Pisa

DIACONI, COMUNITA’ IN CRESCITAdi Andrea Bernardini

Infornata di nuovi lettori e accoliti in diocesi di Pisa. La sera di venerdì 5 ottobre (ore 21) l’arcivescovo nella chiesa di Santa Caterina (la cui facciata è stata da poco restaurata, ndr) Alessandro Plotti conferirà il ministero di lettorato a Simone Giachetti (proveniente da Pontasserchio), Nello Montella (di San Pietro in Palazzi), Giorgio Redini (di Uliveto), Giancarlo Russo (di Lorenzana – Orciano) e Moreno Volpi (di Orzignano). E quello dello dell’accolitato a Antonino Baglione (Carmine, Pisa), Romano Casarosa (San Biagio, Pisa), Franco Lari (Buti), Luciano Lencioni (Duomo di Pontedera), Giovanni Mattii (Buti), Gianluca Panicucci (Duomo di Pontedera) e Paolo Quattrone (San Michele in Borgo, Pisa). Alcuni di questi fanno parte della comunità diaconale, altri no.  Lettori ed accoliti in numeriIl lettore ha il compito di proclamare la Parola, e per far questo è chiamato a studiarla e amarla, e a ben curare la dizione. Di più: a seguire gli altri che, pur non avendo ricevuto il ministero, si rendono disponibili per leggere le letture domenicali.L’accolito, invece, accompagna il sacerdote nella liturgia, cura il servizio alla mensa, è ministro straordinario dell’Eucarestia.Lettorato ed accolitato hanno sostituito e riunito i ministeri di un tempo, l’ostiariato, il lettorato, l’esorcistato e l’accolitato.  Il servizio dei diaconiIl conferimento – venerdì prossimo – di questi due ministeri è uno dei segni più evidenti di una Chiesa tutta ministeriale. L’altro è sicuramente l’aumento del numero dei diaconi – a fronte del calo fisiologico registrato nelle vocazioni al sacerdozio.Sono 20 i diaconi nella nostra diocesi. C’è chi, come Valentino Buchignani è fedele segretario dell’arcivescovo, economo del seminario e dell’Oasi del Sacro Cuore a Calci; o chi, come Alvaro Lenzi è sacrista del Duomo di Pisa. Sono impegnati soprattutto nelle cappellanie ospedaliere a fianco degli ammalati Enrico Marcucci , Gianfranco Chelotti , Giovanni Brignoli  e Filippo Sassetti. Nelle Caritas diocesana o parrocchiale Salvatore Fiorini  e Mauro Banti. O nelle carceri, come Lucio Manco. Tutti si mettono al servizio di uno o più parroci: in particolare Giuseppe Mancini presta servizio nelle parrocchie delle Colline, Giovanni Sbrana a Gello di San Giuliano Terme, Luca Zucchi a Vittoria Apuana, Marco Tomei e Luigi Moscardini nell’unità pastorale di Barga, e Luciano Grassi  nelle parrocchie dell’Alta Versilia. Alfredo Parisio a Cascina. Coltivando, magari, un particolare ambito, come Lucio Grassi, che collabora con il gruppo biblico o Francesco Polese, che si occupa della preparazione dei fidanzati al matrimonio nel vicariato di Cascina, oltre a prestare il suo servizio nella casa di riposo «Remaggi» e occuparsi della formazione culturale degli aspiranti diaconi. Altri, come Augusto Borghi a Pugnano, hanno una responsabilità più diretta della comunità. E c’è anche chi, come Francesco Masi e sua moglie Lucia, hanno assunto da poco la co-responsabilità insieme a don Luca Volpi dell’ufficio diocesano di pastorale familiare (ne parleremo in un prossimo numero).Della comunità dei diaconi fanno parte anche Alfredo Parisio e Alessandro Montalto: il primo, per ragioni di lavoro, si trova in Svizzera, il secondo a Trapani: entrambi hanno preso contatto con le comunità diaconali del luogo e danno un valido contributo ai parroci di quelle comunità.  La preparazioneStorie, origini, esperienze ecclesiali diverse. In comune i diaconi del nostro territorio hanno un diploma conseguito alla scuola di formazione teologica, un anno di discernimento – seguiti da don Piero Dini – e la frequentazione della «scuola diaconale» tutti i martedì a Titignano, il quartier generale dei diaconi (il parroco di quella comunità è infatti il delegato arcivescovile per il diaconato permanente don Romeo Vio, ndr). E dove gli aspiranti diaconi crescono nel confronto con l’equipe degli insegnanti e con lo stesso arcivescovo che, una volta al mese, si ferma con diaconi ed aspiranti e le loro famiglie. Corroborando quel clima di fraternità che tanto sarà loro utile nel servizio che saranno chiamati a svolgere in diocesi. Il convegno regionale a PitiglianoI diaconi pisani parteciperanno, sabato 13 ottobre, al convegno regionale a Pitigliano. A tema: la maturità affettiva del diacono.Anche nella comunità diaconale di Pisa è cresciuta- osserva don Romeo Vio (nella foto)- il «peso» delle donne. Del resto «la vocazione diaconale di un uomo sposato deve, prima ancora del periodo di discernimento, misurarsi sulla coppia: per due che, sacramentalmente, sono ‘una sola carne”, non si può pensare di poter tenere per sé un evento di così grande portata, un vento che spalanca nuove porte e trascina via vecchie sicurezze. Comincia da subito il misurarsi con un nuovo rapporto d’amore del proprio sposo per Cristo e per la sua Chiesa. Non può essere vissuta questa esperienza, seppure intimissima e speciale, come qualcosa che separa, anzi, la sposa può e deve poter trovare una più intima unione a Cristo nel proprio matrimonio. Se la trinità è il modello della coppia unita in Cristo, tanto più questo è vero per il diacono e sua moglie. Sì, la vocazione di un uomo sposato rinvigorisce la vocazione al matrimonio».