Pisa

I riti della Settimana Santa

Dalla domenica delle palme alla Pasqua della resurrezione: è il tempo liturgico più forte per la tradizione cristiana.Le comunità si preparano per viverlo al meglio. La domenica delle palme ricorda l’ingresso trionfante di Gesù a Gerusalemme. Le palme da datteri che lo accompagnarono in questo viaggio (Gv 12,13) sono state sostituite dall’ulivo (in ebraico zait, in arabo zitun), da noi decisamente più abbondante. Palma ed ulivo sono due delle sette specie della Terra Promessa. L’ulivo, in particolare, segue direttamente o indirettamente quasi tutta la vita terrena di Gesù: egli predica in Galilea, che è paese di olivi, a Gerusalemme prega sul Monte degli ulivi e infine sul monte detto «Getsemani» che significa frantoio. Le piante che saranno benedette nelle chiese, per lo più, arrivano dai nostri oliveti. I produttori le forniscono volentieri: «la potatura delle piante, praticata abitualmente tra marzo ed aprile – osserva Alberto Bellesi, olivicoltore – serve anche ad ottenere dalla pianta una produzione più costante». In particolare, si recidono i rami sterili (detti maschioni) ed i rametti esauriti.Quale significato dobbiamo dare all’ulivo benedetto? Pensiamo al suo prodotto più prezioso, l’olio. Diversamente da oggi, non era l’uso alimentare – sebbene molto diffuso – quello più importante. L’olio serviva, solo o con aggiunta di aromi, per la pulizia e la cura del corpo, ma soprattutto ha rappresentato, per circa tremila anni, la principale fonte di illuminazione. Proprio a questa capacità di «dare luce» si collega il suo più importante significato simbolico.Da molti anni, in occasione della domenica delle Palme, la Chiesa celebra la giornata mondiale della gioventù. I giovani pisani ed il nostro arcivescovo lo fanno, in particolare, alla vigilia della festa: sabato 8 aprile si danno appuntamento nel convento di Santa Croce in Fossabanda, per riflettere sul tema proposto da Benedetto XVI, «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino». Per questo si faranno aiutare dalla testimonianza di tre giovani pisani: Nicola Pistolesi, Marina Specchio e suor Annalisa Arrigoni. Dopo cena, la Festagiovani diocesana proseguirà con un intervento dell’arcivescovo e l’esibizione del gruppo corale gospel Jubilation di Livorno.Domenica prossima la comunità di San Nicola (Pisa) saluterà una famiglia che ha deciso di partire in missione: Stefano e Cecilia Paolicchi, neocatecumenali, hanno lasciato il loro lavoro e, in occasione della Pasqua, si trasferiranno a Goteborg (Svezia), per annunciare il Vangelo. Qui troveranno una comunità abitata per lo più da luterani e da pochi cattolici. Con Stefano e Cecilia anche i figli Elena, Michele e Chiara.Il Giovedì santo è il giorno in cui la Chiesa, ricordando l’ultima cena di Gesù, celebra l’istituzione dell’Eucarestia. Si rievoca la lavanda dei piedi per rinnovare la memoria di quell’atto di umiltà con cui Gesù Cristo li lavò ai suoi apostoli (Giovanni 13,1-17). È tradizione che i fedeli visitino il Santissimo Sacramento in più chiese in memoria dei dolori sofferti da Gesù in più luoghi (l’orto degli ulivi, le case di Caifa, di Pilato e di Erode e sul Calvario). Dopo la messa, si spogliano gli altari per rappresentare Gesù Cristo spogliato nelle sue vesti per essere flagellato e affisso alla croce. E, in un altare secondario si espone l’Eucarestia alla venerazione dei fedeli: di qui la tradizione del sepolcro (molto bello quello che si sta preparando a Putignano). Dal giovedì sino al sabato santo si legano le campane in segno di partecipazione alla passione e alla morte di Cristo. Tra i riti della Settimana Santa la giornata del venerdì è la più intensa e toccante perché si ricorda la passione e la morte di Cristo, adorando la croce. In molti paesi è possibile assistere alla rappresentazione della Via Crucis. A Pisa, ad esempio, Via crucis cittadina dalla chiesa del Carmine fino alla Cattedrale (a tema: «il cammino della speranza»); a San Giuliano Terme, via Crucis nell’antico anfiteatro. A Collesalvetti sacra rappresentazione itinerante per le strade del paese, scritta da Giovanni Pastorelli. A Pietrasanta si annuncia suggestiva la festa triennale del Gesù Morto organizzata dalla Misericordia.Si «rivivono» così le ultime ore della vita di Gesù: la sua condanna a morte, il peso della croce portata fino al monte Calvario, le cadute, l’incontro con Maria, con Simone di Cirene (che lo aiuta a portare la croce) con una donna (che gli asciuga il volto) e con altre che piangono per lui; spogliato dalle vesti e crocifisso, Gesù morirà in croce. Deposto dalla croce, sarà portato nel sepolcro. Ma da qui risorgerà.Nella notte del sabato santo si slegano le campane, si onorano la sepoltura di Gesù Cristo e la sua discesa al limbo. I sacerdoti benedicono il fonte battesimale perché anticamente, in questo giorno, e alla vigilia di Pentecoste, veniva conferito il battesimo. Una tradizione che si rinnova, ad esempio a Collesalvetti, dove nella notte di Pasqua saranno battezzate, comunicate e cresimate due sorelle adulte o a Buti, dove saranno battezzati quattro ragazzi stranieri. Intanto si accende il cero pasquale che verrà spento per l’Ascensione e indica la presenza di Cristo tra gli uomini e la sua dipartita.La notte in preghiera ci accompagna verso la Resurrezione.ha collaborato Francesca Scalpellini