Prato

Don Didaco, il «processo» al via

di Giacomo Cocchi

Un altro passo verso la beatificazione di don Didaco Bessi, parroco di San Pietro a Iolo e fondatore delle suore Domenicane di Santa Maria del Rosario. La Congregazione per la Causa dei Santi ha aperto il processo di beatificazione e canonizzazione e nominato una «Commissione storica» con il compito di raccogliere tutte le informazioni sulla vita e le opere del sacerdote iolese vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, scomparso il 25 maggio del 1919.

La notizia ha riempito di gioia Madre Paola Collotto e tutta la comunità delle suore di Iolo che da oltre vent’anni sono impegnate nel ricercare documenti che testimoniassero la condotta di questo prete dotato di grande umanità e che fece della povertà e della carità il segno distintivo della propria vita. Soddisfazione anche per il Vescovo Simoni e per l’intera diocesi che vede un suo sacerdote protagonista del percorso più nobile per un cristiano, quello della santità.

La notizia era attesa con grande fiducia. La presenza a Prato del cardinale Angelo Amato, prefetto per le Cause dei Santi, in occasione della presentazione della biografia ufficiale di don Bessi scritta da Ulderico Parente e presentata lo scorso marzo in palazzo vescovile, aveva fatto ben sperare. In particolare il porporato, che ha scritto la prefazione al libro di Parente, aveva avuto per don Didaco parole di ammirazione e ne conosceva con precisione significativi episodi di vita. Questo a testimonianza che il materiale della cosiddetta «inchiesta diocesana», passaggio preliminare per la richiesta di apertura della causa, a Roma era stato letto e valutato con attenzione.

A seguito di quell’incontro, peraltro partecipatissimo dagli iolesi, mons. Simoni scrisse al cardinale Amato che non aveva «alcun dubbio sull’opportunità della sua canonizzazione (di don Didaco Bessi N.d.R.). Le virtù che arricchirono la vita sacerdotale di quest’umile sacerdote possono essere esempio per i sacerdoti, stimolo per tanti giovani a impegnarsi donando la vita per il Vangelo».

Adesso il lavoro passa alla «Commissione storica», presieduta da Ulderico Parente, docente di storia contemporanea alla Luspio di Roma e biografo ufficiale di don Bessi, e composta da Giovanni Bensi per la diocesi di Prato e Lucia Cecchi per quella di Pistoia. Fino al 1916 Iolo, come il resto della piana pratese, si trovava infatti nella diocesi di Pistoia, poi passò sotto Prato per decreto di Benedetto XV. Per questo sono necessari nella Commissione membri appartenenti alle due diocesi. Come detto il loro compito sarà quello di mettere insieme tutti gli scritti non ancora pubblicati. In un editto (pubblicato per intero nella parte regionale, a pagina 21), il Vescovo Simoni, oltre a dare comunicazione dell’apertura della causa, invita tutti coloro che avessero del materiale o notizie su don Didaco a farle pervenire presso la Curia vescovile in piazza Duomo, 48. Anche questo lavoro sarà seguito dal postulatore della causa, il domenicano padre Francesco Maria Ricci.

Terminata la raccolta dei documenti la Commissione la consegnerà alla Congregazione per la Causa dei Santi. Il compito di vagliare il materiale sarà a cura di due «teologi censori», soggetti supe partes che valuteranno, in base agli scritti presentati, le «virtù» di don Didaco. Anche questi sono stati nominati e sono padre Arturo Elberti, gesuita di Roma, e don Francesco Asti, della facoltà teologica di Napoli.

 

(dal numero 23 del 17 giugno 2012)