Pisa

PLOTTI “LASCIA” PISA DOPO 22 ANNI

di Graziella Teta Le immagini di una Cattedrale colma, silenziosa, composta; dei paramenti dorati e del pastorale che brillano sotto il primo sole primaverile. E poi le tante mani che si allungano per stringere quelle di monsignor Plotti; o la voce di donna che interrompe il silenzio: «Ti vogliamo bene», e un lungo applauso a testimoniare che, sì, tutto il popolo qui riunito abbraccia e saluta con affetto il suo pastore. Ecco, la celebrazione conclusiva del servizio pastorale all’Arcidiocesi di Pisa di monsignor Alessandro Plotti, di domenica 30 marzo 2008 la ricorderemo così.È cominciata con l’ingresso in Cattedrale del corteo aperto dal gonfalone della città di Pisa con figuranti in costume, a seguire il nutrito gruppo di diaconi, sacerdoti e vescovi a precedere il celebrante: quando appare parte un primo applauso dei fedeli, il cronista ne conta altri tre fino a quando raggiunge l’altare.Accorato il saluto che gli rivolge il vicario generale, monsignor Antonio Cecconi, ricordando ciò che «abbiamo vissuto sotto la presidenza, la guida, la paternità e l’affetto di Alessandro Plotti, per quasi ventidue anni nostro Arcivescovo. Diventare vescovo – assumendo la responsabilità, la cura e il governo di una comunità diocesana – non è uno scatto di carriera, un modo per “mettersi a posto” nell’apparato ecclesiastico. Nel misterioso disegno della provvidenza – all’interno di quella misericordia divina che campeggia nello stemma episcopale di mons. Plotti e che, per disposizione di Giovanni Paolo II, dà il titolo a questa seconda domenica di Pasqua – quello che avviene quando un pastore assume la guida di una Chiesa locale è l’estensione, nel tempo e su un territorio particolare, della testimonianza apostolica che proclama e certifica che il Signore Gesù è risorto, che è stato riconosciuto da Pietro e dagli altri apostoli, che si è più volte mostrato ai suoi discepoli, ha mangiato con loro, si è fatto toccare da Tommaso fin dentro la ferita del costato… perché anche noi credessimo il Lui! Ogni Vescovo, in definitiva, non fa altro che annunciare quello stesso evento, farci toccare con mano la stessa presenza salvifica e liberante, affidarci – come dice S. Paolo – al Signore e alla parola della sua grazia».È quindi, questo, il momento di dire grazie, con riconoscenza e per molti motivi: «per la testimonianza che monsignor Plotti ci ha dato di una presenza e una disponibilità illuminate dalla Parola di Dio… per il servizio e il ministero che ha dato sostanza a un’esistenza sacerdotale vissuta come offerta di sé per il bene del popolo, resa visibile e fruibile a partire dai gesti sacramentali…per la sollecitudine suscitatrice di vera promozione umana e sociale, coltivata con lo stile del dialogo e la disponibilità alla collaborazione nelle realtà “esterne”, nelle diverse articolazioni civili e territoriali».L’instancabile impegno di monsignor Plotti «nelle parrocchie e nelle assemblee scolastiche, nei consigli comunali e nel carcere, nell’università e nei luoghi di lavoro, a fare festa con i giovani e sostando accanto ai malati e ai sofferenti, ascoltando i poveracci come i ricchi e i potenti…ha reso vera l’affermazione dell’apostolo Paolo: “mi sono fatto tutto a tutti, per salvare a ogni costo qualcuno”».Ha detto ancora monsignor Cecconi: «Adesso Lei ci lascia, ma non col cuore e con la preghiera. Noi attendiamo con speranza e con disponibilità di vivere una nuova stagione ecclesiale, con la stessa fiducia nei disegni della benevolenza divina che La condusse tra noi dalla Chiesa di Roma e che ora, di vicino a Roma, riconduce qui monsignor Giovanni Paolo Benotto, nostro fratello nella fede e da domenica prossima per noi padre e pastore». Il vicario generale ha concluso con una fulminante considerazione, pensando alla partenza alla volta di Roma di Plotti: «Il suo predecessore, il compianto monsignor Benvenuto Matteucci, era solito dire: “Un Vescovo a Roma è come un crocifisso in una bottega: non si leva il cappello nessuno”…ma siamo certi che ci sarà chi continuerà a levarsi il cappello davanti a Lei…a noi resterà il tesoro prezioso di un padre che si è fatto amico e compagno di viaggio».È «nel segno della Misericordia» l’omelia conclusiva di monsignor Plotti che, arrivato il momento del commiato, confessa: «Per quanto ci si prepari…adesso che sta per scoccare l’ora fatidica, sento che lo strappo produce più sofferenza e più disagio di quelli che si potevano prevedere dopo averci pensato tanto. È questo il momento dei ringraziamenti e della riconoscenza e non certo dei bilanci. È momento di fede, perché solo nella luce della fede può essere valutato il ministero di un Vescovo, e non certo dai risultati ottenuti». E fa sue le parole di San Paolo ai cristiani di Tessalonica (1Ts 2,3-8): « … come Dio ci ha trovati degni di affidarci il Vangelo, così lo predichiamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio… Ho cercato di ispirarmi sempre a queste parole. E di tutto ciò devo ringraziare il Signore, perché mi ha sempre illuminato e corroborato con la forza del Suo Spirito, e con la costante meditazione del messaggio Paolino. Ho percorso migliaia e migliaia di chilometri per portare la luce del Vangelo dovunque, incontrando innumerevoli schiere di persone, credenti e non credenti, che mi hanno ascoltato sempre con attenzione rendendo così più presente, nella società di oggi, il messaggio del Vangelo. Il Signore, ricco di misericordia, mi ha sempre accompagnato con la sua grazia in questo faticoso ritmo di vita, donandomi salute, passione e soprattutto una incommensurabile gioia di costruire una trama di rapporti umani che resteranno nel mio ricordo imperituri».Monsignor Plotti ha poi offerto una sequenza di ringraziamenti riconoscenti, a tutto il presbiterio, ricordando gli ottantasette presbiteri che ha accompagnato all’ultima dimora (dal primo, don Benedetto Fiaschi, all’ultimo, don Giorgio Pisani); e un augurio fraterno ai trentasei a cui ha imposto le mani ordinandoli sacerdoti, ed ai diaconi permanenti e agli aspiranti in cammino verso il diaconato («esperienza iniziata con la prima ordinazione nel 1990 e che ha aperto una nuova stagione di ministerialità»). E ancora grazie ai religiosi e alle religiose, ai laici, ai sindaci dei comuni dell’arcidiocesi, alle autorità civili e militari, tutti presenti qui in ampia rappresentanza. E ancora ai fratelli vescovi (Castellani di Lucca, Bertelli di Volterra, Giusti di Livorno… che incontrerà l’8 aprile alla Conferenza Episcopale della Toscana).Ricorda Plotti: «Il motto del mio stemma è “Misericordia tua”. Il “tua” non riguarda solo Dio, ma anche noi tutti. Se nel mondo ci fosse più misericordia, quanto meglio si potrebbe vivere! Possa, nel segno della misericordia e della bontà, rimanere in tutti voi il ricordo del ministero pastorale del Vescovo Alessandro, che nonostante tutte le deficienze e le omissioni ha amato questa Chiesa e ha cercato di spendersi per il bene di tutti». E chiede a tutti «tanta misericordia nel giudicare il mio operato. Ho la coscienza di non essermi risparmiato mai. Ora toccherà al nuovo Arcivescovo guidarvi sulle vie del bene e della ecclesialità. Io, da Roma, continuerò a rimanere legato a tutti voi con quel filo spirituale che ha guidato il nostro rapporto in questi anni. Rimango, anche se Emerito, Arcivescovo di questa Chiesa che mi ha dato tanto». Un lunghissimo applauso, per dire ancora tutti insieme: «Grazie monsignor Alessandro Plotti!». Di cuore. La commozione della gente: «Non ci dimenticheremo di lui»PISA – È come salutare un amico che si trasferisce altrove, dopo aver condiviso con lui oltre quattro lustri di vita, di gioie, di difficoltà, di speranze. Ed a salutare monsignor Plotti sono venuti davvero in tanti in cattedrale. Ognuno ha un ricordo e un pensiero legati a lui, mentre già un filo di nostalgia si affaccia nei cuori per la partenza del «pastore» che ci ha guidato tutti.«Un pastore che ci ha guidato bene – commenta Luisa del servizio di accoglienza – sono cresciuta con lui nella fede, e così i miei figli». Originaria di Lucca, 50 anni, Luisa vive a Pisa con la famiglia da anni. Aggiunge: «Questo è un momento speciale per la diocesi che viviamo con trepidazione; siamo entusiasti nel contempo per l’ingresso di monsignor Benotto; perché l’abbiamo conosciuto come sacerdote prima, come arcivescovo poi ed ora l’attendiamo come nuovo pastore». Le fa eco Elisabetta, di Pisa, 46 anni, due figli: «Plotti è stato un padre, è sempre stato vicino alle famiglie, le sue visite pastorali rimangono un caro ricordo, ed ora il cammino prosegue».Due genitori: Luigi, 53 anni, e Antonella di 49: «Abbiamo conosciuto monsignor Plotti quando venne a Fornaci di Barga per la visita pastorale. Ricordiamo bene la data: 26 maggio 1987, perchè il giorno dopo nacque nostro figlio Stefano». E la signora Antonella era lì, il giorno prima del parto, ad incontrare l’allora nuovo arcivescovo. Dice sua madre, nonna Maria Teresa, 74 anni: «Abbiamo un legame forte con Plotti e proviamo dispiacere per la sua partenza. Ha visto crescere mio nipote, l’ha cresimato. Ha un cuore grande: è stato molto vicino al nostro compianto don Ferretti (scomparso nel ’91), l’andava a trovare tutti i giorni in ospedale».Antonio, ristoratore (il suo locale è a due passi dal Palazzo dell’Arcivescovado), dice: «Plotti è stato un dono per me e la mia famiglia. Avvertiamo un vuoto grandissimo. Mi disse “fammi sapere quando si sposa tua figlia Martina, celebrerò il matrimonio”. Ha mantenuto la promessa».«Non potevamo mancare oggi!», dice Antonella Gazzanelli, responsabile dell’Unitalsi di Pietrasanta, qui con un gruppo di una trentina di Pietrasantini. E non potevano certo mancare «gli amici di Moltrasio», in provincia di Como (parrocchia dove è stato ordinato monsignor Plotti), che l’hanno sempre seguito in ogni tappa del suo cammino (l’anno prossimo festeggerà i 50 anni di sacerdozio).L’ambone del Vangi è posizione privilegiata per gettare uno sguardo tra la sterminata folla accorsa per il «suo» pastore: «Davvero – si lascia andare il presule – non immaginavo che così tante persone si sarebbero scomodate per me».Al termine della celebrazione monsignor Plotti esce sul sagrato inondato di sole, e la sua familiare figura si erge tra la folla, avanzando lentamente verso il battistero, stringendo mille mani. E quasi tutti tengono stretti sottobraccio il numero speciale di «Vita Nova», distribuito per l’occasione, insieme con il bel libretto «Un compagno di viaggio attento e solidale», che raccoglie omelie e discorsi 1986-2008 di Alessandro Plotti, Arcivescovo di Pisa. Un ricordo prezioso per il suo popolo.