Prato

Case popolari, Prato vuol colmare il ritardo

di Damiano FedeliLa graduatoria definitiva è stata pubblicata venerdì 25 novembre. Si tratta del bando 2010 per l’assegnazione di alloggi di Edilizia residenziale pubblica. Saranno consegnati circa 172 alloggi: 132 di nuova costruzione, i restanti «di risulta», ovvero di abitazioni che, per una serie di motivi – di solito perché sono venute meno le condizioni per le assegnazioni – sono state tolte alle famiglie cui erano stati inizialmente consegnati e rimessi a disposizione di altri che attualmente siano in stato di necessità.Se si considerano solo le nuove costruzioni (132), si tratta di un aumento non di poco conto del patrimonio di edilizia pubblica a Prato, 1400 alloggi circa, quota che pone Prato come fanalino di coda in Toscana. Cinquanta saranno dedicati alle giovani coppie a Tavola, 22 ulteriori alloggi sempre a Tavola, 22 a Galciana, 38 nell’ex residence Galilei. E altri interventi sono in arrivo. «Firmeremo un accordo di programma con la Regione Toscana – spiega l’assessore alle Politiche sociali, Dante Mondanelli – per un investimento in costruzioni di edilizia sociale di vario tipo (dalle convenzioni con affitto sotto controllo all’affitto a riscatto). Un totale di 15 milioni di euro per un incremento stimabile in un centinaio di unità abitative».All’ultimo bando per l’Edilizia residenziale pubblica, che era a livello provinciale, si sono presentate 1598 persone: gli ammessi sono risultati 1299. Fra quanti hanno fatto domanda, gli stranieri sono il 38% circa, fra i 170 che riceveranno l’alloggio, gli stranieri sono il 31%. «Prima dell’assegnazione, che comincerà nel primo quadrimestre del 2012 saranno effettuati ancora precisi controlli per capire se chi entra ha ancora i requisiti che aveva al momento del bando», sottolinea l’assessore.La bassa quota di alloggi popolari a Prato (se si pensa che in città più piccole come Livorno o Pistoia sono rispettivamente 11mila o 6mila) è il frutto di un insieme di cause, anche storiche. «Forse in origine era anche il basso fabbisogno di case di questo tipo», sottolinea Mondanelli. «Per i figli di operai, la casa era il primo investimento. E poi va aggiunto il fatto che la distribuzione delle risorse era fatta su base provinciale e noi siamo una provincia giovane».Sul fronte dell’emergenza abitativa, il Comune fa sapere che ai propri servizi sociali si sono presentati una settantina di casi e che a tutti è stato fatto fronte con una soluzione temporanea (solitamente la formula è di sei mesi più sei mesi), tramite la propria rete – in grado di ospitare un centinaio di persone, con la precedenza per le situazioni mamma-bambino – fra alloggi di proprietà del Comune (37), alloggi dell’Agenzia Casa (28), affittacamere, Caritas e associazioni, alloggi provvisori per l’emergenza alloggiativa e per la psichiatria. «Nessuno è lasciato da solo – sottolinea Mondanelli – e abbiamo risposto alla stragrande maggioranza dei bisogni che in quest’anno si sono venuti a creare, grazie alla nostra rete di intervento sociale». Cooperative ed Epp insieme per nuovi interventi nell’edilizia popolare e «convenzionata». E intanto nasce il fondo immobiliare etico «Housing Toscano» per l’ambito sociale«Una preoccupazione per il 2012 c’è: la Regione, per ora, pare abbia azzerato i fondi per i bandi per il 2012. Confido che questo verrà corretto in base alle esigenze che ci sono». Federico Mazzoni è il presidente di Epp, Edilizia pubblica pratese. Qualche incognita per il futuro la vede, anche se si dice ottimista. Intanto illustra i risultati ottenuti nel 2011: «41,9 milioni di finanziamento totale per un incremento di 331 alloggi: 49 già completati quest’anno, di cui 24 a Montemurlo in affitto calmierato; 162 in costruzione; 40 alloggi con perfezionamento di finanziamento per l’appalto; 80 di nuova programmazione in corso di finanziamento. Abbiamo rimesso in funzione alcuni cantieri fermi per contenziosi (ad esempio quello di Galciana). Abbiamo sbloccato tutto lo sbloccabile e dato il via a diversi appalti. C’è il bando della Regione per 15 milioni. E siamo in gara anche (e dovremmo ottenere anche quello) per la realizzazione di un piccolo condominio solidale per 700mila euro: una realizzazione marginale, ma noi per principio qualunque euro cerchiamo di portarlo a casa».Proprio in vista di possibili altri tagli di investimenti pubblici, Mazzoni sottolinea come «Ci stiamo preparando, di concerto con le cooperative, per individuare le linee di azione per il prossimo futuro, in uno scenario in cui i fondi pubblici sono sempre minori. Dobbiamo cercare anche altre strade, altrimenti difficile pensare a delle realizzazioni con tempi lunghi. Bisogna tener conto che l’edilizia popolare è oggi qualcosa di più complesso di quello che è stato fino ad adesso. Non si tratta di creare dei contenitori per stipare il disagio. L’edilizia popolare è un passaggio con cui si accompagnano queste persone a una dinamica normale. Però bisogna creare le condizioni per questo turnover che è finora scarsissimo».Da una parte, quindi, c’è l’edilizia popolare classica – la cosiddetta Erp, Edilizia residenziale pubblica – che ha per protagonisti i soggtti pubblici e che riguarda le famiglie svantaggiate.Dall’altra c’è la edilizia che un tempo si chiamava «convenzionata» o «agevolata» e che oggi si chiama Ers, Edilizia residenziale sociale. Ovvero oggetti realizzati da una collaborazione fra pubblico e privato che si traducono in varie forme di affitto o proprietà: dall’affitto permanente all’affitto a riscatto fino alla proprietà convenzionata (a valori inferiori al mercato).«Sia la fascia più svantaggiata, che si rivolge all’edilizia pubblica, sia quella “grigia” che non riesce ad accedere al mercato si è ingrossata enormemente», spiega Federico Bettarini, presidente del consorzio di coooperative Edilcoop. «Un tempo la risposta era l’esproprio di aree che venivano messe a bando alle cooperative per i loro soci a un valore più basso del mercato. Oggi questo non si può più fare. In questo scenario, come cooperative di abitazione abbiamo firmato un protocollo d’intesa con Epp per nuovi interventi in questo ambito e stiamo lavorando per individuare quali siano le aree e i progetti che possono corrispondere alle esigenze dell’edilizia pubblica e di quella sociale».Un primo esempio di questa collaborazione è la partecipazione al bando regionale di fine 2010 in cui le cooperative Amicizia e Abitcop hanno sottoscritto un contratto pubblico per venti alloggi in proprietà convenzionata e venti per affitto a termine nella zona di via di Gello-via del Purgatorio. «Nel corso del 2012 sarà effettuata la progettazione dell’intervento edilizio per andare a cantiere nel 2013», spiega Bettarini. E altro frutto della collaborazione cooperative-Epp sono una trentina di alloggi Erp a canone sociale a San Giusto.«L’altro tema importante – spiega Bettarini – è quello della costituzione di un fondo immobiliare etico, Housing Toscano il suo nome, che vedrà la luce nei prossimi mesi fra le realtà cooperative di Firenze e Prato che operano nell’ambito dell’edilizia sociale. Questo fondo si candida a poter attingere al fondo nazionale della Cassa depositi e prestiti e parte con una dotazione di 400 alloggi a canone calimerato (200 a Prato, 200 a Firenze) e di un primo intervento a Paperino per 120 alloggi». Il fondo vedrà il varo nei primi mesi del 2012. Ha già l’ok della Banca d’Italia. Sarà un fondo etico proprio perché opererà per lo più proprio nel campo dell’edilizia residenziale sociale.D.Fed.

(dal numero 44 dell’11 dicembre 2011)