Pisa

Olio di girasole nei carburanti: il sogno di Coldiretti

di Francesco Ippolito

Meno costi per l’impresa, più risorse ed investimenti per il made in Italy. È l’equazione che riassume l’impegno di Coldiretti per valorizzare le energie alternative ed in particolare il biodiesel.In occasione della visita pastorale dell’arcivescovo Alessandro Plotti a Pontedera, Stefano Masini, dirigente nazionale di Coldiretti, ha illustrato i contenuti di una proposta di legge di iniziativa popolare che punta a destinare alla trasformazione in biodiesel un gran quantità di olio ottenuto da soia, girasole, colza, mais e barbabietola.L’associazione professionale rilancia su quanto ha stabilito il recente maxiemendamento inserito nella finanziaria 2006. La legge abiliterà le imprese agricole che già producono biogas per autoconsumo aziendale a vendere l’energia così ottenuta a società autorizzate che la immettano sul mercato. «Destinare un milione di ettari alla coltura di oli vegetali – dice Stefano Masini – significa ottenere un milione di tonnellate di biocarburanti con cui miscelare il 5 per cento dei carburanti derivanti da petrolio venduti nelle normali stazioni di servizio». I vantaggi dell’utilizzo dei biocarburanti? Prima di tutto, quelli ecologici: l’aria in città sarebbe più pulita, i blocchi del traffico nei centri storici, lo smog e la nebbia da inquinamento un lontano ricordo. Anche le nostre tasche dovrebbero essere meno vuote quando si andrà a fare un pieno di carburante perché con il prezzo del barile alle stelle, il biocarburante diventa assai concorrenziale.Ne godrebbe, infine, il mondo rurale: la produzione di energia alternativa dai campi rappresenta infatti una opportunità di integrazione al reddito per tante imprese agricole.«Occorre liberare tutte le opportunità che la moderna agricoltura può offrire nella società post-industriale per offrire nuove possibilità di reddito alle imprese italiane e garantire maggiore sicurezza ai cittadini perché le bioenergie tutelano l’ambiente» ha commentato Stefano Masini. Cosa manca allora per partire? Sensibilizzare gli operatori della filiera rendendo effettivamente conveniente la coltivazione di queste piante. Gli strumenti utili: un programma nazionale di alimentazione delle vetture con miscele di biocarburanti sostenuto anche dalle amministrazioni locali e intese tra produttori e trasformatori per la produzione di biocarburanti.Uno scenario giudicato «affascinante» dall’arcivescovo Alessandro Plotti. «L’agricoltura merita un vero rilancio. In passato, anche a Pontedera, moltissimi hanno abbandonato la terra per trasferirsi in città e lavorare nell’industria». E invece dobbiamo esser grati a chi è rimasto: non solo perché con il suo lavoro ha dato cibo in abbondanza a tutti, ma anche perché ha mantenuto valori (il senso del tempo e della famiglia, la condivisione del lavoro) che in molti casi la società post-industriale ha perso. E che invece tutti dovremmo riscoprire.L’incontro è stato presentato dal segretario di zona Giuseppe Brando. Al presidente provinciale Coldiretti Fabrizio Filippi il compito di indicare le prossime battaglie dell’associazione professionale.