Sul verde dei giardini e dei campi da gioco dell’Istituto Santa Caterina, a fianco dei marmi della chiesa e del seminario, spicca ora l’intonaco rosso di una costruzione moderna: vi trovano posto alcune aule, i laboratori di chimica, fisica e informatica e una biblioteca (che raccoglierà i volumi donati dalla Fondazione cardinale Maffi di Cecina) abbastanza grande da poter ospitare anche convegni e conferenze.Il «nuovo» Santa Caterina è finalmente pronto e nei prossimi giorni (cfr box in taglio basso) verrà presentato alla città grazie ad una serie di iniziative. Noi, intanto, siamo andati a vederlo insieme al rettore don Roberto Filippini, al responsabile del cantiere architetto Maurizio Pancani e alla preside della scuola, professoressa Grazia Gianni Orsini.Non era facile intervenire su un complesso le cui origini risalgono al Duecento. «Abbiamo optato dice don Roberto Filippini per una ristrutturazione di tipo conservativo. Alcuni locali (mensa, bar, segreteria, presidenza) hanno trovato una diversa collocazione rispetto al passato, altri sono stati messi a norma e resi più funzionali alle diverse esigenze di alunni appartenenti a fasce d’età molto diverse». Sì, perché intorno all’Istituto gravitano i bambini delle scuole dell’infanzia e primaria, i ragazzi delle medie e del liceo scientifico, ma anche gli studenti universitari del pensionato «Toniolo», i seminaristi, gli studenti della Scuola di formazione teologica e dell’Istituto superiore di Scienze religiose e gli utenti della Biblioteca Cateriniana. L’istituto è stato dotato anche di un sistema di sorveglianza con telecamere a circuito chiuso, sono stati completamente rinnovati i servizi igienici e, dove necessario, la pavimentazione. Assieme al recupero funzionale della parte più antica si è proceduto all’ingrandimento dell’intero edificio.Particolarmente impegnativa è stata la costruzione dell’ala nuova. «Abbiamo inserito in un contesto architettonico di altissimo pregio spiega Maurizio Pancani – un edificio capace di integrarsi perfettamente con quelli esistenti e nello tempo di soddisfare i bisogni della scuola. Credo che il risultato ottenuto dal progettista, l’architetto Salvatore Re, sia ottimo da un punto di vista architettonico e funzionale». Sul piano economico «l’impegno è stato grande osserva don Filippini – e sarebbe stato insostenibile se l’arcivescovo Alessandro Plotti non si fosse impegnato in prima persona. Il merito della realizzazione di questi lavori è, in grandissima parte, suo. Quest’opera è, nello stesso tempo, un investimento e una sfida. Dopo la chiusura di due scuole cattoliche – la Principe Amedeo e la San Giuseppe – l’ampliamento del Santa Caterina vuole essere la dimostrazione che la chiesa pisana è capace di proporre, a tutta la città, un’offerta formativa di qualità elevata, pur in assenza di sostanziali aiuti economici da parte dello stato».Ma in cosa si differenzia il Santa Caterina dalle altre scuole?«Non vi sono differenze nei programmi scolastici risponde Grazia Gianni Orsini – : siamo, in tutto e per tutto, una scuola parificata. La differenza è ovviamente nella nostra impostazione cattolica e nell’attenzione che abbiamo per le esigenze di ogni singolo alunno. Per questo mettiamo a disposizione dei ragazzi un servizio di consulenza individuale: lo Sportello ascolto e, all’interno del percorso scolastico offriamo momenti di riflessione e approfondimento. Quest’anno, ad esempio, abbiamo proposto agli alunni della primaria e delle medie il progetto: Educare all’affettività. Cardine del nostro lavoro è poi il rapporto con le famiglie, con cui abbiamo un rapporto continuo. E voglio sottolineare che, nonostante la sopravvivenza della scuola dipenda dal pagamento delle rette, non abbiamo mai chiuso la porta a famiglie che desiderassero per i loro figli un’educazione improntata ai valori cattolici.Pensa che i nuovi lavori possano ampliare l’utenza della scuola?«Attualmente abbiamo, in totale, circa 270 alunni: un centinaio al liceo, circa 60 alla scuola media, una trentina nella scuola per l’infanzia e circa 80 alla primaria, dove garantiamo anche il tempo pieno. Grazie ai nuovi lavori potremmo garantire altri 50-60 posti. Ma non si tratta solo di un aumento quantitativo. I nuovi spazi permettono anche un significativo accrescimento della nostra offerta formativa».Importanti lavori di ampliamento hanno interessato anche il pensionato universitario Toniolo. In questo caso, dal punto di vista architettonico, l’intervento non è così evidente come per il Santa Caterina. È stata ingrandita un’ala dell’edificio mantenendo lo stile del resto dell’edificio, costruito negli anni Cinquanta.