Prime battute per gli attori del teatro cattolico sant’Andrea a Pisa. Come ormai è consuetudine la stagione ruota attorno alla rassegna «Conflitti», organizzata assieme al teatro Verdi e al cinema teatro Lux. Oltre agli spettacoli teatrali la rassegna prevede una serie di presentazioni di libri in collaborazione con le Edizioni Ets e le Edizioni Titivillus. Ma l’evento più importante, quello che caratterizza l’intera stagione, è l’elaborazione drammaturgica «Liberi da Dio in Dio. Partitura scenica da testi medievali ebraici e cristiani», adattata per le scene da Agostino Cerrai, cui partecipano Stefano Perfetti e Adriano Fabris del dipartimento di filosofia dell’università. «Con la guida dei due filosofi – ci dice Gabriele Carli, presidente del teatro sant’Andrea – ci interrogheremo e cercheremo di scoprire come funzionano i meccanismi di naturalizzazione dell’esperienza religiosa e fino a che punto la razionalità può liberare dall’abitudine la nostra ricerca di Dio. Si parte dal dialogo immaginato da Abelardo in cui un filosofo avvia un dibattito con un ebreo e un cristiano chiedendo: ma non basta la legge naturale a fondare la dimensione etica dell’amore di Dio e del prossimo? Siete sicuri, voi che appartenete a tradizioni religiose, di non avere scambiato consuetudini storiche e umane per la sostanza della fede? È stata la ragione a portarvi verso queste dottrine di fede oppure seguite soltanto l’opinione degli uomini e l’affetto per la vostra stirpe? È questo il punto: il filosofo profila l’idea che le pratiche religiose siano in realtà delle abitudini acquisite fin da bambini che poi si trasformano, inconsapevolmente, in una seconda natura, che si finisce per accettare acriticamente.»Accanto agli appuntamenti della rassegna «Conflitti», dove la sperimentazione e la ricerca, anche sul linguaggio, sono più evidenti, il Sant’Andrea produce e ospita anche spettacoli meno impegnativi. Uno di questi è «1939», che debutterà il 10 novembre, scritto da Giovanni Guerrieri e prodotto dal Sant’Andrea e dalla compagnia «Sacchi di sabbia». All’interno di una cornice comica, offerta dall’ipotetica visita in città di un ipotetico ministro fascista, lo spettacolo vuole indagare sui rapporti tra individuo e potere.Come tradizione, anche quest’anno il Sant’Andrea ha organizzato un corso di espressione teatrale. Il corso biennale inizia il 6 novembre e il primo ciclo di lezioni finirà a maggio, impegnando per due giorni alla settimana un gruppo di venticinque-trenta allievi, in buona parte studenti universitari (per informazioni: www.santandreateatro.it).«Il Sant’Andrea è un teatro di ispirazione cattolica – osserva Gabriele Carli – ma questo non significa che il cartellone debba ospitare solo ed esclusivamente spettacoli di argomento religioso. Il nostro essere cattolici è anche nel modo di lavorare, nel messaggio di accoglienza, di rispetto dell’uomo, che cerchiamo di trasmettere in ogni nostra produzione».