Pisa

Recuperiamo alla normalità i bambini ex-soldato del Congo

Il Congo è uscito due anni fa da una guerra durata più di un lustro e costata quasi quattro milioni di morti, di cui 750mila bambini. Basta vivere per qualche giorno nel territorio della diocesi di Kindu (un luogo che evoca l’eccidio di tredici aviatori della 46esima Brigata Aerea) per capire come il ritorno alla normalità sia ancora di là da venire. Qui moltissimi ragazzi hanno perso il padre, le famiglie hanno cambiato casa più volte perché in fuga dal conflitto, le attività produttive sono state distrutte.Durante la guerra le forze ed i gruppi armati che si sono affrontati hanno incorporato nei loro ranghi migliaia di bambini: utilizzati come soldati a fianco degli adulti, hanno perpetrato o assistito a massacri, hanno violentato e torturato, incendiato e saccheggiato villaggi. È facile comprendere come questa esperienza li abbia fortemente traumatizzati. Adesso è tornata la pace. La Chiesa locale ed in particolare il vescovo Paul Mambe (nella foto), recentemente scomparso, hanno lavorato molto perché vi si arrivasse. «Nel 2002 – racconta a Toscana Oggi Maurizio Marmo responsabile dell’ufficio “Africa” per la Caritas Italiana – Kindu era occupata da rwandesi e da congolesi loro alleati e assediata dalla fazione dei Mai Mai. Una situazione che aveva portato la popolazione alla fame. Il vescovo incontrò nella foresta i capi dei Mai Mai e convinse molti di loro ad abbandonare la lotta armata. I primi gruppi di ex combattenti furono ospitati nella procura diocesana». Anche quei gesti hanno contribuito ad avviare un clima di dialogo tra i gruppi armati. Oggi, nel nuovo esercito nazionale, i minori non hanno più spazio: così i ragazzi hanno fatto ritorno nelle loro famiglie. Alcuni hanno avuto la fortuna di essere inseriti in programmi di formazione professionale promossi da organizzazioni non governative, altri hanno potuto riprendere la scuola: sono passati da un capo militare che li comandava brutalmente ad un insegnante che, invece, non è in grado di gestire il loro comportamento. Sì, perché i ragazzi, a causa del trauma vissuto, adesso hanno un comportamento violento. La Caritas diocesana di Kindu, il coordinamento diocesano delle scuole convenzionate cattoliche e la congregazione delle suore di Nostra Signora del buon consiglio hanno avviato un progetto per formare venti insegnanti specializzati, che saranno chiamati ad assistere 750 bambini e ragazzi ex combattenti del territorio. La Caritas diocesana ha adottato il progetto di «recupero» dei bambini ex soldati nella diocesi di Kindu. E chiama le comunità parrocchiali a condividerlo raccogliendo fondi nel periodo di Avvento. Un fil-rouge lega l’Eccidio di Kindu, questo progetto e la proposta rivolta dalla Caritas diocesana ai giovani tra i 18 ed i 28 anni di dedicare un anno della loro vita al prossimo grazie al servizio civile: in Congo si vogliono allontanare i bambini dalla terribile esperienza di guerra, nel nostro territorio promuovere il bene della pace e il valore della solidarietà. Debora Cei è responsabile della formazione e del servizio civile della Caritas diocesana di Pisa: «Dal 2001 (anno di nascita del servizio civile in Italia) ad oggi abbiamo incontrato le storie ed i percorsi, i sogni e le paure, le fatiche e le risorse, i limiti e le qualità di venti giovani, 19 ragazze e 1 ragazzo. Impegnati in progetti che hanno come destinatari i diversamente abili o i minori che fanno fatica ad integrarsi con la comunità civile. Progetti giudicati i migliori in Toscana dall’ufficio nazionale per il servizio civile. Con la prossima primavera altri quattordici posti si dovrebbero rendere disponibili (per informazioni: inviare una mail a d.cei@caritas.it o telefonare allo 050.560952)». Intanto, per prepararsi bene al Natale, i giovani della diocesi sono invitati, sabato 2 dicembre al monastero delle suore Benedettine a Pontasserchio, ad un ritiro spirituale: da mattina a sera, lodi e meditazione guidata da don Roberto Filippini e adorazione eucaristica (per informazioni e prenotazioni rivolgersi a Gianluca Ceccanti, telefono 347.5096007 o Simone Fulghesu, telefono 328.601751). Da mercoledì 6 dicembre e per altri due mercoledì, torneranno in Avvento nella cappella del seminario (dalle ore 21) gli incontri della Scuola della Parola. A tema: «La pace di Dio promessa ai nostri cuori». Mercoledì 6 dicembre la riflessione partirà da un brano di Geremia (Ger 33,14-16) cui è stato affidato il titolo «Farò germogliare un germoglio di giustizia».