 30 novembre. «Ti preghiamo per il nostro popolo angustiato in questo periodo da una forte preoccupazione per il lavoro e per le conseguenze negative della recessione economica in atto nel mondo e tra noi», recita una delle tre preghiere. E ancora: «Ispira in coloro che hanno responsabilità sociali e in quanti dispongono di capitali e di capacità imprenditoriali il senso della giustizia e la passione del bene comune, la generosa dedizione ai loro compiti, la saggezza delle idee e delle decisioni». Durante l’omelia, mons. Simoni non ha mancato, nello spirito penitenziale dell’Avvento, di chiedere perdono per le colpe della società locale, oltre che per quella internazionale. Anche perché «Tutti i grandi mali sociali, a ben vedere – ha affermato il presule – dipendono alla fine dal nostro voltafaccia a Dio e ai suoi comandamenti». Il Vescovo di Prato ha rinnovato uno dei suoi appelli più cari: «Non si esce dalla crisi se non tutti insieme, perché tutti siamo responsabili di tutti». Un appello, quello di mons. Simoni a pregare per il lavoro e contro la crisi, che ha calamitato l’attenzione anche dei giornali nazionali. Sul lavoro il Vescovo ha avuto modo di tornare anche martedì scorso, intervenendo ad un convegno organizzato dal Centro di solidarietà di Prato, dalla Provincia e da Pragma Service in Palazzo Banci Buonamici. Titolo dell’incontro: «Sicurezza, Qualità ed Etica nel lavoro sociale». Forte, anche in questo caso, l’ammonimento del vescovo. «La crisi economica ha effetti negativi anche sulla qualità del lavoro – ha spiegato – e rende più vulnerabili i lavoratori proprio sul fronte della sicurezza» Non solo. Anche le condizioni economiche e contrattuali che vengono spesso accettate non corrispondono, per monsignor Simoni, a un’etica del lavoro che dovrebbe fondarsi su un rapporto di lealtà reciproca, fra datore e lavoratore, e di rispetto, anche in termini economici, della dignità di chi presta la sua opera. In sostanza, uno dei peggiori volti della crisi riguarda proprio le condizioni di lavoro, non solo in fabbrica e nei cantieri. Ha collaborato Fabio Barni

(dal numero 44 del 7 dicembre 2008)