Pisa

UN FISCO A MISURA DI FAMIGLIA

di Graziella Teta Il popolo del Family day è tornato a far sentire la propria voce ed a reclamare l’attenzione della politica e delle istituzioni: è partita, infatti, la grande mobilitazione nazionale per chiedere «un fisco a misura di famiglia». Domenica scorsa, in oltre mille piazze italiane si sono raccolte le firme per la petizione popolare da presentare al Presidente della Repubblica, a Roma, il prossimo 15 maggio, in occasione della Giornata Mondiale della Famiglia. Lo scopo dell’iniziativa – lanciata dal Forum delle associazioni familiari – si riassume nello slogan «Meno tasse per chi ha figli». Le associazioni familiari, cioè, chiedono al prossimo Governo di abbassare la tassazione, aumentando le deduzioni dal reddito imponibile fino ad oggi previste per ogni figlio: una necessità, esplicita il Forum, per dare un futuro alle famiglie italiane e al Paese.Una grande mobilitazione «trasversale», anche a Pisa e in provincia, che ha coinvolto numerose parrocchie della diocesi e il mondo delle associazioni. Allo stand centrale allestito domenica scorsa alle Logge dei Banchi, in molti si sono fermati per informarsi e per firmare: giovani e anziani, famiglie e singoli, rappresentanti delle istituzioni, cattolici e laici. È abbastanza soddisfatto per l’interesse suscitato dall’iniziativa Uberto Frondoni, 49 anni, agronomo, sposato, tre figli (due dei quali hanno dato una mano a raccogliere le firme), qui in qualità di coordinatore del tavolo delle associazioni «Famiglia & Vita» (raccoglie undici sodalizi, dalle Acli all’Associazione famiglie numerose al Consultorio familiare, ndr) che sostiene la petizione. «Le nostre famiglie – commenta – allevano i futuri cittadini e, in definitiva, costruiscono il futuro dello Stato. Per questo lo Stato deve sostenerle, sgravandole delle spese maggiori che devono sopportare in misura del numero dei figli». Gli fa eco Emiliano Manfredonia, presidente provinciale delle Acli (32 anni, cooperatore sociale, neo papà di un bimbo di due mesi): «Vi sono agevolazioni fiscali (come le elargizioni ai partiti, per rottamazioni o ristrutturazioni) considerate “spese socialmente utili” e per le quali non è prevista soglia di reddito: tanto più devono esserci detrazioni per le spese dei figli, vera e propria risorsa per il Paese. La petizione è sostenuta da tutti i circoli Acli, ben 45 nella provincia, ed è già stata avviata al recente congresso provinciale con 200 delegati. Ma l’impegno per diffondere la consapevolezza del primario ruolo della famiglia (vero “welfare” che va sostenuto) non può esaurirsi in un giorno: va continuamente alimentato; e la politica deve dare risposte».L’obiettivo del Forum è quello di raggiungere 2 milioni di firme; c’è tempo fino al 15 aprile per aderire (www.forumfamiglie.orgpisa1@famiglienumerose.orgwww.famiglienumerose.org). boxDUE STIPENDI, CINQUE E PIU’ FIGLI: In Italia formare una famiglia e tirar su  figli è diventato un lusso. Problemi di casa, di lavoro, scarsi servizi, irrisorie (quando esistenti) agevolazioni tariffarie e fiscali: molti sono i fattori negativi che concorrono a determinare il fenomeno della denatalità. Il Paese invecchia e non investe sui «futuri cittadini». Ne è convinto Paolo Puglisi, coordinatore provinciale dell’Associazione nazionale famiglie numerose: «Mantenere ed educare i figli è, per la famiglia, oltre che un obbligo morale e naturale, anche un diritto – dovere costituzionale -  ricorda Puglisi – e un sistema di tassazione che non tiene conto dei carichi familiari è iniquo, ma anche anticostituzionale». Puglisi ricorda l’articolo 31 della Costituzione: «la Repubblica – vi si legge – agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose». «Io lo leggo così – fa Puglisi – a parità di reddito percepito chi ha carichi familiari dovrebbe pagare meno tasse di chi non ne ha». Ed invece le famiglie, e ancor più quelle numerose, sono tartassate da ogni parte. Lo conferma una maxi-famiglia: quella di Pierluigi e Raffaella Consorti, da un anno trasferitasi da Roma a Pisa, lui docente di Diritto all’Università, lei bibliotecaria. Hanno 47 e 44 anni, sono sposati da 16, e ha una prole numerosa, allegra e…sportiva. Il primogenito è Tommaso, 15 anni, quarta ginnasio, giocatore di hockey su prato; fa grandi partite a tennis con il fratello Bernardo Maria, 13 anni, terza media, e una passione anche per il rugby; poi ci sono Maria Elena, 12 anni, seconda media, anche lei con la predilezione per l’hockey, e Maria Maddalena, 8 anni, seconda elementare, impegnata tra compiti e cartoni animati; infine, il piccolo Luigi Maria 6 anni, prima elementare, a cui piace la break dance. Con loro, nonna Adriana, madre di Raffaella. In totale, otto persone.Spiega Pierluigi: «Sono d’accordo con l’iniziativa del Forum: andrebbe modificato il sistema di tassazione italiano, perchè a parità di reddito le famiglie con figli pagano quanto i singoli o le coppie senza figli. E non c’è solo il problema del fisco, ci sono anche i consumi; noi in pratica paghiamo come due famiglie».Paolo Puglisi offre un esempio concreto: il sistema delle tariffe di acqua e luce. «In Italia le tariffe dei servizi – dice – aumentano per scaglioni di consumo, senza tenere conto del numero di persone che di quel servizio hanno usufruito; scaglioni che penalizzano le famiglie numerose: fino ad arrivare al paradosso  che  se una famiglia di sette persone spende 420 Euro per 3.150 kwh, in caso di due nuclei (e quindi due contatori), uno per quattro persone (1.800 kwh) e uno per tre persone (1.350 kwh), a parità di consumi totali si spendono 295 Euro».Raffaella conferma: «A Roma abitavamo in due appartamenti poi riuniti, avevamo due contatori e pagavamo la metà di oggi».Così le famiglie devono inventare trucchi e strategie per ridurre i consumi. Paolo Puglisi, per esempio, anche lui con famiglia-maxi di 5 figli (da 7 a 18 anni), fa così: «Sulla bolletta dell’elettricità è indicato il consumo medio giornaliero: ai miei figli do un incentivo economico quando riusciamo a consumare meno di 10 kwh al giorno; la bolletta diventa più leggera, pur considerando la paghetta extra».  E poi il riciclo di abiti tra fratelli, cugini ed amici… «un po’ come si faceva una volta – dice Adriana -  Io sono la seconda di otto figli, e ricordo ancora un cappotto della mia adolescenza ricavato da un plaid…». Uno sguardo all’alimentazione: «Il menu familiare è spesso ‘suggerito’ dalle offerte dei supermercati; approfittiamo degli sconti per fare la spesa», dice Raffaella. Sua sorella, che vive in Lussemburgo, è ben più «fortunata»: «con la politica governativa del terzo figlio, i genitori hanno aiuti indipendentemente dal reddito: contributi durante la gravidanza, sovvenzioni per il nido, 400 euro per il figlio fino a tre anni, sostanziosi assegni famigliari fino ai 18 anni e altre agevolazioni».«In Italia la famiglia fondata sul matrimonio, soprattutto quella numerosa – dice Pierluigi – è penalizzata rispetto ai nuclei composti da conviventi. A Roma, ma anche in altre grandi città, commercialisti e fiscalisti suggeriscono alle coppie sposate con figli di procedere con separazioni ‘fittizie’. E non sono poche le coppie che accettano, pur di mandare avanti la famiglia. Noi avevamo fatto un calcolo: avremmo risparmiato diverse migliaia di euro. Ma abbiamo deciso di prestare fede alla scelta matrimoniale ed evitare inciuci… . Non chiediamo sovvenzioni né privilegi, vorremmo equità».Se all’estero «vale» allevare figli per la società, da noi sempre meno. «In Francia, per esempio, è più conveniente anche fare una breve vacanza: biglietto-famiglia per visitare la Tour Eiffel, family-card per trasporti e servizi, sconto del 50% in albergo». Il problema non è solo politico, ma anche culturale: la famiglia va coccolata e protetta, dicono all’unisono Pierluigi, Raffaella e Paolo. Che fanno loro lo slogan del Forum delle associazioni familiari: «Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese».