Un gran ricevimento con partecipazioni, bomboniere, servizi fotografici e filmati, a volte perfino una lista di doni. La prima comunione si riduce, spesso, ad una festa mondana: occhi puntati verso chi ha il ricevimento più bello e chi riesce a portare a casa i regali più costosi, visto che ormai la consuetudine della tunica bianca ha uniformato per lo meno l’abbigliamento. L’aspetto fondamentale, quello dell’incontro con Gesù e con l’intera comunità cristiana, viene spesso trascurato e messo in ombra Riportare la prima comunione al suo vero significato è, forse, il compito più gravoso per parroci e catechisti che spesso sono costretti a scontrarsi con i desideri dei bambini e, soprattutto, dei genitori.Varie le esperienze ed i percorsi messi in atto dalle parrocchie della diocesi, tutte impegnate, senza eccezioni, a far sì che il ricordo della prima comunione si stampi in modo indelebile nel cuore dei piccoli protagonisti.Nelle parrocchie di Caprona e Uliveto Terme – ci racconta don Claudio Bullo – i 15 bambini che domenica 21 maggio parteciperanno alla messa di prima comunione, sono stati presentati alla comunità parrocchiale il Giovedì Santo, quando hanno rappresentato gli apostoli alla lavanda dei piedi. Come progetto personale gli stessi bambini sono stati coinvolti in un’azione di carità: le loro offerte sono state destinate ai poveri della Caritas.A Calci i comunicandi, accompagnati dal parroco don Pietro Pierini, hanno partecipato ad ritiro spirituale di un giorno, mentre i loro genitori hanno vissuto un incontro penitenziale. A tutti è stato chiesto di aderire a progetti di adozioni a distanza che in Valgraziosa coinvolgono già da tempo molte persone.Bambini e genitori di San Giuliano Terme hanno condiviso il percorso in preparazione alla prima comunione già da qualche anno. I bambini si sono ritrovati con i catechisti al sabato, i genitori con il parroco don Mario Bernardini, durante la settimana: così i piccoli sono giunti alla messa di prima comunione con una maggior consapevolezza del dono spirituale che andavano a ricevere. I bambini sono stati invitati a donare i loro risparmi, all’insaputa dei genitori: i soldi raccolti sono serviti per l’acquisto di corredini da neonato per il Centro aiuto alla vita. Quest’anno, in particolare, sono stati donati due corredini, una rosa ed uno azzurro, per dare il benvenuto a due nuove vite.Un impegno molto personale è stato il risultato del percorso di fede fatto dai bambini delle parrocchie della Sacra Famiglia e di san Michele degli Scalzi sotto la guida di don Piero Dini. Durante il ritiro spirituale, avvenuto due giorni prima della partecipazione alla prima comunione, i bambini hanno preparato ognuno un acino d’uva con una propria dichiarazione di impegno. Teneri e coinvolgenti gli impegni presi, che andavano dai generici «voglio essere più buono» «voglio aiutare di più la mamma» ai più personali «non voglio litigare più con mio fratello» e «voglio essere più paziente col nonno». Questi acini, il giorno della prima comunione, hanno dato vita ad un puzzle rappresentante la vite e i tralci. Ogni bambino, durante l’omelia, aggiungeva alla vite il suo acino e il suo impegno.Anche i bimbi della parrocchia di santa Marta, come ci spiega don Luigi Gabbriellini, hanno partecipato ad un ritiro spirituale il giorno precedente la loro prima comunione e hanno destinato le loro offerte «personali» all’adozione a distanza di un bambino di un asilo del gruppo missionario dell’Asmara. Suggestiva la prima comunione dei bambini della parrocchia di Vicarello. Dopo il ritiro alla Verna con i genitori si arriva al gran giorno. Una ricostruzione della pasqua ebraica: una grande tavola, i bambini come i discepoli e , al momento dello spezzare del pane, il parroco, don Roberto Canale, a distribuire la comunione. Le offerte raccolte serviranno per la costruzione di locali di ritrovo annessi alla parrocchia.Una serie di incontri insieme ai genitori, uno ogni quindici giorni, con il parroco e i catechisti, mezza giornata di ritiro spirituale al convento di san Cerbone: questo il percorso indicato da don Giulio Giannini della parrocchia di san Giuseppe a Pontedera. Una proposta di evitare partecipazioni e bomboniere era venuta dall’arcivescovo Alessandro Plotti, durante la sua visita pastorale. Accolta la proposta di continuare il progetto di adozione a distanza di bambini brasiliani iniziato con la comunità di Villaregia.