Prato

Donare l’1% del reddito contro la povertà

di Alice PolitanoFrenesia, abbondanza e ricerca estrema del benessere sembrano essere diventati, in molti casi, ingredienti essenziali per la vita, un po’ come il sale per gli alimenti. In mezzo a questo «mare» c’è anche chi, al contrario, ha voluto sintonizzarsi su una lunghezza d’onda diversa. Si tratta di venticinque, fra amici e soci dell’associazione Shaleku, i quali hanno deciso di donare, come cifra simbolica, l’1% dei loro guadagni a favore di opere sociali attive sul territorio pratese.

«L’iniziativa nasce in forma laica, è libera e spontanea e non legata in modo specifico al gruppo missionario Shaleku», racconta Luca Tofani, membro dell’associazione. «Ogni anno decidiamo a chi donare, – prosegue – per esempio, una volta lo abbiamo fatto con giovani donne in difficoltà e, un’altra, con un’associazione che lavora con gli immigrati».

L’idea è nata circa quattro anni fa a partire dalla lettura del libro «One world. L’etica della globalizzazione», pubblicato da Einaudi nel 2003 e scritto dal professore universitario Peter Singer, docente di bioetica all’università di Princeton negli Stati Uniti e dal 2005 presso la Melbourne University.

Secondo quanto teorizzato da Singer, se ognuno di noi si autotassasse dell’1%, la povertà nel mondo sarebbe eliminata. Nel 2009 il professore ha spiegato meglio la questione in un altro volume «Salvare una vita si può», in cui propone una scala di donazione in base al reddito ed indica un sito (www.thelifeyoucansave.com) dove poter calcolare la cifra da donare, trovare l’associazione e registrare la propria promessa.

«Sarebbe bello che le persone venissero a conoscenza dell’iniziativa, del fatto che devolvere anche solo l’1% del proprio stipendio è una cosa possibile», dice ancora Luca Tofani.

Se qualcuno volesse avere maggiori informazioni o fosse interessato alla donazione, anche in forma indipendente, può scrivere a info@shaleku.it o chiamare Luca Tofani al numero  335.177.6318.

(dal numero 24 del 24 giugno 2012)