Prato

L’ora dell’attesa

«Preparatevi pregando, questo è quello che vi chiedo»

«Mi raccomando, pregate per il nuovo Vescovo». È il primo impegno della Chiesa pratese per l’Anno della Fede proclamato da Benedetto XVI dal prossimo ottobre fino a novembre 2013. Mons. Gastone Simoni, per la prima volta, parla della sua successione e del suo successore, il cui nome è ancora da comunicare. E lo fa invitando la Diocesi ad attendere in preghiera questo importante passaggio per la comunità ecclesiale di Prato. Le parole di mons. Simoni sono pronunciate martedì 11 settembre al termine della prima e unica serata del Convegno diocesano in preparazione al nuovo anno pastorale. «Non manca molto tempo a conoscere il nome del mio successore e dunque non manca molto al passaggio del testimone da me a lui», ha detto il Vescovo Simoni alle tantissime persone presenti nella chiesa di San Francesco venute ad ascoltare la riflessione del card. Comastri. «Vivete questa stagione della vita della Chiesa di Prato con grande fede, guardando a chi va e guardando a chi viene con gli occhi della fede». Per mons. Simoni questa è una richiesta: «che viene dal profondo del cuore». Ma per il secondo presule residenziale pratese, Vescovo per 20 anni, «il piacere e il favore più grande che potete farmi è quello di seguire il nuovo Vescovo, ancora di più di come avere fatto con me, che era già tanto». Per questo abbiamo chiesto a tre persone, un sacerdote, una religiosa e un laico impegnato in diocesi, di raccontarci, dal loro punto di vista, come vivono questo momento di attesa.All’età di 75 anni, secondo il diritto canonico, un Vescovo «è invitato a presentare la rinuncia all’ufficio al Sommo Pontefice, il quale provvederà, dopo aver valutato tutte le circostanze». Mons. Simoni ha compiuto 75 anni lo scorso 9 aprile , ha messo nelle mani di Benedetto XVI il proprio mandato episcopale e ora è in attesa, come tutta la comunità pratese, di sapere il nome del suo successore. A oggi non è ancora arrivata nessuna comunicazione da Roma, dunque le notizie in merito uscite su alcuni quotidiani sono solo «toto-vescovo» e non cronaca, come ha chiosato ironicamente lo stesso mons. Simoni.

Fede e sentimenti nel momento dell’attesa

Come vive la Diocesi l’attesa per il nuovo vescovo? Lo abbiamo chiesto a un sacerdote – il can. Alessandro Magherini, parroco di Tobbiana e direttore del Centro diocesano per le vocazioni – a una religiosa – suor Stefania Lombardi, madre superiora delle suore agostiniane di Coiano San Martino – e a un laico impegnato – Alberto Toccafondi, vicepresidente del consiglio pastorale diocesano.«La prima cosa, senza retorica – spiega anche don Magherini, parroco di Tobbiana – è un grande senso di gratitudine al Signore per averci dato il Vescovo Simoni ed a lui stesso che ha fatto tanto per la Diocesi, attraverso la sua parola, le opere di carità che ha realizzato e anche a livello missionario. È stato per vent’anni testimone della fede e vero maestro; la sua è una parola che illumina». Per don Magherini è stata determinante anche «la lettura evangelica dei problemi e delle situazioni», dalla quale sono scaturite importanti realtà concrete. Per il futuro, ammette don Alessandro, si prova «un po’ di trepidazione: la ventata di novità, che inevitabilmente l’arrivo del nuovo pastore porterà con sé, ci mette in gioco di fronte a fatiche, rischi e speranze». Ma è proprio la speranza l’elemento caratterizzante del suo pensiero: «Non deve mai venir meno – dice – la speranza per quello che il Signore, che agisce attraverso le persone concrete, vorrà regalarci attraverso di lui». In parrocchia, don Magherini invita i fedeli a pregare, affidando al Signore questa Chiesa di Prato.Spiega suor Stefania: «C’è grande dispiacere per la partenza di mons. Simoni, persona di grande spessore, non c’è bisogno di dirlo. Di larghe vedute e grande sensibilità, specialmente per le tante aree di povertà. Anche nello spirituale ci sono tante povertà e rimane sempre tanto da fare». «È chiaro – prosegue la religiosa – che l’attesa del nuovo Vescovo non è perché si vuole che vada via l’attuale. È così che è la vita, ci sono degli avvicendamenti. L’attesa è che arrivi un padre, un pastore. Non dev’essere, è naturale, una copia del precedente. Preghiamo perché sia padre di tutti, attento alle varie componenti del popolo di Dio, che sappia cogliere quello che superficialmente non si vede ma è caratteristica profonda delle persone. Che abbia attenzione alla Chiesa, quell’attenzione che, appunto, deve avere un padre e un pastore, il quale conosce il suo gregge così da chiamare ciascuna pecora per nome. Certo, questo non è facilmente realizzabile, ma il pastore a questo deve tendere. Questo è quello che personalmente desidero: una persona che è accanto, ma che ha il compito di condurre. E noi camminiamo insieme a lui».Un aspetto che sta particolarmente a cuore a Suor Stefania («dal momento che sono 32 anni che lavoro nella scuola e nel mondo dell’istruzione») è che il nuovo Vescovo si impegni sul fronte dell’educazione. «Educare alla vita nuova del Vangelo e formare gli educatori significa guardare e far crescere le persone in senso globale», spiega. «Le famiglie da sole non ce la fanno, vanno aiutate nella ricerca della verità e a godere della bellezza. Formare educatori e testimoni della verità, della bellezza e del bene è un compito fondamentale per un pastore. Stando accanto alle famiglie si nota il relativismo, il vuoto educativo. L’augurio è che il nuovo Vescovo sia un uomo di Dio perché allora sarà nella strada giusta per essere uomo tra gli uomini».Per Alberto Toccaond, «Come ha detto lo stesso Simoni, pare che la stampa quotidiana locale abbia fretta che parta. Non è così, naturalmente, nella Diocesi: il nostro Vescovo ha dato le dimissioni e gli siamo tutti vicini. A me personalmente dispiace tanto che lui lasci la guida della nostra Chiesa. Per come c’è stato vicino, innanzitutto: abbiamo sempre sentito la sua presenza, dalle attività parrocchiali alle questioni diocesane più complesse. Si è sempre informato delle attività, ha sempre condiviso progetti e idee. Un po’ di timore, confesso, c’è che venga a mancare la confidenza totale che ci ha sempre portato Simoni». «Naturalmente – prosegue Toccafondi – non mi sbilancio sui nomi che di tanto in tanto escono. Ci aspettiamo un Vescovo maturo, non giovane, ma nemmeno una figura di transizione. Dovrà affrontare la situazione della Diocesi in modo deciso. La nostra è una Chiesa bella e complessa, che richiede impegno. Anzi, il nuovo pastore avrà pochi mesi per ambientarsi e ci sono tante cose che lo aspettano e che sono già in cantiere. Sicuramente questa è un’attesa fatta di preghiera. Siamo vicini al Vescovo che lascia e chiediamo allo Spirito Santo di darci un pastore altrettanto autorevole e umano nei confronti di tutti, bambini, malati, ultimi. Siamo anche vicini con la preghiera a chi dovrà compiere queste scelte». «Comunque – conclude sorridendo – da parte mia non la vedo come una scadenza immediata: finché c’è il Vescovo Gastone in piazza Duomo, sono tranquillo».

(dal numero 33 di domenica 23 settembre 2012)