Pisa

Terra Santa: non muri, ma luoghi di incontro

Aboud, uno dei venti villaggi che gravitano attorno alla città di Ramallah, sede dell’Autorità palestinese, a pochi chilometri a nord di Gerusalemme. Un territorio che prima della guerra dei «sei giorni» (1967) faceva parte integrante del regno di Giordania. E che ora è denominato «territorio occupato» della Cisgiordania, ad amministrazione mista israelo – palestinese.La metà dei circa 2.200 abitanti è cristiana, una percentuale unica in rapporto agli altri villaggi della zona, totalmente musulmani. La gente vive di agricoltura o di piccolo artigianato, molte le rimesse degli emigrati. La parrocchia gestisce una scuola elementare e media e ha organizzato un gruppo scout. La Caritas di Gerusalemme gestisce un centro di salute capace di servire tutti i villaggi del territorio. Vi sono poi altre tre piccole scuole, che accolgono anche bambini dei villaggi più vicini. Questi gruppi si riuniscono a turno in una piccola sala messa a disposizione dalla parrocchia. Una sala però insufficiente ad accogliere tutti.«La comunità cristiana e lo stesso consiglio comunale – commenta don Emanuele Morelli, direttore della Caritas diocesana di Pisa – richiedono da molti anni una struttura che faccia da punto di riferimento per le attività sociali di Aboud e dei villaggi vicini. Finora non è stato possibile edificarla, sia per le scarse possibilità economiche della popolazione, sia per il clima di tensione che si vive nei territori occupati. Aboud si trova infatti vicino a dove viene costruito il muro che divide Israele da Cisgiordania».La diocesi di Pisa intende sostenere questa iniziativa. E lancia una raccolta di fondi per la realizzazione di una sala polifunzionale in quel villaggio.«Una sala polifunzionale – dice ancora don Emanuele Morelli – che servirà a facilitare gli incontri ecumenici tra cattolici ed ortodossi ed interreligiosi con i musulmani; svolgere attività scolastiche di sostegno per giovani e adulti; fungere da luogo di incontro per analizzare i problemi della regione e proporre progetti; infine, permettere celebrazioni festive, religiose e civili».Per ridurre i costi, il responsabile del progetto, il parroco don Abuna Firas Aridah della parrocchia latina di «Our Lady Mother of Sorrows», propone il riadattamento e l’allargamento di un locale appartenente alla parrocchia. Il costo previsto è di 151.000 dollari, circa 120.000 euro. La Caritas italiana ha accettato di contribuire in parte alle spese. Il progetto è stato approvato dal Patriarcato latino di Gerusalemme.«Sarà uno dei doni sociali che la diocesi di Pisa farà al nostro arcivescovo – commenta don Emanuele Morelli – Nei prossimi mesi, infatti, l’arcivescovo dovrebbe recarsi in Terra Santa e probabilmente “toccare con mano” il frutto della generosità diocesana».L’altro: la realizzazione di servizi per i poveri a Pisa. Dunque nuovi spazi per il centro di ascolto diocesano della Caritas e la sistemazione di altri locali in via delle Sette Volte e via Consoli del mare a Pisa.In progetto, in particolare, la realizzazione di un servizio di docce per i poveri a Pisa. «A Pisa manca da diversi anni un servizio di docce pubbliche accessibile a coloro che non dispongono di sufficienti risorse economiche – osserva don Emanuele Morelli – da tempo la Caritas diocesana supplisce a questa assenza indirizzando le persone che chiedono di potersi lavare alle docce della stazione Fs, gestite da una cooperativa con la quale abbiamo stipulato una convenzione». Usufruire di questa possibilità – dicono in Caritas – è molto oneroso e spesso oltre le possibilità economiche dei poveri. Ora Caritas vorrebbe realizzarne uno proprio. L’immobile identificato per la realizzazione di questo servizio era utilizzato come un magazzino, e da vari anni era in stato di abbandono. È situato in via delle Sette Volte con accesso anche da via Consoli del Mare. È in centro e quindi facilmente raggiungibile ed è collocato in una parte della città non densamente popolata « in modo da rendere più leggero l’impatto ambientale e sociale di un servizio a bassa soglia e per fasce di popolazione ad alta marginalità».Docce per i poveri, nuovi spazi per il Centro di ascolto Caritas, l’abbattimento di barriere architettoniche per diversamenti abili richiedono lavori per 88mila euro. Caritas italiana ha già concesso un finanziamento di 35mila euro, mentre altri contributi arrivano dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Pisa e da offerte in memoria del dottor Fernando Sconosciuto.