Giovanni Paolo Benotto, 59 anni il prossimo 23 settembre, nativo di Pisa, attualmente vescovo di Tivoli, è il nuovo arcivescovo della diocesi di Pisa. L’annuncio del nuovo arcivescovo è stato dato a mezzodì di sabato scorso, festa della presentazione del Signore, in contemporanea nella diocesi di Pisa, in quella di Tivoli e in Sala stampa vaticana.Nella nostra diocesi è stato l’arcivescovo Alessandro Plotti a comunicare il nome del suo successore ai colleghi di carta stampata, radio e tv e ad una assemblea di preti, suore e laici convocati nella sala «Pio X» del palazzo arcivescovile. L’annuncio è stato accompagnato dal suono delle campane del campanile del Duomo. Domenica, alla stessa ora, la lieta nuova è stata sottolineata dal doppio delle campane di tutti i campanili della diocesi. Benotto prenderà possesso della diocesi dopo Pasqua, nel pomeriggio di domenica 6 aprile. Fino ad allora continuerà a governare la diocesi monsignor Alessandro Plotti, che lo scorso 2 febbraio Benedetto XVI ha nominato amministratore apostolico. Un arcivescovo di Pisa di origine pisana è un «evento» raro: l’ultimo era stato, 202 anni fa, Ranieri Alliata, come ha ricordato monsignor Plotti nel suo intervento che riportiamo di seguito. «Se da una parte sono contento di ritornare nella mia terra e soprattutto in mezzo a tante persone alle quali ho voluto bene e che mi vogliono bene – dice il neoarcivescovo a Toscana Oggi (intervista a pagina ) dall’altra parte non nascondo neppure una certa trepidazione ben ricordando quanto Gesù ha detto e che qualcuno mi ha ricordato pur facendomi gli auguri e cioè che nessuno è profeta nella sua patria. E un vescovo non può essere altro che un annunciatore di una parola che non è sua, ma del Signore; quindi necessariamente un profeta. Anche se il proverbio che ci riporta il Vangelo è sempre inquietante, sono sicuro che troverò tante persone che mi aiuteranno nel mio servizio e che soprattutto mi sosterranno con la loro preghiera». di Alessandro PlottiIl santo Padre Benedetto XVI ha nominato monsignor Giovanni Paolo Benotto arcivescovo di Pisa.(…) Tutti conosciamo bene il nuovo arcivescovo, perché è pisano ed è stato fino al luglio 2003 membro del nostro presbiterio, nei diversi incarichi che ha svolto, fino alla sua elezione a vescovo di Tivoli.Abbiamo sempre apprezzato il suo incondizionato amore alla Chiesa, il suo indefesso zelo pastorale, la sua disponibilità verso tutti e la sua condivisione dei problemi della nostra Chiesa locale.Negli anni in cui ha svolto, con intelligenza e generosità, il servizio di vicario generale, ho sempre trovato in lui spirito di leale e rispettosa collaborazione e capacità sincera di aiuto e di sostegno al mio ministero episcopale.Ordinandolo vescovo il 7 settembre 2003 non immaginavo, certo, di imporre le mani al mio successore! I disegni della Provvidenza sono sempre misteriosi. Dobbiamo essere orgogliosi che un figlio della nostra terra pisana e della nostra Chiesa Primaziale sia stato scelto dal Papa per diventare pastore e guida di questo popolo a cui, fin dalla nascita, appartiene, che lo ha generato alla fede e lo ha accompagnato nella sua crescita umana e spirituale. Bisogna risalire al vescovo Ranieri Alliata (1806-1836) per trovare nella serie cronologica dei vescovi, un arcivescovo di Pisa pisano.Qualcuno potrebbe sussurrare: «nemo propheta in patria», ma la saggezza di monsignor Benotto saprà reinterpretare la coscienza della nostra Chiesa in un nuovo e inedito servizio pastorale come arcivescovo, che lo pone in mezzo a noi in un diverso ruolo ecclesiale.Esorto e invito i membri del presbiterio ad accoglierlo con spirito di fede, con profondo senso ecclesiale di comunione e di vicinanza e con il proposito sincero di una efficace e condivisa collaborazione, per continuare il cammino che fino ad oggi abbiamo intrapreso per annunciare Gesù Cristo all’uomo di oggi, insieme agli altri componenti del popolo di Dio, specialmente i diaconi permanenti, i religiosi e le religiose, i laici impegnati nei vari settori della pastorale parrocchiale e diocesana.Io non potrò fare altro che pregare, seguire «a longe» questa nuova stagione ecclesiale e accompagnare il cammino del nuovo arcivescovo e di tutta la Chiesa pisana, con immutato amore, con simpatia, nostalgia e tanta speranza. Ad multos anno per il carissimo don Paolo!. Vi porto tutti nel cuore.