Prato

Profughi, la Diocesi disponibile all’accoglienza

L’apertura, mons. Simoni l’ha comunicata nel pomeriggio di giovedì 7 aprile, con la lettera alla stampa che riportiamo in prima pagina. Poche, accorate, righe con cui il Vescovo ha dichiarato la disponibilità della Diocesi e di gruppi del volontariato pratese ad accogliere temporaneamente in alcuni ambienti ecclesiali un numero, pur ridotto, «di profughi particolarmente bisognosi coinvolti nelle drammatiche vicende attuali: si pensa in particolare a famiglie, mamme e bambini provenienti dalle zone di guerra e di carestia». «La nostra Chiesa – ha detto Simoni – non può chiudere il cuore – e neppure Prato può chiuderlo – di fronte alle tragedie di tanta povera gente. Dovrebbe essere ovvio per tutti che l’unico movente di questa iniziativa del Vescovo è la pietà cristiana, unita in ogni modo alla consapevolezza della fattibilità di quest’opera d’accoglienza cordiale, ben organizzata, limitata nel tempo e compiuta in collaborazione con le Istituzioni».L’intervento del Vescovo si è inserito in un dibattito avvitato ormai da giorni sul tema: immigrati sì, immigrati no. Il 23 marzo l’assessore comunale all’Immigrazione Giorgio Silli e l’onorevole Riccardo Mazzoni del Pdl avevano scritto al Ministro dell’Interno Maroni: «Prato è già la Lampedusa della terra ferma e, per quanto già membri del progetto Sprar – il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati -, non possiamo accogliere altri profughi ed immigrati sul nostro territorio. In maniera responsabile stiamo gestendo il fenomeno migratorio e gli asilanti già soggiornanti in città, ma i numeri e le stime di stranieri presenti palesano una assoluta saturazione del nostro tessuto sociale ed urbano».Mons. Simoni ha espresso la disponibilità della Diocesi senza entrare direttamente nelle polemiche. Anzi, il suo ragionamento ha offerto proprio l’occasione per fare un passo in avanti, distinguendo tra i profughi – quelli che la Diocesi è disponibile ad accogliere in un piccolo numero, ovvero persone scappate dalla guerra e dalla fame – e immigrati – i tunisini, per intendersi. Dopo le parole del vescovo Simoni, venerdì 8, si è riunito un tavolo con Provincia e Comuni del territorio in cui è stato detto «No alla logica della porta chiusa, sì a una verifica concreta senza nascondere le difficoltà». Posizione condivisa dal presidente Lamberto Gestri e dai sindaci di Cantagallo, BugettiCecconi, di Carmignano, Cirri, dal vicesindaco di Vaiano, Bosi, e dagli assessori Castellano (Poggio a Caiano) e De Masi (Montemurlo). Secondo Gestri «È stato un incontro positivo. Abbiamo il dovere di verificare nel nostro territorio se ci sono disponibilità d’accoglienza, nei limiti e con le difficoltà che tutti conosciamo. Raccogliendo anche l’appello del Vescovo di Prato, ci sarà una verifica seria, concreta. Alcune ipotesi già sono in campo».Alla riunione, coordinata dall’assessore Loredana Ferrrara, hanno preso parte l’assesssore Giorgio Silli per il Comune di Prato, Vinicio Biagi per la Regione Toscana, Riccardo Poli per la Asl 4, e Idalia Venco per la Caritas, che ha confermato la disponibilità di alcuni spazi di accoglienza sul territorio pratese.Da parte sua il Comune di Prato, presente con l’assessore Silli, ha fatto sapere che «responsabilmente continuiamo a partecipare a tutti i tavoli che monitorizzano questa situazione internazionale e continueremo a parteciparvi», ribadendo però che «attualmente non ci sono le condizioni di poter dare delle disponibilità di accoglienza. Avendo già superato la fase acuta dell’emergenza circa l’alloggio dei 500 tunisini in Toscana, nessuno dei quali a Prato, in questo momento non c’è né necessità, né emergenza».Sulle parole del Vescovo si è però accesa la polemica politica. Claudio Morganti, europarlamentare della Lega Nord, ha dichiarato che «Prato è una vasca piena dove bisognerebbe trovare il modo per svuotarla. Il Vescovo dovrebbe pensare alle tante famiglie pratesi in difficoltà che faticano ad arrivare alla fine del mese o a pagare l’affitto, anziché pensare ad ospitare altri immigrati». Mentre militanti di Forza Nuova hanno appeso domenica pomeriggio per pochi minuti uno striscione alla Villa del Palco («Signor Vescovo: prima aiutavi i cristiani, oggi solo i musulmani»), motivando con un comunicato il gesto: «Noi chiediamo che tutti gli sforzi delle istituzioni e della Chiesa vengano indirizzati verso i cittadini pratesi, in quanto i primi ad averne un legittimo diritto e una reale necessità, alla quale non si può negare un seguito concreto». Attacchi contro i quali Gestri ha espresso la propria solidarietà («È vergognoso e ipocrita l’atteggiamento di chi attacca senza neppure sapere di cosa parla»).«Sui profughi la giunta comunale sta facendo una brutta figura», spiega poi il capogruppo del Pd, Massimo Carlesi. «Bene sta facendo il vescovo Gastone Simoni a dare il buon esempio aprendo all’accoglienza nei confronti dei profughi del nord Africa. Per evitare di parlare soltanto per suscitare i bassi istinti contro il prossimo per raccattare qualche preferenza in più l’assessore all’integrazione Giorgio Silli dovrebbe tenere di conto che non si trova di fronte ad un gruppo di clandestini da respingere e da rimpatriare secondo le leggi dello Stato. Niente affatto. Il governo Berlusconi, che pure ha lo stesso colore politico della maggioranza di Silli, ha riconosciuto un permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari a chi è fuggito dall’instabilità politica africana. Non si capisce, perché, debba essere criticato quindi il vescovo Simoni, che si è limitato semplicemente a trarne le conseguenze proponendo un atto ispirato ad un vero spirito cristiano mancante, invece, nell’atteggiamento di questa giunta».Giovanni Bambagioni, coordinatore provinciale Udc, stempera: «La proposta del Vescovo non si pone in contrapposizione con la giusta preoccupazione dell’ amministrazione comunale, ma richiama a uno sforzo ulteriore, a un impegno supplementare, a non arrendersi di fronte alle difficoltà. Siamo proprio sicuri che, con la cura e l’amore della Curia, non si possano accogliere alcuni gruppi familiari, magari le donne e i bambini sopravissuti all’immane tragedia dell’orrendo naufragio della scorsa settimana?».(dal numero 15 del 17 aprile 2011)

«La nostra Chiesa non può chiudere il cuore. Preghiamo per i morti nel Mediterraneo»

Pubblichiamo l’appello lanciato dal vescovo Simoni giovedì scorso, 7 aprile. Il Vescovo ha dato così la disponibilità della Diocesi di Prato ad accogliere un piccolo numero di profughi provenienti dalle zone di guerra e carestia dell’Africa. Di fronte alle drammatiche immagini dei naufragi di massa, il vescovo Simoni ha espresso solidarietà fattiva, promuovendo per domenica scorsa, 10 aprile, una messa in suffragio e preghiera in tutta la Diocesi.

Mons. Gastone Simoni dichiara la disponibilità della Diocesi e di gruppi del volontariato ad accogliere temporaneamente in alcuni ambienti ecclesiali un numero, pur ridotto, di profughi particolarmente bisognosi coinvolti nelle drammatiche vicende attuali: si pensa in particolare a famiglie, mamme e bambini provenienti dalle zone di guerra e di carestia. La nostra Chiesa non può chiudere il cuore – e neppure Prato può chiuderlo – di fronte alle tragedie di tanta povera gente.Dovrebbe essere ovvio per tutti che l’unico movente di questa iniziativa del Vescovo è la pietà cristiana, unita in ogni modo alla consapevolezza della fattibilità di quest’opera d’accoglienza cordiale, ben organizzata, limitata nel tempo e compiuta in collaborazione con le Istituzioni.Mons. Vescovo, inoltre, domenica 10 aprile alle ore 19 (il testo è stato diffuso giovedì 7, ndr) celebrerà in cattedrale la S. Messa d’orario per ricordare e suffragare tutti i morti uccisi nelle guerre in corso e durante i moti rivoluzionari avvenuti in quest’ultimi mesi in varie nazioni del Nord-Africa, dell’Africa e del Medio Oriente, nonché per tutti i poveri – troppi poveri! – travolti e affogati nel mar Mediterraneo.Ha disposto inoltre che in ogni chiesa della Diocesi nella stessa domenica si facciano preghiere per la medesima intenzione.