Quando Samuel Arnas era ancora nel grembo materno, gli fa diagnosticata la spina bifida, una malformazione che non lascia speranza di sopravvivenza, a meno di ricorrere a un intervento intrauterino. Il dottor Bruner, dopo numerose ricerche effettuate nel Centro medico universitario di Vanderbilt, a Nashville, nel Tennessee, annunciò che avrebbe potuto compiere tale intervento, con il bimbo ancora nell’utero materno. Durante l’intervento, il chirurgo fece un normale taglio cesareo, estrasse l’utero e vi praticò una piccola incisione attraverso la quale operare il piccolo Samuel. Il dottor Bruner stava completando l’intervento, che era andato bene, quando Samuel, attraverso il taglio praticato, sporse la sua piccolissima manina, e si attaccò al dito del medico stupefatto. Il prestigioso chirurgo disse di aver vissuto il momento più emozionante della sua vita, quando la manina di Samuel prese il suo dito quasi per ringraziarlo del dono della vita che gli aveva fatto. Tutto documentato con foto. Ed il commento finale: «E ci chiediamo ancora se Dio esiste? E perché l’aborto è un delitto?». Questa storia gira ormai da giorni in una mailing-list di medici e giuristi, docenti universitari e consulenti familiari, volontari impegnati in associazioni, laici e cattolici. Decine di persone che ieri avevano condiviso condivisione della battaglia per l’astensione al recente referendum sulla legge 40 che regola l’accesso alla fecondazione artificiale. Ed oggi si sono costituiti in associazione. Si chiama «associazione Scienza & Vita», raccoglie iscritti di Pisa e di Livorno e si propone di «promuovere e difendere il diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento fino alla morte naturale». Quella storia, potrebbe essere simbolicamente il «manifesto» in cui sono raccolti gli intenti del sodalizio.C’è il dottor Renzo Puccetti, pisano, specialista di medicina interna e che dedica molto del suo tempo libero a studiarsi documenti che, di fatto, sconfessano il presunto minor impatto fisico e psichico nella donna di un aborto consumato con la pillola abortiva rispetto ad uno consumato con l’intervento chirurgico; il neonatologo Boldrini e Massimo Ermini, docente emerito di patologia generale nel nostro ateneo o Daniela Musumeci, livornese, fisiologa. E poi il magistrato labronico Ugo De Carlo o i giuristi Renato Luparini (Livorno) ed Aldo Ciappi (Pisa), e molti altri.Compito dell’associazione: raccogliere e divulgare i dati scientifici di carattere medico, biologico, filosofico e giuridico relativi all’esistenza e al senso della vita umana. Quello che fino ad oggi, in molti casi, passava attraverso la mailing list ad un gruppo «di amici», d’ora in poi dovrà essere oggetto di convegni, incontri, dibattiti, iniziative culturali, formative, sociali. Proponendo, in definitiva, il valore della vita umana.Nella prima riunione di consiglio saranno eletti gli organi dirigenti del sodalizio.L’associazione è apartitica e nel suo statuto è prevista la incompatibilità tra un ruolo di responsabilità al suo interno ed una eventuale candidatura in un qualsiasi gruppo politico.