Prato

Mezzana di Cantagallo, il borgo che vivrà due volte

di Giacomo Cocchi«Quella è la casa della comunità, mentre questa è la sala della meditazione». Fabio riesce già a vedere il lavoro finito e a immaginarsi in mezzo ad uno splendido borgo immerso nell’Appennino. Oggi invece ci sono solo una dozzina di case diroccate, con il tetto sfondato, con le piante di rovo che avvolgono le pareti e chiudono finestre, dalle quali nessuno più si affaccia da oltre cinquant’anni. È il piccolo paese di Mezzana, nel Comune di Cantagallo, a mezza costa sui monti della Calvana, sotto Montecuccoli e sopra Carmignanello. Un borghetto nascosto alla vista di chi percorre la strada regionale 325, un paese svuotato negli anni ’50 e pronto a tornare a nuova vita grazie ai Ricostruttori nella Preghiera. Fabio Panconesi, 38 anni, è uno di loro, un «ricostruttore», membro di questa comunità religiosa nata 32 anni fa in Piemonte per ispirazione di un gesuita, padre Gian Vittorio Cappelletto, scomparso due anni fa. Barba e capelli lunghi da profeta, Fabio si muove tra i vecchi edifici ammirando quella che un giorno sarà l’ottava casa toscana della comunità. Per adesso il giovane si divide tra Firenze, dove i Ricostruttori hanno una sede, il Seminario diocesano di Prato e Migliana, dove presta servizio liturgico. È entrato a far parte della comunità di padre Cappelletto sei anni fa, ha terminato gli studi in Teologia a Firenze e recentemente ha ricevuto, per mano del Vescovo Simoni, il ministero dell’Accolitato. Entro l’estate sarà ordinato diacono e poi, probabilmente il prossimo anno, sacerdote. Suo il compito di trasformare il paese fantasma di Mezzana in un luogo di spiritualità e di accoglienza. Una missione che rientra nel carisma dei Ricostruttori nella Preghiera, autori in 30 anni della ristrutturazione di numerose chiese, case e complessi in stato di abbandono sparsi in tutta Italia, da Torino alla Sicilia. «Prima si “ricostruisce” l’uomo, partendo dalla preghiera – spiega Fabio – e poi dopo quella spirituale, avviene anche la “ricostruzione” fisica, compresa quella dei luoghi». Una delle caratteristiche della comunità è quella «di parlare con i lontani» sottolinea padre Guidalberto Bormolini, superiore dei Ricostruttori in Toscana. Nella nostra regione attualmente sono in sette, cinque uomini e due donne. «Tra di noi ci sono religiosi, uomini e donne consacrati e terziari, che noi chiamiamo “volontari ricostruttori”. Molti di loro – dice padre Guidalberto – gestiscono le case che risistemiamo e le aprono per momenti di incontro, soprattutto di preghiera». La dimensione spirituale, della preghiera è un aspetto che Fabio ripete più volte, spiegando cosa intende la comunità con «preghiera del cuore». «È un tipo di spiritualità che appartiene ai primi monaci, – dice Fabio – una preghiera silenziosa, la ripetizione di una giaculatoria per essere consapevoli di stare alla presenza del Signore». Le sedi dei Ricostruttori sono tutte oasi di pace immerse nel verde e Mezzana è il posto ideale per dar vita nella nostra diocesi a un luogo dove le persone possono ritagliarsi un momento di serenità in comunione con Dio. «Anche Fabio ed io, prima, eravamo “lontani” e come noi la maggior parte di coloro che oggi vivono nelle nostre comunità», dice padre Guidalberto. «Poi abbiamo scoperto Dio e ce ne siamo innamorati» aggiunge Fabio.Anche per loro vale il precetto benedettino «Ora et labora». Quando aprono il cantiere i ricostruttori, religiosi e volontari, uomini e donne, lavorano di buona lena, «sei giorni e mezzo su sette» assicura Fabio, per risistemare la casa o la chiesa affidata alle loro mani. Padre Guidalberto da giovane ha fatto il carpentiere, il muratore e il falegname e spesso è stato direttore dei lavori di molte ristrutturazioni. «Qui cominceremo non appena il Comune di Cantagallo sistemerà la strada che arriva da Carmignanello – dice Fabio – e poi in due mesi e mezzo dovremo farcela a tirare su il tetto e rimettere i muri di alcuni edifici. A Catania ho lavorato ad una casa che era messa molto peggio di queste».È il Comune, amministrato da Ilaria Bugetti e proprietario del borgo, che ha stipulato un contratto di comodato con i Ricostruttori, che prevede l’utilizzo delle case e del luogo in cambio di una ristrutturazione e della promessa di una strada facilmente percorribile; attualmente è molto dissestata. «Abbiamo a disposizione finanziamenti regionali per la strada di Mezzana – assicura il sindaco Bugetti – e dovremmo intervenire a breve, così questa estate potranno cominciare i lavori al borgo». Tra Amministrazione comunale e Ricostruttori il rapporto è iniziato alcuni mesi fa, «siamo andati da loro con la Giunta e il Consiglio comunale al completo, ci hanno davvero colpiti per serietà e affidabilità», commenta Bugetti.Come è organizzato il vostro cantiere? «Quando iniziamo un lavoro, – spiega Fabio – siamo una ventina, allestiamo tende, una sala preghiera, la cucina e i bagni e poi cominciamo a fare i muratori e i carpentieri. Un’esperienza di comunità bellissima e altamente formativa». Il sogno di Fabio è di far tornare le famiglie ad abitare il borgo di Mezzana, «creando una comunità che vive secondo la nostra spiritualità», e guardando con lui la grande casa a due piani già destinata alla «sala di meditazione», il progetto pare davvero possibile.(dal numero 13 del 10 aprile 2011)