Pisa

COLLETTA DI QUARESIMA

Imed, tunisino, una laurea in tasca già ce l’ha: al Cairo si laureò, infatti, in medicina. Ma si è convinto che, senza una specializzazione, non potrà garantire un futuro a se stesso, alla moglie, ai figli. Così è arrivato a Pisa, dove sta seguendo un master post-universitario dedicato alla medicina d’urgenza. Non ha un euro in tasca. Ha trovato ospitalità in una casa della parrocchia di Colignola, a un passo dalla casa del prete.Con lui condivide cucinotto e servizi igienici Amed, egiziano. La sua è una storia da libro «Cuore»: appena sedicenne, arrivò in Italia per un corso di formazione professionale grazie ad una borsa di studio del governo Italiano: voleva imparare a fare l’elettrotecnico, fu convinto da una prof ad andare avanti con gli studi. Arrivò così il diploma come perito chimico, l’iscrizione ad ingegneria aerospaziale, un curriculum ben avviato. Le difficoltà economiche, il disorientamento, qualche guaio con la giustizia, dovuto soprattutto al fatto che non intendeva rimpatriare: Amed finì per strada a vivere di elemosina, e, la notte, in una vecchia roulotte messa a disposizione da don Nino Guidi, a Casciavola. Don Severino Dianich ed il professor Antonio Latrofa lo notarono all’uscita di una chiesa e lo segnalarono all’associazione Sante Malatesta: dopo il «crollo» della ruolotte, è stato nella struttura di Colignola. Ha riacquistato fiducia in se stesso e, con questa, ha ripreso anche gli studi. Il profitto? Tra alti e bassi: ma adesso ad Amed mancano solo due esami e la tesi di laurea. Due storie come molte altre di studenti universitari provenienti da paesi poveri del mondo e che cercano il riscatto, nella nostra città, attraverso la laurea. Una laurea che raramente riusciranno ad ottenere, se non sono adeguatamente supportati: vivere a Pisa, anche quando si sceglie uno stile di vita sobrio, costa molto, e alle spalle di questi studenti raramente c’è una famiglia capace di mantenere gli studi del figlio. Si fa carico dei problemi anche materiali degli studenti stranieri l’associazione «Sante Malatesta», intitolata all’insigne studioso docente di elettronica alla facoltà di ingegneria e all’accademia navale, da sempre promotore di opere di solidarietà a sostegno di poveri ed emarginati. Dal 1999 ad oggi l’associazione ha sostenuto gli studi di decine di studenti, alcuni già laureati e tornati nel loro paese d’origine.L’associazione Sante Malatesta, la parrocchia universitaria di San Frediano e la Caritas diocesana hanno trovato nella comunità di Colignola la disponibilità ad ospitare gratuitamente due studenti stranieri in stato di bisogno: oggi sono Amed e Imed, domani chissà.Pronto un regolamento per l’accoglienza: l’associazione e la parrocchia si occuperanno della spesa alimentare, delle spese universitarie e delle pratiche necessarie al mantenimento del permesso di soggiorno per motivi di studio, gli ospiti si occuperanno invece di gestire la casa e tenerla ordinata. E soprattutto di studiare. «Liberare gli studenti stranieri dall’ansia della sopravvivenza, per permettere loro di arrivare alla laurea e tornare nel paese di origine arricchiti di competenze tecniche, scientifiche e culturali da poter mettere al servizio della propria gente: ecco l’obiettivo del progetto» ricorda Rosanna Pardi, dell’associazione Santa Malatesta.Intanto, nell’unità pastorale di Agnano, Colignola e Mezzana, si è costituita una èquipe di volontari che si occuperanno della gestione dell’accoglienza degli studenti: ne fanno parte Francesca Mori, Gabriella Vergari e Gabriella Mammini, altri si aggiungeranno; e per il centro di ascolto dell’associazione «Malatesta», Rosanna Pardi, Martina Varaldo, Paola Mancini, Giovanna Cela, Giuseppe Di Marco e Caterina Guidi.I locali annessi alla canonica di Colignola sono stati messi a disposizione di Amed e Imed dallo scorso agosto. I locali però devono essere ancora ristrutturati e messi a norma: così la Caritas invita le comunità della diocesi ad una gara di solidarietà, convinta che «laddove si prega, là si accoglie». Una colletta di Quaresima è stata pensata per domenica 25 marzo. Tre i progetti cui saranno destinati i fondi raccolti: la ristrutturazione della casa di Colignola, l’accompagnamento psicosociale di 750 bambini ex soldato della diocesi di Kindu e i poveri del territorio. Recuperiamo i bambini ex soldato del Congo anno indossato tute mimetiche e imbracciato fucili e mitra, partecipato a razzìe ed assistito a stupri. Ora che in Congo è tornata la pace, i bambini ex soldato hanno abbandonato le armi e sono tornati a scuola. Ma il trauma della partecipazione diretta alla guerra civile si fa ancora sentire: il rendimento scolastico dei bambini ex soldato è scarso, il turbamento ha riflessi sul loro comportamento. Servono educatori ed assistenti specializzati per aiutare questi adolescenti a rieducarsi a regole di normale convivenza civile.È quello a cui sta pensando la Caritas di Kindu, che vorrebbe lanciare nelle scuole cattoliche del territorio un programma di inquadramento ed accompagnamento psicosociale di almeno 750 ragazzi usciti dalle forze e gruppi armati.Il progetto prevede la formazione di una ventina di insegnanti, che saranno poi chiamati a seguire i bambini ex soldato nella scuola (ma anche fuori). L’iniziativa è già stata adottata dalla nostra diocesi nel periodo di Avvento. In questi mesi sono stati individuati i bambini che dovrebbero partecipare al programma di recupero, gli insegnanti e i responsabili delle strutture scolastiche da formare e i formatori. Il lavoro dovrebbe essere coordinato dal professor André Mavinga, psicologo di formazione, insegnante all’università nazionale di Kisangani, consulente all’Oms e all’Unicef ed esperto di detraumatizzazione. I 750 bambini inseriti nel programma di recupero hanno già ricevuto il materiale (le uniformi scolastiche, quaderni, penne, altra cancelleria) utile per l’anno di studi, gli agenti psicosociali i mezzi di trasporto (una moto e una ventina di biciclette) da utilizzare per gli spostamenti da e verso le scuole. Adesso le diocesi toscane si impegnano a sostenere i costi del percorso formativo e le rette scolastiche dei ragazzi.