Prato

Scritte alle Carceri, non si ferma lo scempio

di Damiano FedeliL’ultimo episodio risale alla scorsa settimana, quando due ragazzini sono stati scoperti a imbrattare con un pennarello la facciata della basilica di Santa Maria delle Carceri. Pratogonisti due minorenni, un quindicenne pratese, un sedicenne di nazionalità rumena. La pattuglia della polizia li ha portati in Questura, dove sono stati denunciati per deturpamento, per poi essere riconsegnati ai genitori.Ma basta fare un giro intorno alla storica basilica, capolavoro dell’arte rinascimentale, per vedere quanto quello dell’altro giorno non sia un episodio isolato. Scritte di ogni colore, simboli osceni, persino bestemmie, circondano il capolavoro del Sangallo su ogni lato. Con particolare gravità, ovviamente, nell’angolo più riparato, quello dietro al parcheggio del Castello. Il parroco delle Carceri, mons. Carlo Stancari, che da anni si batte contro questo tipo di vandalismo – reso se possibile ancor più odioso dalla recente fine dei lavori che avevano restituito la basilica a tutto il suo splendore – è arrabbiato, anche se non nasconde un certo scoraggiamento. Lancia anche un nuovo allarme: con la stagione calda non sarà difficile trovare coppiette a fare sesso sui gradoni della chiesa.«Vede: di recente sono stato ad Assisi», esordisce. «Mi sono fatto un giro per lo splendido centro storico medievale e non ho trovato nemmeno una scritta. Si tratta di consapevolezza che la custodia della città è il biglietto da visita per un turismo responsabile, ma anche di attenzione alla memoria di un patrimonio così rilevante». Il parroco si interroga: «Mi sono chiesto tante volte perché questi ragazzi lo facciano. C’è mancanza di educazione, ma anche bisogno di esprimersi, di essere al centro dell’attenzione. In modo del tutto sbagliato, però. E allora mi chiedo anche: la città ha gli spazi perché i ragazzi si possano esprimere? Cosa c’è d’altro se non i pub? Che tipo di educazione civica si dà rispetto alle relazioni umane? Sì, va bene: illuminiamo meglio, mettiamo le telecamere (noi lo abbiamo fatto su due lati, sul Castello non abbiamo possibilità), ma il problema è più profondo, evidentemente. Ed è una sfida educativa». A don Stancari non è andato giù nemmeno l’evento sportivo organizzato sabato scorso dal Coni: «Erano stati allestiti campi sportivi fino al sagrato, rendendo impossibile l’ingresso della gente in chiesa.E poi la musica a tutto volume… Per carità, io non sono contro niente, se fatto negli spazi adeguati. Ma se è la città stessa a non voler bene ai propri monumenti…».(dal numero 19 del 22 maggio 2011)Borchi: punizioni più severe ed educative per i responsabiliIl vicesindaco Goffredo Borchi si dice amareggiato per il perdurare dell’emergenza scritte sulla basilica delle Carceri e indica le sue soluzioni. «C’è un aspetto generale, quello della prevenzione e della repressione. Credo che ci voglia un salto di qualità nelle pene: una sanzione solo amministrativa non educa. Occorrerebbe qualcosa – ma questo è un problema nazionale, non comunale – con l’affidamento ai servizi sociali e a un programma di rieducazione. Sullo specifico delle Carceri, come intervenire? Già nel passato lo abbiamo fatto, per il recupero del materiale. Il marmo è delicatissimo, non è un intonaco. Vedremo come aiutare don Carlo. Però ripeto: ci vuole un salto di qualità nelle punizioni; il solo accompagnamento dai genitori è troppo poco».