Pisa

A scuola di battesimo in Santo Stefano

di Simone Giusti

La domanda è legittima: se il battesimo è il sacramento della fede, perché allora battezzare i bambini che non possono consapevolmente credere e professare la propria fede? Eppure la prassi di battezzare i bambini corrisponde a una tradizione già presente alle origini della Chiesa (tre passi degli Atti degli Apostoli ricordano il battesimo di tutta una casa», Atti 16:15,33; 18:8) e in suo favore ci sono le testimonianze di Padri della Chiesa e di santi dei primi secoli, tra cui Origéne, Cipriano, Agostino. Anche molti pontefici hanno affermato che è un dovere per i cristiani far battezzare i loro bambini, e in questo senso si sono esplicitamente espressi numerosi Concili della Chiesa, sia nei primi secoli, sia nel medioevo fino al concilio di Trento. Lo stesso Paolo VI ha richiamato l’insegnamento secolare su questo punto, affermando che: «il battesimo deve essere amministrato anche ai bambini che non hanno ancora potuto rendersi colpevoli di alcun peccato personale, affinché essi, nati privi della grazia soprannaturale, rinascano dall’acqua e dallo Spirito santo alla vita divina in Gesù Cristo» (Istr 7). I testi del magistero, ma soprattutto la dottrina dei santi Padri e dei dottori della Chiesa, mettono in luce che il battesimo è manifestazione dell’amore preveniente di Dio Padre che libera dal peccato e comunica la partecipazione alla vita divina (Istr 28) e che con il battesimo si riceve in modo germinale la fede: è la Chiesa che battezza i bambini nella propria fede. Questo punto si afferma anche nel rito del battesimo, quando il celebrante chiede ai genitori e ai padrini di professare la fede della Chiesa «nella quale i bambini vengono battezzati». Ma è necessaria anche una partecipazione attiva della comunità cristiana per sostenere i genitori in questo loro compito (Istr 32-33), e che essa si prolunghi nel tempo anche perchè, nel caso dei bambini, il battesimo è anticipato di alcuni anni rispetto all’eucaristia e cresima. Necessità del battesimoIl battesimo è necessario alla salvezza, secondo quanto ha detto Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5). Questo significa che chi lo rifiuta colpevolmente non può salvarsi (Catechismo degli Adulti, 675). In caso di morte imminente di un adulto che desideri essere battezzato, e in assenza di un sacerdote, il battesimo può essere conferito anche da un laico, purché abbia l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa. Questo vale anche per i bambini in pericolo di morte.Per i catecumeni che si preparano all’iniziazione cristiana e muoiono prima di aver potuto ricevere il battesimo, si deve pensare a un battesimo di desiderio, e se uno morisse martire per Cristo riceverebbe un battesimo di sangue, che lo assimila a Gesù crocifisso e risorto e lo introduce nella gloria (Cat Ad 675).Per i bambini morti senza battesimo, prima di avere raggiunto l’uso di ragione, «la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come fa nel rito delle esequie disposto per essi» (Istr. 13) e confida nella loro salvezza (Cat. Ad. 375). Il Concilio Vaticano II afferma: «Cristo è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina; perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire associato, nel modo che Dio conosce, al mistero pasquale» (Gaudium et Spes, 22). Il rito del battesimo Ma qual’è il rito previsto dalla liturgia per l’amministrazione del battesimo? Sono due i testi di riferimento, entrambi appartenenti al rituale romano della Cei, riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico vaticano II e promulgato da Papa Paolo VI. Il testo per gli adulti è intitolato «Rito dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti» (RICA), dato che per gli adulti vengono celebrati nella notte di Pasqua tutti e tre i sacramenti dell’iniziazione cristiana, battesimo, cresima ed eucaristia. Questo testo (in latino ordo), nella sua versione italiana, è stato pubblicato nel 1978, ed è di uso obbligatorio da allora. Per i bambini che ricevono solo il battesimo, invece, il testo di riferimento è il «Rito del Battesimo dei Bambini»(RBB), pubblicato e reso obbligatorio già nel 1970. Entrambi questi testi contengono un’ampia parte introduttiva che nell’RBB tratta, tra l’altro, della dignità del sacramento del battesimo e delle norme da seguire per la preparazione al sacramento (tra cui il ruolo dei genitori e dei padrini), con considerazioni che sono di grande utilità per la catechesi. Sono ampiamente riportate nelle prime pagine del libretto «Il Battesimo».