Prato

Cinesi licenziati perché in ritiro con la parrocchia

di Elia FrosiniQuando si parla della comunità cinese della nostra città, non è raro avere a che fare con argomenti delicati e di difficile soluzione. Soprattutto se si pensa alla minoranza cattolica – circa 150 persone -, sono all’ordine del giorno situazioni che ledono anche i più semplici diritti umani. Sono stati riscontrati casi in cui, in un conteso di lavoro sommerso, operai cinesi siano stati licenziati per avere partecipato a determinate iniziative parrocchiali, come gite o ritiri. Proprio a causa degli estenuanti orari di lavoro, dalle 10 alle 15 ore al giorno, diventa difficoltoso essere presenti alle attività parrocchiali, se non in rari momenti domenicali, anche perché è impossibile tutelare l’impiego senza un adeguato contratto. Anche di questi problemi si parla nel Consiglio pastorale dei cattolici cinesi di Prato, con sede nella parrocchia dell’Ascensione al Pino, nato non solo per organizzare la vita catechetica della comunità ma anche per affrontate questioni di tipo sociale. Costituito alcuni anni fa per volontà dell’allora viceparroco don Giuseppe Zhao, il Consiglio è stato recentemente rinnovato lo scorso 16 ottobre dall’attuale cappellano della comunità don Francesco Saverio Wang.La grande novità del neoeletto Consiglio pastorale è soprattutto l’aggiunta di alcuni italiani. «La volontà di don Francesco era proprio quella di aprire gli incontri anche ai cattolici pratesi, – ci dice Giuseppe Bruno, uno dei membri italiani dell’assemblea e collaboratore molto stretto di don Wang – mentre il consiglio di don Zhao era formato solo da cinesi». In totale il nuovo consiglio è formato da circa 18 cinesi e 7 italiani (2 laici e 5 religiosi), con momenti di discussione e traduzione simultanea. Un’altra novità molto importante è il fatto che alcuni dei membri del Consiglio pastorale cinese gravitano anche nel Consiglio parrocchiale dell’Ascensione, cosa voluta fortemente da don Francesco Wang proprio per creare un’interazione concreta tra le due realtà. I temi trattati alla prima riunione del nuovo consiglio sono stati soprattutto due: la necessità di dividere i presenti in varie commissioni, ognuna delle quali si occuperà di un ambito specifico della vita parrocchiale come l’accoglienza, gli aspetti liturgici, le cerimonie e le feste, e la necessità di rafforzare il processo di integrazione con i fratelli pratesi. «C’è stata una discussione molto animata al primo incontro – continua Bruno – perché anche loro sentono il desiderio forte di entrare in contatto con gli italiani. La prima iniziativa concreta approntata è stata proprio la preghiera di Taizè». Lo scorso 20 ottobre, infatti, la chiesa dell’Ascensione al Pino ha accolto la «Preghiera di Taizè», un momento di adorazione in tre lingue – cinese, latino e italiano -  a cui sono stati invitati tutti i pratesi.Un primo grande segno che ha concretamente mostrato che l’integrazione è possibile, soprattutto se desiderata da entrambi le parti: «Siamo molto soddisfatti perché hanno partecipato molti italiani; – ha detto don Francesco Saverio Wang – per questo la riproporremo ogni prima domenica del mese». Oltre alla preghiera, ci sono altri progetti in ponte, come ad esempio la costituzione di un’associazione per la creazione di corsi di cinese per italiani e di italiano per cinesi.(dal numero 40 del 13 novembre 2011)