Pisa

Le chiese nel Medioevo

di Simone Giusti

La basilica paleocristiana è una tipologia architettonica importantissima perché ha influenzato ed influenza tuttora l’architettura sacra. Secondo alcuni grandi studiosi, gli architetti, discostandosi da quello stile, non avrebbero più disegnato edifici sacri, ma semmai spazi architettonici profani usati come luoghi sacri.La basilica paleocristiana si caratterizza generalmente, per un quadriportico, un portale d’ingresso, una cavea a tre navate, un transetto, un abside. La luce proviene solo dall’alto, le navate sono separate da colonne, il transetto nella navata centrale è inaugurato da un maestoso arco, la pianta è a croce, al centro della croce vi è l’altare. La chiesa è orientata ad oriente. È un modello che si è sviluppato nei secoli immediatamente successivi alla pace costantiniana (313 d.C.). Con la pace costantiniana la fede cristiana veniva ufficialmente riconosciuta e accettata dall’Impero e pertanto la comunità cristiana poteva avere edifici pubblici. Questo modello, affinandosi progressivamente, ha sviluppato nei secoli mediovali numerose varianti e due principali espressioni architettoniche: il romanico e il gotico. Il progetto architettonico della basilica paleo-cristiana era pensato e voluto al totale servizio dell’espressione teologica, l’oggetto architettonico non doveva comunicare la soggettività estetica del progettista ma la verità della Chiesa corpo mistico di Cristo. È a questo proposito significativo che l’edificio sacro cristiano abbia preso il nome da ciò che intenzionalmente voleva significare: la Chiesa, il mistero della Chiesa, popolo convocato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. In questo modello «basilicale», ogni elemento aveva una sua funzione simbolica oppure era un preciso segno sacro. Ne indichiamo i principali. La pianta generalmente a croce latina (il braccio verticale molto più grande di quello orizzontale) era orientata a Oriente; cioè era un segno cosmico manifestante sia la presenza nel creato delle «impronte» dell’incarnazione del Verbo, sia l’approssimarsi del tempo della ricapitolazione finale quando il Signore Gesù siederà a giudicare l’umanità tutta sorgendo, come il sole, da oriente.Il quadriportico con al centro normalmente una fontana, indicava il nuovo Eden nel quale purificarsi prima di procedere incontro al Cristo Signore. Esso lascerà poi posto, nelle Chiese medievali, al battistero che era assialmente prospiciente il portale d’ingresso della Chiesa.Il portale era segno di Gesù Cristo. Si legge infatti nel Vangelo di Giovanni 10,9: «Io sono la porta. Chi entrerà attraverso di me sarà salvo».Le colonne erano simbolo del Cristo e della comunità dei fedeli. Ogni colonna è essenziale all’edificio così come ogni fedele nella Chiesa.Al transetto, in particolare alla zona di esso occupata dal presbiterio, si accedeva passando sotto un grande arco. Era la «ianua coeli» attraverso il quale si entrava nello spazio sacro per eccellenza; in esso solo alle persone consacrate era lecito sostare. Nel mezzo del transetto, al centro dei due assi della pianta a croce, era collocato l’altare, vero punto focale di tutto l’edificio. L’altare è segno di Cristo per eccellenza. Tutto lo spazio del presbiterio era racchiuso sia verticalmente che orizzontalmente da due semicerchi: dall’arco d’ingresso al transetto, e dall’abside che chiudeva ad oriente l’edificio. La scelta di una forma semicircolare non era causale: lo spazio semicircolare voleva indicare il luogo dell’incontro fra l’uomo e il divino, dell’imperfetto con il perfetto. Il cerchio era il simbolo della perfezione, il semicerchio dell’imperfetto. Nell’arte cristiana il cerchio verrà utilizzato soprattutto per simboleggiare, nel rosone frontale delle chiese, la Trinità, il semicerchio per indicare lo spazio dell’incontro dell’uomo con Dio.La luce veniva solo dall’alto. Da una monofora posta ad oriente al centro dell’abside e da altri spazi vetrati collocati normalmente nella parte alta della navata centrale. La luce che veniva dall’alto era simbolo della verità rivelata che illuminava la vita della Chiesa.In questo modello, tipico di tutta l’architettura medievale, ogni elemento ricercava la fusione nell’insieme. Anche gli elementi non strutturali quali sculture o pitture, quest’ultime inconcepibili isolatamente, trovavano la loro collocazione solo all’interno dell’armonia generale dell’edificio. Nei secoli medievali questo modello ha avuto notevoli varianti o modifiche. Le due principali: il romanico ed il gotico.Il romanico si sviluppa in stretta connessione, temporale e architettonica, con la basilica paleocristiana, ne mantiene tutti gli elementi principali, riduce le vetrate che prendono l’usuale forma di monofora o bifore.Nel cuore del Medio Evo, in Francia e in Germania soprattutto, il modello basilicale romanico vede sorgere la variante gotica. Le colonne si innalzano e si affinano, le vetrate si ampliano, gli archi divengono a cuspide, la pianta subisce leggere modifiche soprattutto nel transetto. Le Chiese divengono altissime.